Un Liolà al limite del musical messo in scena domenica sera al teatro don Bosco di Ragusa dalla compagnia teatrale La raccomandata ci ha sorpreso tutti ma non perché non ci aspettavamo questo ottimo livello da parte di Alessandro Sparacino regista ed interprete del capolavoro pirandelliano, ma in quanto un’opera così difficile, dal dialogo così incalzante e dal dialetto così ben “mischiato” tra il catanese, il siracusano, il modicano e persino lo sciclitano con pochissime parole agrigentine (ad esempio: caiordo) non l’avevamo mai vista. Ma la sorpresa vera è stata quella di avere ancora una volta apprezzato la maturità artistica di Alessandro che ha dato sicurezza a tutti gli attori al “rimorchio” del loro regista e che li ha letteralmente avviati ad una performance davvero notevole se si pensa appunto al ritmo imposto ed alle meravigliose “entrate” di ogni attore al momento giusto e con i toni giusti. Commedia estremamente complessa dalla quale tre o quattro particolarità sono emerse quasi a descrivere i confini tra il momento particolare dell’autore quando scrisse Liolà e la trasposizione dell’amore paterno verso il figlio prigioniero che Alessandro ha riversato pari pari in Paliddu, Caliddu e Tiniddu. Insomma il teatro come lo vogliamo noi e come lo vuole il pubblico che ha salutato Alessandro ed i suoi con applausi a scena aperta e finali al limite dell’ovazione. Un solo appunto vogliamo fare alla “Raccomandata” ed è quello di rifare, per Liolà ma anche per altre opere una scenografia maggiormente curata anche se la battutaccia di quel vecchio volpone del teatro Giorgio Sparacino “dateci i soldi e la faremo meglio” è purtroppo vera anzi verissima.
(Franco Portelli)