AEROPORTO DEGLI IBLEI: ANCHE IL CARGO PUO’ SALVARLO

Diciamocelo francamente: l.’ottimnismo legittimo ma leggermente esagerato dei vertici della Soaco e anche della Sac sui “numeri” dell’Aeroporto degli Iblei di Ragusa-Comiso non può non dirci che un aeroporto di tal nome se non raggiunge un milione di passeggeri l’anno non è facile gestirlo. Se aggiungiamo che data la sua classificazione di “non interesse nazionale” (e figurarsi internazionale!) ci costringe a sborsare la bella sommetta di un paio di milioni di euro l’anno per i servizi di controllo voli, il calcolo è fatto. La struttuira aeroportuale Ragusa-Comiso senza immissioni di buone nuove finirà per entrare nell’area di crisi come tanti, molti aeroporti italiani. Un  vero peccato al quale la Regione, lo Stato, lo stesso Enav e quindi il Ministero dei trasporti e quello dell’economia devono porre rimedio.

Ed allora la proposta, per ora solo ufficiosa ma che noi modestamente conosciamo in qualche dettaglio, di una sede cargo europea e nordafricana proprio a Comiso ci pare davvero straordinaria. Nei fatti si tratta di un gruppo imprenditoriale turco che sappiamo essere all’avamguardia in Europa, vista la mancanza di spazio adeguato negli aeroporti della Turchia (compreso Istanbul che, lo ricordiamo in 28 mesi costruirà il terzo aeroporto della metropoli) Comiso ha una posizione felicissima, gli spazi enormi adeguati, i collegamenti co n l’Africa del Nord e l’Europa del nord ed occidentale, perchè non fare una centrale cargo proprio quì da noi dove poter immagazzinare merci pregiate che  si trasportino via arerea?.

Cosa occorre per questa fantistica novità che porterebbe all’aeroporto degli iblei flusso di cargo enorme, assunzione di personale a centinaia di unità, strutture per immagazzinare merci e trasporti interni, mezzi di trasporto locali, e regionali? In attesa del passaggio alla proprietà comunale dei bunker dove venivano alloggiati i missili cruises che di merci ne possonni immagazzinare ad iosa, strutture idonee come capannoni per decine e decine di migliaia di metri quadri. Non abbiamo le rirsorse per costruire i capannoni? Niente paura li faranno gli imprenditori turchi in pochissimi mesi scalando annualmente l’onere della locazione da dare all’aeroporto con la quota di spesa sostenuta !!

Ed allora? Allora bisogna muoversi con immediatezza sebbene con accortezza, bisogna subito andare ad Istanbul, incontrare gli interessati, sottoscrivere un impegno preliminare e dare l’ok per il più grande hub europeo di cargo che farebbe diventare l’aeroporto degli iblei una vera e propria “centrale” per il commercio, l’industria, il turismo, di mezza Europa e di mezza Africa. Ma occorre prontezza, dinamismo burocratico, capacità di sintesi, muoversi con coraggio anche se con la dovuta “accortezza”, far vedere insomma che siamo capaci di un progetto di enorme spessore eonomico, forse unico, come quello che abbiamo descritto.

Saremo capaci di tutto ciò? Se permettete non rispondiamo a questa domanda perchè sappiamo che per un contratto di tal genere la Turchia si presenterebbe con due persone (Rapprentante del Gruppo imprendoriale e delle compagnie aeree), mentre abbiamo fatto il calcolo che per noi dovrebbero sottoscrivere l’accordo 53 persone (per conto del Comune di Comiso, Soaco, Sac , Intersac, provincia regionale di Ragusa, Regione Sicilia, Assessorato ai trasporti, Assessorato alle infrastrutture,  Ministero dell’aviazione civile, Enac, Ministero dell’Economia, Enav, Ministero del Commercio, Ministero degli Esteri, Ministero per il Commercio estero, Ministero della difesa per i bunker, Comunità Europea, etc etc).

E quindi?