Pesa poco più di un chilo, ma svolge oltre cinquemila funzioni, tutte essenziali al nostro organismo. Per citarne qualcuna, converte il cibo in nutrienti, immagazzina zuccheri, vitamine e minerali; sintetizza, processa e secerne sostanze necessarie alla coagulazione del sangue, ormoni e proteine; produce agenti immunitari per combattere le infezioni; contribuisce alla digestione dei grassi attraverso la bile; catabolizza le sostanze dannose e i farmaci che assumiamo; rimuove tossine dal sangue, etc.
Stiamo parlando del fegato, uno degli organi vitali per l’organismo, che nonostante la sua importanza, è molto spesso trascurato. Forse perché è molto tollerante? Il fegato, infatti, assolve i propri compiti anche quando è danneggiato fino al 70% della sua estensione! Bisognerebbe, invece, porre massima attenzione a ciò che si mangia e si beve: ogni sostanza che introduciamo, prima o poi, passa dal fegato. Una dieta sbilanciata e uno stile di vita scorretto, infatti, possono sovraccaricare il lavoro di quest’organo, riducendone l’efficienza e aumentando il rischio patologie a suo carico e/o disordini metabolici. Sovrappeso, obesità, problemi cardiovascolari, astenia cronica, disturbi gastrointestinali e allergie, sono solo alcune delle condizioni che un fegato non in salute può scatenare.
Quando l’alimentazione non è adeguata, infatti, il fegato fatica il doppio, ma fortunatamente è anche in grado di rispondere efficacemente all’effetto disintossicante di alcuni alimenti e, più in generale, a una rieducazione alimentare complessiva.
Come regola generale, è bene adottare un’alimentazione varia e bilanciata, ricca di vegetali e ortaggi di stagione, e basata su alimenti “veri”. Occorre, poi, non eccedere con l’assunzione di zuccheri semplici (dolci, caramelle, cioccolatini, bibite zuccherate) e carboidrati raffinati (farine bianche, biscotti, prodotti da forno), e eliminare o limitare al massimo tutti gli snack e surrogati, i pasti preconfezionati e i condimenti industriali.
C’è poi un potenziale nemico numero 1 del fegato: l’alcol. Questa molecola, infatti, rappresenta una delle maggiori cause di steatosi (“fegato grasso”) e la seconda causa di cirrosi in Italia. Bastano, infatti, 80 grammi di alcol al giorno (circa 6-7 bicchieri di vino) per innescare danni epatici che, nel tempo, degenerano prima in steatosi e poi in epatite cronica e cirrosi. Non solo, la metà di questa dose giornaliera – nello specifico, 40 grammi per l’uomo e 30 grammi per la donna – rappresenta già un fattore di rischio. È fondamentale, quindi, non abusare di alcun tipo di bevanda alcolica, e se il fegato è già sofferente, occorre eliminare totalmente l’alcol dalla propria dieta. E drink e cocktail? Ebbene, i parametri dai quali dipende il danno epatico prodotto da questi alcolici non dipendono solo dalla dose ingerita, ma anche dalla presenza di zuccheri aggiunti e altri additivi. Infine, pare che forti bevute occasionali, peggio se frequenti, siano più dannose di un consumo alcolico moderato e regolare.
Ci sono, invece, alcuni cibi che svolgono un ruolo mirato nei confronti di quest’organo, supportandone la disintossicazione e/o il metabolismo. Alcuni contengono nutrienti fondamentali per supportare le funzioni epatiche, come vitamine del gruppo B, acido folico, antiossidanti (beta-carotene, vitamine C ed E), selenio e glutatione. Quest’ultimo, in particolare, è uno degli antiossidanti più importanti, sintetizzato nel nostro organismo, ma anche presente in determinati cibi, come arance, carote, fragole, pesche e spinaci. Altri alimenti, invece, esplicano un ruolo più “protettivo”, anche in base alla modalità di cottura e/o di preparazione. Di seguito, un vademecum con i cibi da non far mai mancare al nostro fegato.
– Come blatero sempre, bere la mattina a digiuno un bicchiere d’acqua tiepida/calda con il succo di limone fresco appena spremuto contribuisce a “ripulire” il fegato, promuovendone le attività disintossicanti e stimolando la produzione di bile, oltre che depurando stomaco e intestino, di cui normalizza anche il movimento fisiologico. Le stesse proprietà appartengono al pompelmo.
