Sapere da dove provengono gli alimenti non rappresenta di per sé un fattore in grado di discriminarne la qualità, può essere utile però per la gestione di eventuali situazioni problematiche in tema di sicurezza alimentare: secondo Adiconsum e Confcosumatori infatti tutti i componenti della filiera alimentare sono coinvolti nel sistema di tracciabilità, ovvero dalla raccolta del prodotto, passando attraverso trasformatori e distributori, fino all’anello finale, ovvero il consumatore. Ciascun passaggio di mano da un componente all’altro deve vedere la registrazione degli alimenti o dei prodotti in ingresso, consentendo all’azienda che commercializza il prodotto finito di poter risalire alle materie prime di origine.
I prodotti ortofrutticoli venduti all’ingrosso devono contenere, secondo quanto disposto dall’Unione Europea, l’identificazione, la natura del prodotto, il Paese d’origine del prodotto, le caratteristiche commerciali e il marchio ufficiale di controllo ben stampati sugli imballaggi ma soprattutto ben visibili.
Secondo la normativa vigente nel nostro Paese, relativamente alla produzione del latte, è obbligatorio specificare il luogo di origine e provenienza dei prodotti appartenenti alle categorie “latte fresco pastorizzato” e “latte fresco pastorizzato di alta qualità”.
Il consiglio è naturalmente preferire il latte fresco e, se possibile, anche latticini e derivati di produttori locali. Oltre ad essere di qualità sicura e controllata, si eviterà di finanziare la concorrenza sleale di prodotti esteri a basso costo che mettono a repentaglio la sopravvivenza degli allevatori italiani
La tutela dei prodotti locali e a marchio principalmente siciliano deve essere per i consumatori un elemento di cultura a sostegno della loro commercializzazione, rispetto a prodotti di provenienza indubbia o di altri paesi. E di questi giorni ad esempio le segnalazioni di consumatori di aver acquistato prodotti, in questo caso carciofi, da venditori ambulanti, che si sono rilevati provenienti dal mercato catanese e che sono di origine egiziana.
“Come Associazioni dei consumatori – spiegano Adiconsum e Confconsumatori – invitiamo i compratori alla massima attenzione e a pretendere l’etichettatura del prodotto al fine di conoscere la provenienza e la coltivazione del prodotto. Non perché la provenienza dei prodotti da altri Paesi è indice di qualità peggiore o di rischio per la salute, ma perché è un diritto dei consumatori l’informazione corretta, adeguata e completa.”
L’alimentazione è il settore nel quale si avverte più forte l’esigenza di proteggere il consumatore, anche perché alla spesa alimentare, ogni famiglia dedica il 50% del proprio bilancio. Anche la spesa deve essere fatta in sicurezza e devono essere garantite qualità e trasparenza. Solo così il consumatore sarà davvero libero di fare una scelta consapevole.
La battaglia delle associazioni a favore dei diritti dei consumatori per la trasparenza e tracciabilità dei prodotti mira ad eliminare le opacità che purtroppo caratterizzano ancora il percorso dal campo alla tavola: il loro compito è quello di invitare i consumatori a tenere sempre alta l’attenzione ma “auspichiamo – dicono – anche ad una collaborazione delle Aziende ragusane attraverso un comportamento etico trasparente e responsabile”.