Se l’erba del vicino è sempre la migliore, il detto non vale per il settore dell’orticoltura siciliana. Grazie al progetto “L’Ottagono”, che ha creato una rete di produttori e ricercatori, le imprese che hanno aderito hanno avuto la possibilità di sviluppare obiettivi comuni sfruttando protocolli innovativi nel campo dell’agricoltura, conoscenze e ricerche scientifiche applicate al settore e il know-how di altre realtà. Si è arrivati a proficui risultati nella coltivazione di pomodori, pomodorini, zucchine, melanzane e peperoni e già la prossima settimana inizierà la fase di raccolta e di trasformazione. Si è dunque al giro di boa per il progetto “L’Ottagono” i cui risultati, contenuti nella relazione intermedia, sono stati presentati stamani a Ragusa, presso la “Cuccagna In”, nel corso di un convegno che ha visto esperti e relatori a confronto, tra cui Edoardo Puccio, coordinatore di una delle azioni, Alfonso Sciortino, coordinatore scientifico, Fabio D’Anna, presidente dell’Ites. I lavori sono stati introdotti e moderati da Franco Celestre, esperto agronomo, che ha ricordato l’attivazione del progetto avvenuta all’interno del Psr Sicilia 2007-2013 mis.124 – 1° sottofase. E’ stato Puccio a presentare lo stato del progetto e i vari interventi finora sviluppati che hanno previsto il trasferimento delle ricerche nel settore ortofrutticolo e nel campo della trasformazione dei prodotti agricoli.
“Abbiamo avviato la coltivazione sottoserra – spiega Puccio – e siamo già arrivati alla fase della raccolta e poi della trasformazione. Dai prodotti andremo a realizzare salse, paté, semilavorati per altre filiere. Abbiamo inoltre sviluppato la fase della formazione professionale degli addetti e, dopo aver pianificato la coltivazione in serra, è stato predisposto l’avvio della fase di trasformazione in appositi stabilimenti”. Innovazioni tecnologiche riprese nell’intervento del prof. Sciortino mentre il prof. D’Anna ha parlato dei progetti di ricerca del Consorzio Ites. Il progetto proseguirà adesso con le fasi successive sviluppando i risultati di alcune ricerche effettuate da Università ed Enti specializzati sulle piattaforme produttive. L’obiettivo è la qualità ma al tempo stesso la sicurezza alimentare.