ABOLIZIONE DELLE PROVINCE

Cominciamo da oggi una sorta di analisi della vicenda Abolizione (meglio dire modifica) delle province Siciliane, dopo l’appovazione da parte dell’Assemblea regionale siciliana della nuova legge.

E per primo non potevamo chiamare che Franco Antoci ex presidente dell’Ente di viale del Fante a Ragusa, ma già sindaco del capoluogo ibleo e deputato nazionale; Un politico ed un amministratore che conosce bene i meccanismi di gestione degli Enti locali e che sulla nuova legge ci ha detto:

L’Assemblea Regionale ha finalmente approvato, dopo un mese di discussioni, la legge che istituisce o meglio fa rinascere il Liberi Consorzi  e, inoltre, le Città Metropolitane.

 Io non mi unisco ai toni trionfalistici che vari esponenti politici hanno usato in queste ore per commentare questa riforma, sia  perché è ancora ben lontana dall’essere completata e quindi attuabile, sia perchè, per tanti versi, è piena di incognite.

Bisogna innanzi tutto dire che ancorchè la nostra è una Regione a Statuto speciale e i Liberi Consorzi sono previsti dallo Statuto, il Titolo V della Costituzione (art.114), successivo allo Statuto stesso, prevede le province come uno degli elementi costitutivi dello Stato e poi all’art.133 sancisce che le circoscrizioni provinciali possono essere mutate solo con legge dello Stato; bisognerà quindi vedere se le due previsioni sono compatibili e come si potrà articolare in Sicilia le presenza degli Organismi Statali (Prefetture, Questure, Comandi Forze dell’Ordine, etc.) in mancanza della dimensione territoriale provinciale.

La riforma, ricordiamo, era partita dall’esigenza di operare sostanziosi risparmi nella pubblica amministrazione, ma ad oggi , a parte il presunto risparmio di dieci  milioni delle indennità, non si possono quantificare risparmi  suffragati da  attendibili analisi.

Io penso che i costi probabilmente aumenteranno, perché bisognerà approntare nuove sedi ed attrezzature per i nuovi liberi consorzi (ad oggi da nove province siamo passati a 12 e certamente questo numero aumenterà), perché ai componenti degli organi amministrativi, ancorchè senza indennità, bisognerà pagare missioni e spese vive, perché saranno necessari nuovi dirigenti e segretari generali e così via dicendo; d’altronde anche a livello nazionale la Corte dei Conti ha espresso seri dubbi sui risparmi previsti dal D.d.L. Delrio sul riordino delle province.

Nasceranno da domani tante ambizioni da parte di diversi comuni per divenire “capoluogo” di libero consorzio e, anche nella nostra provincia, che tanto faticosamente aveva conquistato, nel tempo, una sua identità, rivivranno probabilmente vecchi campanilismi.

Le funzioni, dice la legge approvata, saranno oggetto di una ulteriore legge da approvare entro sei mesi; anche su questo consentitemi più di qualche dubbio: a breve vi saranno le elezioni europee, poi l’estate e poi, alla scadenza dei sei mesi, l’ARS provvederà diligentemente a rinnovare i Commissari che, con questo sistema già collaudato, governano la nostra provincia da ben due anni.

Sarebbe stato sicuramente più saggio aspettare l’approvazione della legge nazionale sulle province e sulle città metropolitane e poi adeguarsi , così come sarebbe stato più utile, ai fini di una più efficace azione amministrativa, non affidare ad un sindaco la presidenza del Libero Consorzio, visto che un Sindaco ha già il suo bel da fare per amministrare la propria città; se poi si arrivava ad una elezione diretta, la legittimazione democratica sarebbe stata veramente piena!

Queste ed altre considerazioni si potrebbero fare per  esprimere dubbi su una legge i cui effetti, purtroppo, impareremo presto a valutare, quando la gestione di scuole, strade, istituzioni culturali, tutela ambientale, promozione del territorio, politiche europee, etc. finora in carico alle province, sarà affidata a Comuni e Regione, visto che i Liberi Consorzi dovranno avere solo il coordinamento delle politiche di area vasta.

Un’ultima notazione vorrei farla a proposito dell’affermazione del Governatore Crocetta che oggi, in conferenza stampa, ha, tra l’altro, affermato : “Abbiamo cancellato una classe politica intermedia spesso rappresentata da chi vede la politica come carriera e non come servizio”. Io posso affermare che in tanti anni di servizio all’A.P. ho visto tantissimi colleghi amministratori fare puntualmente il loro dovere con spirito di sacrificio e abnegazione e la provincia è stata una “scuola” di formazione per tanti sindaci, consiglieri e assessori comunali. Certo c’è anche chi ha fatto carriera, ma  in questo caso il Presidente Crocetta deve guardare principalmente tra i suoi colleghi Deputati che annoverano ex Presidenti di Provincia, ex Presidenti di Consiglio Provinciale, ex Assessori e Consiglieri Provinciali.

Penso che quanto detto giustifichi la mia non esultanza per l’approvazione di questa legge che, da cittadino, auspico venga corretta per garantire alle nostre Comunità efficienti servizi e una adeguata rappresentanza di area vasta, nei confronti di una Regione che sentiamo ancora molto lontana.

                                                                                                                                           Franco Antoci