L’on. Pippo Digiacomo torna sulla vicenda aeroporto di Comiso con una lettera inoltrata in queste ore al Ministro Giulio Tremonti. Questo il testo integrale della missiva:
Caro Ministro Tremonti,
non so se Le arriva l’eco dell’indignazione generale che accompagna le vicende dell’aeroporto di Comiso rispetto all’atteggiamento tenuto dal Suo ministero nei confronti della struttura. Non parlo della mia di indignazione, ovviamente scontata e di parte, parlo di quella del Suo stesso partito nella persona di autorevolissimi rappresentanti. A partire da quella dell’on.le Minardo, unico parlamentare nazionale della provincia di Ragusa, per continuare con il sindaco di Ragusa Dipasquale, che doveva ricevere il decreto d’apertura dal Suo ex collega Angelino Alfano, subito dopo la sua rielezione (e ancora aspetta, non so se a mani giunte e/o aperte). Potremmo continuare con il ministro Prestigiacomo, che pare si sia adirata come una belva durante un Consiglio dei Ministri per la vergognosa vicenda Comiso, passando a prendere pure il collega Matteoli e l’altro Alfano (Peppe), sindaco di Comiso, che in primavera dovevano brindare insieme per l’apertura al traffico aereo nazionale e internazionale dell’aeroporto: ancora con i calici alzati sono, in dolce attesa della Sua firma, mentre le pecore ripuliscono i cigli della pista (si fa per dire)! Complimenti Signor Ministro, per il regalo che ci ha fatto: in termini di figuracce, ha fatto più strage Lei di dirigenti del PDL di quanta non ne abbia fatta di filistei Sansone con la sua mascella d’asino!
A proposito, la Regione Siciliana ha fatto il più del suo dovere sostituendosi al governo nazionale, mettendo 4.500.000 di euro per pagare i controllori di volo, altrimenti, campa cavallo! Ma qualcuno Le ha spiegato che l’apertura di Comiso è a costo zero, anzi, fin dal primo giorno d’apertura lo Stato incasserà bei soldoni? Mi sa tanto di no. Ultimo treno: leggo che Lei sta preparando un piano di rilancio della nostra economia. Se ancora una volta dovesse dimenticarsi dell’aeroporto di Comiso dovrei ricredermi sulla Sua volontà, almeno quella, di fare gli interessi del suo Paese: se non riusciamo ad aprire le opere complete e provviste anche di gestore che parliamo a fare di costruirne altre? Infine: gli stessi cinesi che ha ricevuto in queste ore volevano comprare l’impianto pagandolo anche il doppio di quanto è costato. La risposta ovviamente è stata picche. Il fatto è che a loro serviva. A noi no?