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Ragazza ubriaca torna in carcere. Era affidata in prova. Anche un giovane di Modica dietro le sbarre dopo aver evaso i domiciliari
04 Nov 2024 12:38
Il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Modica ha portato a termine l’esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Ragusa nei confronti di una donna di 40 anni, di origini marocchine e residente a Modica.
La misura restrittiva è scaturita da una serie di violazioni comportamentali da parte della donna, che si trovava già in regime di affidamento in prova dopo una condanna definitiva per guida in stato di ebbrezza. Nonostante l’opportunità concessa per intraprendere un percorso rieducativo, la donna è stata segnalata due volte nell’arco di pochi giorni per ubriachezza molesta, costringendo le forze dell’ordine a intervenire.
Gli agenti del Commissariato sono intervenuti in due occasioni durante i consueti controlli, trovando la donna in evidente stato di ebbrezza e in escandescenza . Secondo quanto riportato, i comportamenti della 40enne hanno portato scompiglio tra i passanti e sono risultati irrispettosi verso gli inviti degli agenti a mantenere un contegno adeguato.
Alla luce delle violazioni ripetute, l’Autorità Giudiziaria ha ritenuto che fossero decadute le condizioni necessarie per proseguire con la misura alternativa dell’affidamento in prova. La Procura ha quindi ordinato la revoca della libertà vigilata, disponendo il trasferimento della donna presso il carcere femminile di Catania, dove sconterà la pena residua.
I militari della Stazione di Modica hanno dato invece seguito ad un altro provvedimento di sostituzione della misura degli arresti domiciliari con la custodia cautelare in carcere emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ragusa.
Il provvedimento ha avuto come destinatario un 26enne residente e gravitante nel territorio della Contea, noto agli operatori di polizia, in quanto costantemente orientato al mancato rispetto delle prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria. L’ultima violazione commessa ha comportato l’impegno di una pattuglia per la sua ricerca, vista l’ennesima assenza dal suo domicilio durante un controllo da parte dei militari.
Il Reparto procedente non ha potuto fare altro che chiedere all’Autorità competente l’emissione di una misura maggiormente limitativa della sua libertà personale, vista l’impossibilità di rendere compatibile la sua estrosa personalità e la sua inclinazione a violare in modo perpetuo le prescrizioni imposte con il regime domiciliare.
L’insieme delle violazioni, compendiate dalla Stazione di Modica, ha fatto sì che sul giovane pendesse un carico accusatorio di rilievo, tale da destare preoccupazione per le derive che la sua pericolosità sociale avrebbe potuto comportare all’ordine pubblico della città.
Pertanto, si è resa necessaria la sostituzione del regime limitativo precedente con la custodia cautelare in carcere.
Dunque, avendo posto un freno concreto al costante disprezzo delle regole sociali e delle prescrizioni impartite dall’Autorità Giudiziaria, il periodo di reclusione dovrebbe consentire all’interessato di dedicarsi precipuamente alla riabilitazione della sua fuorviante personalità.
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