Sono davvero preoccupanti le affermazioni del Vice Presidente della S.A.C. sull’aeroporto di Comiso, pronto ad essere aperto, pronunziate in occasione dell’incontro organizzato dall’associazione “Territorio” giovedì scorso.
Possono condensarsi nei seguenti punti :
A) Non ci sono tutte le garanzie per aprire la struttura.
B) Si apre perché lo vuole il territorio.
C) Non ci sono sufficienti fattori economici e di sistema per lo sviluppo di tale infrastruttura; ad esempio non c’e un “progetto turismo” che ancora e’ lontano da venire e bisogna costruire la “cultura dell’accoglienza”.
D) Le compagnie low-cost (e non solo) costano e il territorio (enti-istituzioni locali) deve trovare le risorse per finanziare tali costi.
Dall’ altra parte a noi, imprese e cittadini, e’ dato conoscere il seguente stato dell’arte:
1) Le procedure di consegna sono praticamente completate.
2) Sono state finanziate, da parte della Regione Siciliana, tutte le esigenze di start-up e messa a regime dell’infrastruttura con 4,5 milioni di euro (compresi i costi di assistenza al volo).
3) Soddisfatte tutte le necessita’ concessorie volute dalla burocrazia.
4) La perentoria e opportuna richiesta del sindaco di Comiso, tramite il prefetto, della finale conferenza di servizio fra tutti gli enti coinvolti per accelerare le operazioni di apertura.
Rimane sullo sfondo il “vulnus” del mancato finanziamento, da parte del governo nazionale e segnatamente del dicastero di Tremonti, dei servizi al volo riconosciuti a tutti gli altri scali aerei nazionali con lo stesso status che hanno il riconoscimento dell’inserimento nel piano nazionale del trasporto aereo come riconosciuto anche a Comiso.
Per questo tema ci sono ” lavori in corso” e non demorderemo!
Diamo sostanza alle prima citate preoccupazioni ma, sopratutto, verifichiamo le soluzioni e chi deve fornirle a cui , caso mai, rivolgere le domande relative.
Quali sono le garanzie che mancano ?
Volete, per favore, declinarne pubblicamente qualità e quantità?
Alla nostra osservazione ci sembra veramente incredibile ottemperare altre esigenze e deficit dopo quello che e’ stato fatto e al punto in cui siamo !
Certo che il territorio ne vuole l’apertura; lo vogliono i cittadini e le imprese che vorrebbero soddisfatte le loro legittime esigenze di sostegno alla crescita e di domanda trasportistica ad iniziare, appunto, dal turismo.
Per gli insufficienti elementi economici nell’area di riferimento si può dire che “il cane si morde la coda”: Abbiamo abbondantemente citato dati, cifre, analisi sulla crisi nella crisi del modello Ragusa ma una cosa e’ certa: chi e’ protagonista e responsabile del governo di questo modello e del suo rilancio deve trovare soluzioni e non frapporre ostacoli !
Se la struttura non apre, in tempi celeri e certi, e non va a regime non potremo ottenere quegli effetti positivi sul quadro economico; la cartina di tornasole è, ad esempio, il “fatto” che cospicui investimenti nel turismo (appunto) sono completati da anni e che la loro competitività continua ad essere sminuita dal deficit infrastrutturale del non operatività dello scalo aeroportuale di Comiso.
Sulla mancanza del “progetto turismo” e del deficit della cultura dell’accoglienza possiamo concordare ma chi pronuncia questa affermazione è co-protagonista, da anni, dell’aggiornamento del modello; rappresentanti di categoria, istituzioni preposte, operatori e componenti di consigli di amministrazione, presidenti e vice presidenti, amministratori pubblici e privati non hanno mai tracciato una proposta compiuta e piani operativi in questa direzione . Ma dobbiamo essere fiduciosi !
Sull’ esigenza, poi, che l’infrastruttura debba ottenere, ancora e in più, ulteriori risorse pubbliche per la messa a sistema bisogna essere molto chiari:
Significa operare trasferimenti pubblici (scarsi e poco disponibili) a imprese e iniziative private ?
Se si come, quando e perché ?
Non possiamo e non dobbiamo replicare, in tal senso, il modello della formazione universitaria in questa provincia che ha investito ingentissime risorse pubbliche, materiali ed immateriali, senza averne un giusto ritorno e con un bilancio , di questi giorni, a dir poco quasi fallimentare !!
Ed ancora chi ha, con convinzione e spirito imprenditoriale, investito con iniziale solerzia e ampia disponibilità, sulla intrapresa dell’aeroporto di Comiso cioè Sac – Soaco (completando efficacemente il totale controllo del sistema aereotrasportistico della Sicilia Centro Orientale) deve, come ogni impresa, dare corso al ritorno di tale corposo investimento; se non lo facesse, questo si, metterebbe a repentaglio non solo i propri bilanci ma anche quelli dell’ intero territorio ( di Ragusa, Catania e del Sud Est) e del suo rilancio economico-sociale.
E’ tempo che si espliciti, subito, il piano industriale nelle caratteristiche strategiche, nei modi e nei tempi per permettere a ogni componente coinvolto di fare la propria parte !
Una cosa e’ certa. La previsione della domanda di trasporto aereo prevede (fonte ENAC con anno beanchmark 2009) un incremento nel mondo di oltre 100 milioni di passeggeri con una fetta per l’ Italia di oltre 9 milioni nei prossimi 20 anni se si realizzano compiutamente le razionalizzazioni e gli investimenti nelle infrastrutture.
A nostro sommesso parere tali interventi sono necessari in tutte e due le strutture aeroportuali di Catania e di Comiso e sull’insieme dei servizi dedicati a queste sedi che risultano , molte volte, veramente insufficienti.
Gli amministratori e i dirigenti della Sac e della Soaco devono rispondere alla loro base societaria degli investimenti effettuati che devono dare risultati; naturalmente devono anche ricordare che fra gli azionisti ci sono, appunto, i territori che li hanno voluti.
Gli elementi ci sono tutti per accogliere, nella nostra realtà, l’aumento dell’ alta domanda di traffico che c’e già oggi con sicuri incrementi per il futuro (certificato dalla ripresa del fatturato del 2010 dopo i due anni di leggero decremento del 2008-09); ne e’ l’esempio la crescita esponenziale del traffico sull’ aeroporto di Trapani-Birgi che e’ passato da 500.000 passeggeri a oltre 1,5 milioni nel 2010 (se si considera il sistema Palermo/Trapani l’incremento e’ stato di oltre 1 milione di passeggeri).
Solo chiarendo fino in fondo tali aspetti si potrà valutare la congruità di impegnare ulteriori risorse pubbliche in tale direzione che devono essere iscritti quali investimenti con relativi ritorni da imputare al rilanciato nuovo modello di sviluppo ragusano e non solo.
Altrimenti, pena il fallimento, daremo un’altra prova di “pubblicizzazione dei sacrifici e privatizzazione dei benefici” .
Il tempo dell’ attesa e’ finito : attendiamo, quali rappresentanti di categoria, operatori economici e cittadini, compiute risposte e fatti concreti.