La ‘cosa pubblica’ non è poi sempre così sentitamente pubblica. Per un verso o per un altro capita spesso di assistere a manifestazioni di imbarazzante menefreghismo o, quando individuiamo un qualsiasi vantaggio -non si fa niente per niente-, di attaccamento e difesa estreme.
Carmelo Comisi, a tal proposito, scrive di una situazione di ‘imbarazzante menefreghismo’ all’interno degli uffici comunali di Vittoria:
“Spesso, quando esco la sera, anzi spessissimo da quando il clima lo permette, le luci dell’ufficio comunale che ho di fronte casa sono accese, come se ci fosse qualche dipendente stacanovista che lavora fino all’alba. Per sentito dire so che la medesima situazione è prassi in quasi tutti gli uffici pubblici, non soltanto in quelli vittoriesi.
Se ci si interroga sul perché di tale situazione, l’unica e ovvia risposta è che quando si pensa alla cosa pubblica, ai soldi pubblici, non ci si sente comproprietari e corresponsabili, pertanto se ne fa uso, spreco e abuso a tutti i livelli. Così dagli amministratori agli amministrativi, ovviamente e fortunatamente non da tutti ma da parecchi, vediamo tenere comportamenti leggeri e menefreghisti quando si occupano del patrimonio pubblico.
Nello specifico, non controllare che le luci siano spente prima di andare via è una mancanza d’accortezza che, se pensiamo alle salate bollette domestiche, grava in maniera non così lieve sulle tasche dei contribuenti. Purtroppo però, non potendo far leva sulla responsabilità dei molti, sarebbe bene adottare altre misure, ad esempio contatori a timer che dopo un certo orario smettono di erogare elettricità. In questo modo quegli inquinanti e dispendiosi dispositivi, quali le luci e l’aria condizionata, si spegnerebbero automaticamente al termine dell’orario lavorativo.
Vorrei che ci fosse maggiore rispetto per le cose di tutti ma, tristemente e realisticamente conscio della natura umana, non essendo possibile pretendere e ottenere da tutti un simile comportamento, mi piacerebbe che si prendessero certi ovvi provvedimenti.”