La Sicilia perde una stella, ma non la luce dell’innovazione gastronomica. Lo chef Accursio Craparo, figura iconica della ristorazione isolana, ha deciso di chiudere il suo ristorante stellato “Accursio” a Modica per concentrare tutte le sue energie su Radici – L’Osteria di Accursio, a pochi passi dalla precedente sede. Una scelta che segna una svolta importante, non solo per la carriera dello chef, ma anche per l’intero panorama della ristorazione siciliana, sempre più orientata verso la sostenibilità e la ricerca autentica.
Dopo aver conquistato la stella Michelin nel 2017 con il ristorante “Accursio”, Craparo ha optato per una decisione che riflette un cambiamento epocale nel fine dining. “Negli ultimi anni, il nostro stile di vita e le nostre abitudini si sono evoluti, portandomi a riflettere su scelte più consapevoli e sostenibili”, ha dichiarato lo chef. La comunicazione alla Guida Michelin è stata effettuata con discrezione, senza clamore mediatico, preferendo concentrare l’attenzione sul rilancio di Radici.
L’Osteria, che riaprirà nel febbraio 2025 dopo un accurato restyling, sarà il cuore pulsante della filosofia di Craparo. “Vogliamo che questo luogo racconti una nuova idea di trattoria contemporanea, unendo tradizione e innovazione, rispetto per le materie prime e storie di sostenibilità,” ha spiegato.
Nato a Sciacca nel 1976, Craparo ha costruito una carriera che lo ha portato a essere definito “il cuoco delle due Sicilie”, grazie alla capacità di coniugare la tradizione gastronomica dell’isola con esperienze culinarie internazionali. Dopo aver lavorato in ristoranti stellati in Germania, a Milano e alle Calandre di Massimiliano Alajmo, il ritorno in Sicilia è stato segnato dall’apertura de La Gazza Ladra nel 2005, a cui è seguita l’inaugurazione del ristorante “Accursio” nel 2014. Nel 2019, il progetto si è arricchito con Radici, un’osteria che celebra le radici culinarie dell’isola.
Con il rilancio di Radici, Craparo intende esplorare un concetto più accessibile e dinamico di ristorazione. Il menu proporrà piatti che raccontano la Sicilia in ogni sua sfumatura, da est a ovest, con un’attenzione particolare ai sapori dell’infanzia e alle ricette delle nonne reinterpretate in chiave contemporanea. La sostenibilità sarà al centro del progetto, con una cucina che valorizza ogni ingrediente, riduce gli sprechi e celebra la biodiversità dell’isola.
“Radici sarà la nostra unica casa, un luogo dove l’ingrediente torna protagonista assoluto e dove ogni piatto racconta una storia. Non vogliamo solo nutrire, ma creare esperienze che restino nella memoria,” ha concluso lo chef.
La chiusura del ristorante stellato segna la fine di un’epoca, ma anche l’inizio di una nuova avventura che promette di rivoluzionare il concetto di ospitalità in Sicilia.