Nuovo appello alle istituzioni locali del gruppo ibleo di Sinistra Ecologia e Libertà contro il recente accordo tra Unione Europea e Marocco. Mariella Garofalo, Capogruppo consiliare di Sinistra Unita con Vendola, si fa portavoce e denuncia le gravi ripercussioni sull’intera economia regionale, oltre che per lo stesso Marocco. “Un grande attacco all’agricoltura ed alla pesca siciliana” accusa la Capogruppo, considerando che l’accordo permetterà l’ingresso in Europa di prodotti agricoli in cambio dell’esportazione di prodotti chimici, industriali e farmaci da parte dei paesi industrializzati del nord Europa.
L’accordo è stato approvato ufficialmente lo scorso 16 febbraio dal Parlamento Europeo e prevede “misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti agricoli e i prodotti della pesca”.
Il gruppo Sinistra Unita sottolinea come, sin dal 1995, numerosi accordi tra l’UE e diversi paesi della sponda del Mediterraneo hanno avuto l’obiettivo di consolidare il dialogo e la collaborazione per la creazione di uno spazio di pace, sicurezza e prosperità, ma rimarca pure che oggi, di questi propositi, non resta che un accordo di liberalizzazione iniquo e pericoloso per due realtà economiche e sociali già boccheggianti.
Le ripercussioni per il paese d’oltremare saranno gravi. Da un punto di vista industriale, il Trattato porta inevitabilmente a privilegiare un’agricoltura di massa, monopolizzata dai grandi gruppi di esportatori, a danno dello sviluppo della produzione familiare e contadina, obiettivo primario delle istituzioni marocchine. Gravi ripercussioni anche sul piano ambientale, dato che si prevede uno sfruttamento eccessivo delle risorse idriche: in Marocco servono infatti 100 litri di acqua per la coltivazione di 1kg di pomodori, contro i circa 10 litri utilizzati nelle coltivazioni europee. E’ evidente, inoltre, il rischio di salinizzazione della nappa freatica costiera, dovuto alla penetrazione di acqua salata per lo svuotamento incontrollato dei pozzi naturali.
A questi si aggiunge un problema di carattere sociale riguardante la violazione sistematica dei diritti umani. Il Marocco registra una realtà fatta di manodopera a basso costo, mancanza di associazioni sindacali a difesa del lavoratori e sfruttamento di bambini in età scolare.
Ultimi, ma certamente non meno importanti, i rischi per la salute dei consumatori: il Marocco non garantirebbe il rispetto delle normative comunitarie nell’uso di fitofarmaci e della sterilizzazione dei terreni, pratiche invece severamente disciplinate nei territori dell’UE.
I prodotti marocchini, dunque, presentano notevoli deficit di qualità, ma riescono ad essere altamente competitivi in termini di profitto. L’impatto è devastante per l’economia siciliana, prevalentemente basata sulle esportazioni agricole di agrumi e pomodori, proprio come il Marocco.
L’accusa arriva forte e decisa verso gli eurodeputati del PD che hanno votato a favore dell’accordo, un debole apprezzamento è riservato all’on. Crocetta che si è opposto al Trattato ma che non è riuscito a sensibilizzare i colleghi sulla questione.
La soluzione è indicata in un’azione ferma e immediata degli enti locali, allo scopo di salvaguardare la dignità del popolo siciliano. Di seguito riportiamo, come da comunicato stampa, i punti proposti dal gruppo Sinistra Unita Con Vendola del circolo di Vittoria:
“Appare evidente e necessario, dunque, che il vuoto di intervento che si è creato a livello europeo debba essere colmato dagli enti locali attraverso degli interventi urgenti:
– Creare un movimento sinergico tra tutti i consigli comunali della Sicilia , coinvolgendo tutti i parlamentari regionali di qualsiasi colore politico al fine di far valere le ragioni degli operatori dell’agricoltura e della pesca siciliana;
– Ridefinire un piano organico specifico che riguardi i prestiti bancari, l’assistenza finanziaria, il costo del gasolio, le infrastrutture stradali;
– Organizzare un movimento di pressione politica tramite il governo nazionale sull’UE al fine di prevenire altri eventuali simili accordi con altri paesi quali Egitto, Algeria, Tunisia.
In sintesi, il comparto agricolo, per la sua specificità, va sostenuto con:
– Trasparenza nel regime dei prezzi di entrata; appare oggettivo lo squilibrio concernente le riduzioni tariffarie concordate tra le due parti
– Rispetto dei calendari di produzione (i produttori europei sono penalizzati dal fatto che le produzioni marocchine come i pomodori accedono al mercato comunitario in periodi diversi rispetto alla normale commercializzazione europea, provocando gravi ripercussioni sull’andamento dei mercati )
– Applicazione di disciplinari per l’uso di fitofarmaci uguali a quello europeo
– Rispetto delle dovute clausole sociali(lotta alla manodopera minorile e al dumping)
– Stabilire le indicazioni geografiche
– Garantire il controllo della merce importata
– Salvaguardare la qualità dei prodotti”.
Un richiamo alle responsabilità pubbliche questo, rivolto ad ogni Consiglio comunale della Sicilia “senza tentennamenti e riduttivi calcoli politici”. Un appello per uniformare normative e tutele dei mercati coinvolti, “per salvare la dignità di tutto il popolo siciliano”.