A Vittoria gli alberi vengono potati così: questa è la zona del Calvario, e pochi giorni fa i cittadini si sono svegliati con gli alberi praticamente estirpati (si tratta del falso Pepe), con la giustificazione dei danni irreversibili ai marciatipiedi e alle strutture circostanti.
Si ripropone, dunque, la questione del verde pubblico a Vittoria. E’ l’associazione Fareverde a porre la questione: “Ma nulla si poteva fare per salvare questi monumenti della natura?”, dichiarano.
“Alberi adulti che hanno raggiunto ormai le massime dimensioni per evitare questo massacro, non si poteva creare su quel breve tratto di strada un senso unico di marcia? Per poi ripristinare i marciapiedi allargandoli per i pedoni , salvando capre e cavoli”.
Ma non solo. Gli alberi, com’è noto, oltre a dare alla città un indiscutibile valore estetico e naturalistico, sono funzionali ad ossigenare il territorio e danno un vantaggio a tutta la comunità.
Fare Verde Vittoria chiede ancora una volta agli nostri amministratori un’ adeguata sensibilità e soprattutto una reale programmazione con figure competenti per evitare di ripetere clamorosi errori.
“Ad oggi le scelte fatte lasciano molte perplessità, sia sulle competenze che sulla la sensibilità riguardo il verde in città, sbandierate solo a parole.
Nessuna compensazione ci risulta fatta sugli alberi estirpati in Piazza Del Popolo, inoltre sull’intenzione del recupero di questi alberi (ficus nitida), sono state maldestramente fatte scelte approssimative ed inadatte con il risultato che molti di questi alberi ricollocati sono morti.
La relazione tecnica del 14/01/2022 a cui si è affidato il comune nell’operazione di ricollocamento degli alberi di Piazza Del Popolo, che parlava di buona probabilità di attecchimento in aree idonee in un periodo dell’anno che non và oltre febbraio-marzo è stata totalmente inascoltata.
Ci chiediamo se l’estirpazione degli alberi di Piazza del Popolo era la priorità assoluta per la città e se c’era la volontà di salvare questi alberi non sarebbe stato giusto aspettare l’anno dopo per il ricollocamento degli stessi fatto nei mesi giusti e in un terreno adatto e non su un terreno misto a materiale di risulta, minando con questi criteri, quella “buona probabilità di attecchimento” che era giusto dare a questi esseri viventi”, conclude FareVerde.