AL TEATRO GARIBALDI DI MODICA “L’AVARO” DI MOLIÈRE

 Con la fantastica interpretazione di Lello Arena nel suo Arpagone, vecchio avaro posseduto dal denaro, si è assistito ieri al Garibaldi di Modica alla prima dell’Avaro “di Molière , commedia del 1668.

I personaggi, riporta la nota della Bon Voyage Produzioni, sembrano addirittura attraversare le epoche (come se la tela si aprisse nel ‘600 e calasse sul 2000) in una successione di stili che si snoda nell’immutabilità della trama originaria. Intorno un perimetro, quasi museale, di teche che custodiscono una nutrita e cangiante collezione di sedie (il collezionismo come altra declinazione dell’avarizia: ossessione del possedere?). Sedie di epoche diverse in cui è possibile leggere il segno del potere, ma anche quello dell’assestamento e, conseguentemente, dell’impigrimento e della devitalizzazione.

Arpagone è un vecchio avaro che decide di far sposare al figlio una vedova molto ricca e alla figlia un marchese che aveva rinunciato alla dote di lei. La pièce teatrale si sviluppa sui rispettivi sentimenti dei figli che contrastano la volontà del padre: Elisa è innamorata del valletto Valerio mentre Cleante è innamorato di Marianna, la giovane che suo padre vorrebbe sposare.

A distanza di circa tre secoli da quando la commedia fu scritta (1668), “L’avaro” viene riproposto in una ritmica recitativa incalzante che mira all’esasperazione del vertiginoso virtuosismo teatrale del testo. Molière nella sua commedia inserisce e mescola temi diversi: l’amore, il matrimonio, i malintesi, gli intrighi.

Una commedia esilarante che ha condotto gli spettatori del Garibaldi ad assistere alla presentazione di un grande classico, straordinario e divertente.

Per la regia di Claudio Di Palma lo spettacolo vede la presenza di Fabrizio Vona, Francesco Di Trio, Giovanna Mangiù, Gisella Szaniszlò, Eleonora Tiberia, Fabrizio Bordignon, Enzo Miron.