AIELLO RISPONDE A NICOSIA

“Ancora una volta, l’attuale sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, con la fregola da campagna elettorale di voler dimostrare alla città di aver fatto qualcosa in questi cinque anni, mentre tutti sanno che è il contrario e non possono bastare gli ultimi giorni a raddrizzare un giudizio complessivamente negativo, continua a confondere causa e effetto sulla delicata questione della ristrutturazione dell’ex Ferrhotel”. Il presidente di Azione democratica, Francesco Aiello, candidato a sindaco con il sostegno di Mpa, torna a ribattere alle accuse del primo cittadino che, ancora una volta, interpreta il fenomeno immigrazione come se si trattasse di un problema, sbagliando, per questo motivo, tempi e obiettivi. “Ribadisco ancora una volta – chiarisce Aiello – che la struttura è inadatta e non si presta allo scopo. Nel rifuggire le accuse di razzismo che mi vengono riversate contro (è la mia storia personale a parlare per me), vorrei, intanto, capire le ragioni per cui questa sede, che era stata comprata con una finalità amministrativa ben precisa, quella di trovare una sistemazione alla Polizia municipale, deve ora vedere stravolte in corsa le proprie prerogative. Tutto ciò non ha senso se non per soddisfare il procedere all’impazzata del sindaco uscente che tenta di recuperare l’irrecuperabile. Il progetto, se ben gestito, può essere utile. Ma è l’allocazione che risulta senz’altro insensata. Bisogna essere accorti e pratici. Occorre trovare un’allocazione più idonea. Anche per piazza Senia c’erano buone intenzioni. E sappiamo come è finita”. Aiello, poi, aggiunge che condivide in pieno il giudizio su padre Beniamino Sacco. “Ha interpretato – spiega – nel modo migliore la necessità dell’assistenza e del supporto, anche psicologico, da fornire ai migranti. Per quanto riguarda i giudizi che Nicosia fa sul sottoscritto si possono, invece, definire con una sola parola: meschini. Ma se vengono fatti dall’attuale sindaco, ancora per poco, si rovesciano senz’altro in complimenti. Peccato per Nicosia che Vittoria si sia risvegliata da questo stato di torpore. E ha ben compreso chi si identifica con l’anima reale della città. Non certo un sindaco che per cinque anni è rimasto a guardare che ci consumassero i disastri più assoluti, in tutti i settori della nostra Vittoria”.