Aldo Caruso, esponente del Centro Destra Vittoriese, prima in Forza Italia (dove ha ricoperto gli incarichi di Tesoriere, di Segretario Amministrativo e di Vice Segretario Politico) e poi nel P.D.L:, lascia le fila del proprio Partito in polemica con i vertici politici iblei del Popolo delle Libertà, non sono sassolini quelli che Caruso si toglie dalla scarpa ma veri e propri macigni:
Dichiara Aldo Caruso : “… in questo P.D.L. non mi riconosco più, quando, insieme ad altri amici, ho aderito a Forza Italia quel Movimento era pervaso da una forza riformatrice che metteva il cittadino al primo punto del proprio programma elettorale, volevamo essere il vento che avrebbe spazzato via tutto il marcio che era emerso da tangentopoli, il volto nuovo della politica italiana. Nel territorio ibleo il P.D.L. non è nemmeno un partito nato da quella basilare forma di democrazia che sono i congressi ma una entità commissariata dal plenipotenziario di turno, gestita in forma autoreferenziale grazie anche ad una ristretta cerchia di amici …” . E’ un fiume in piena Aldo Caruso, una forza alimentata da tante, troppe delusioni : “… le più alte espressioni politiche provinciali del P.D.L. hanno sempre trattato Vittoria come una serbatoio di voti a cui attingere nel periodo elettorale, un territorio a cui non hanno saputo e voluto dare alcunché una passerella, nemmeno privilegiata, di brevi apparizioni troppo inconsistenti per saziare i bisogni e le necessità di questa terra e della sua popolazione, oggi il disastroso risultato elettorale conseguito dal P.D.L. nella Provincia di Ragusa in occasione delle ultime regionali non è solo l’onda lunga dello tsunami politico che ha travolto il P.D.L. in tutta Italia ma anche e soprattutto la conferma del fallimento di una serie di scelte politiche e gestionali inefficaci, di commissariamenti vacui ed inutili, dell’incapacità di mettersi in sintonia con i veri bisogni della gente.
Una débàcle elettorale (che peraltro faceva seguito ai pessimi risultati ottenuti in occasione delle amministrative che l’avevano preceduta) che doveva imporre un radicale cambio di marcia da parte dei quadri dirigenti, passando attraverso una seria e sincera analisi del voto per giungere ad un oramai improcrastinabile rilancio dell’azione politica attraverso una radicale riorganizzazione del partito ed il coinvolgimento della base.
Invece, ancora una volta, hanno imperato il silenzio e l’immobilismo, per questo, pur continuando ad aderire agli ideali espressi dal Centro-Destra ho deciso di lasciare il P.D.L. consumando questo passaggio in forma pubblica ed inequivoca, l’oramai prossima competizione elettorale per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica non mi vedrà impegnato nel tentativo di coinvolgere l’elettorato in una battaglia a vantaggio di una classe politica che avverto distante e distratta, sempre più sorda ai quotidiani problemi delle fasce più deboli della nostra gente…”.