L’agricoltura ragusana è notoriamente la più avanzata e quella a più alta PLV della Sicilia. In particolare la produzione agricola ragusana eccelle nelle orticole sia in pieno campo che in coltura protetta. La comunità agricola ragusana, da sempre ha rivendicato in Sicilia ed in particolare nel territorio ibleo la nascita di centri di ricerca e sperimentazione al servizio della orticoltura, quali strumento di sviluppo e di rilancio per tutto il settore.
Dopo decenni di lotte e di rivendicazioni, finalmente in provincia di Ragusa sono sorti tre presidi
1) ASCA (Analisi e Servizi per la Certificazione in Agricoltura) ad Ispica
2) Centro di Ricerca Ibleo di C/da Perciata a Vittoria
3) Campo di selezione clonale per i vitigni autoctoni e reliquie, impiantato presso l’azienda Don Pietro a Comiso
L’ASCA doveva rappresentare lo strumento di eccellenza nella certificazione e controllo degli alimenti dell’agroalimentare siciliano a supporto del Sistema qualità dei prodotti agroalimentari siciliani denominato “Sicilia Agricoltura”, istituito con D.A. 214 del 28/02/2006.
La struttura è stata completata nel giugno 2009 e si stima che siano stati spesi all’incirca 7,5 milioni di €.
Il laboratorio, grazie al lavoro ed alla competenza del personale che vi ha operato è riuscito ad ottenere l’accreditamento al SINAL (Sistema Nazionale per l’Accreditamento dei Laboratori), oggi ACCREDIA (ente italiano di accreditamento), era riuscito a rendere operativi diversi settori quali Laboratorio Chimico, Laboratorio OGM, Laboratorio di Microbiologia, Laboratorio Sensoriale.
Una struttura che doveva rappresentare l’eccellenza nella certificazione e controllo degli alimenti dell’agroalimentare siciliano.
Il Laboratorio dispone di ampi locali, di proprietà della regione, (circa 2.000 mq adibiti a laboratori ed uffici e spazi esterni per circa 40.000 mq) e di valide attrezzature tecniche di indagine analitica.
Esattamente due anni dopo, nel giugno 2011, tuttavia, il laboratorio ha cessato tutte le attività di analisi. La Regione non ha rinnovato i contratti dei collaboratori co.co.pro, ed ha annullato le risorse economiche nel bilancio della Regione.
Tutto quello che di buono era stato costruito è andato in fumo.
il Centro di Ricerca Ibleo, di c/da Perciata era nato da un accordo tra la Provincia di Ragusa, facoltà di Agraria dell’Università di Catania e Amministrazione Regionale, dopo un faticoso parto durato anni. Il centro aveva come mission quella di attenzionare la ricerca applicata in serricoltura e si era dotato tra l’altro di strutture serricole per operare la sperimentazione e laboratori chimici per le analisi di materiali plastici, malattie, acque e terreni. Per questo progetto si stima siano stati spesi all’incirca 1,5 milioni di €, di fondi provinciali (ex INSICEM) e regionali, ma così come l’ASCA attualmente il Centro non svolge alcuna attività di ricerca a causa della scadenza dei contratti dei ricercatori. Tutto il centro aziendale è stato abbandonato. Anche in questo caso tutto è andato in fumo.
Il campo di selezione clonale per i vitigni autoctoni e reliquie, impiantato presso l’azienda Don Pietro è una azienda di proprietà della Regione dove sono stati impiantanti circa 8 ettari su cui sono stati collezionati tutti i presunti cloni delle diverse varietà autoctone siciliane.
Un lavoro di ricerca molto ambizioso e utile che per la prima volta ha fatto registrare una collaborazione di diversi enti, quali SOAT, UOS, Università , consulenti vari, che con grande competenza e spirito di servizio hanno contribuito all’avvio delle attività.
Di recente, solo per la ristrutturazione dei fabbricati sono stati spesi 5 milioni di €, oltre a diversi altri milioni di €, non facilmente quantificabili per il lavoro dei ricercatori e personale per l’impianto e cura del vigneto.
Da circa due anni il vigneto, con il prezioso e raro patrimonio genetico recuperato è in stato di totale abbandono, non si effettuano le operazioni colturali necessarie al mantenimento del vigneto e tutto è tristemente compromesso.
Qualsiasi commento risulta superfluo; Tre perle di ordinaria incuria, spreco di denaro pubblico e soprattutto di disinteresse verso il settore agricolo siciliano e ragusano.
Il presidente Crocetta attenzioni questa realtà e si qualifichi per entrare nel merito delle strutture che hanno governato l’agricoltura in Sicilia, ponendo rimedio allo scempio che i suoi predecessori hanno determinato.
Bisogna da subito sedersi attorno ad un tavolo con i diversi soggetti e pianificare e riqualificare la presenza delle strutture operative dell’Assessorato all’Agricoltura in Sicilia ed in provincia di Ragusa.
In questo contesto crediamo che un ruolo propositivo ed importante lo possano svolgere gli enti locali ed in particolar modo il Comune di Vittoria, in quanto Comune ove opera la più grande struttura mercantile del meridione d’Italia.
La strada da perseguire dovrà essere quella di puntare ad un presidio di ricerca e sperimentazione che abbia come mission principale il progresso tecnologico ed economico del settore delle colture protette in Sicilia.
Da qualche tempo, fra gli addetti ai lavori se ne parla, ma ora è giunto il momento di concretizzare il Parco Tecnologico della serricoltura, un polo di eccellenza che veda insieme, senza troppe sovrastrutture burocratiche, le strutture tecniche della Regione, l’Università, strutture mercantili e singoli imprenditori “leader” quali portatori di interessi specifici nel settore agricolo.