– Aglio e cipolle: si tratta di due cibi ricchissimi di composti dello zolfo e di glutatione, utili per coadiuvare le attività enzimatiche di detossificazione epatica; inoltre, l’aglio contiene anche selenio e allicina, altri elementi preziosi.
– Carciofi e spinaci: forniscono acido folico e altre vitamine del gruppo B, oltre ad aumentare la produzione della bile. È stato scoperto che 30 minuti dopo il consumo di carciofo, il flusso della bile aumenta del 90% circa.
– Cardo mariano: ha una lunga storia nella medicina popolare come tonico per il fegato. La silimarina in esso contenuta ha dimostrato un effetto protettivo contro molti tipi di tossine, incluso l’alcol. Esso stimola la contrazione della cistifellea e il flusso di bile nel duodeno. Per migliorare la funzione epatica, proteggere contro i danni al fegato e accelerare i processi rigenerativi, si usa spesso l’estratto standardizzato, di cui studi clinici hanno confermato l’utilità in casi di intossicazione del fegato, cirrosi, e altre malattie croniche relative all’abuso di alcol.
– Rucola, cicoria, tarassaco e i vegetali a foglia verde scuro: ricchi di clorofilla e antiossidanti, contribuiscono a purificare il sangue dalle tossine, neutralizzando metalli pesanti e pesticidi e svolgendo così un’azione protettiva nei confronti del fegato.
– Insalata verde in foglie: soprattutto le varietà più amare, come cicoria, indivia, radicchio e lattuga romana. Le sostanze “amare” di questi vegatali aiutano a stimolare il flusso della bile.
– Crucifere: cavoli, cavolfiori, broccoli, cavoletti di Bruxelles contengono un’elevata quantità di composti dello zolfo (come si sente dall’odore quando li si cucina) e di glucosinolati, sostanze che aiutano il fegato a produrre diversi enzimi addetti ai processi di disintossicazione.
– Carote e barbabietole: ricche di beta-carotene e altri carotenoidi, contribuiscono a proteggere il fegato. La barbabietola è anche un’ottima fonte di acido folico.
– Frutta più ricca in antiossidanti, in ordine discendente: mirtilli, more, prugne, fragole, lamponi, kiwi, arance, pompelmo rosa, melone, mele e pere. Le mele contengono inoltre la pectina, che si lega a tossine e metalli pesanti nel colon e ne aiuta l’escrezione, riducendo il carico sul fegato. Ancora, l’anguria è ricca di glutatione, mentre papaia e avocado aiutano il nostro organismo a sintetizzarlo.
– Uova: esiste una credenza popolare errata, secondo cui le uova farebbero male al fegato. Al contrario, sono ricche di vitamine del gruppo B e di aminoacidi solforati che, come già detto, aiutano il lavoro epatico di disintossicazione. Di fatto, l’uovo è dannoso per il fegato esclusivamente se cotto in modo anomalo (per esempio, con l’olio di semi). Se poi si tratta di un fegato in difficoltà, c’è da precisare che questo tollera meglio l’uovo crudo, sbattuto, alla cocque o a bagnomaria, rispetto all’uovo sodo o fritto (ottimi stimolanti epatici in condizioni fisiologiche).
– Tè verde: studi recenti dichiarano che le catechine contenute nel tè verde stimolano il metabolismo epatico dei lipidi.
– Noci: grazie alla presenza dell’amminoacido L-arginina, del glutatione e di acidi grassi omega-3, aiutano il fegato a disintossicarsi, soprattutto nel catabolismo dell’ammoniaca.
– Oli spremuti a freddo, extravergine d’oliva in primis, ma anche olio di semi di canapa e olio di semi di lino: considerati benefici per il fegato, in quanto apportano una base lipidica in grado di incorporare una parte delle tossine presenti nell’organismo, alleggerendo il carico delle stesse sul fegato. Occorre, però, utilizzarli con moderazione.
– Ultima, non per importanza, la curcuma, la spezia da favorire per la depurazione del fegato. Grazie alla curcumina in essa contenuta, infatti, essa stimola la formazione del “glutatione S-transferasi”, enzima chiave per la disintossicazione epatica. Essa può essere aggiunta alle pietanze (si accosta bene a carni bianche, verdure e legumi), assunta sotto forma di integratore, o facendo bollire ¼ di cucchiaio di curcuma in polvere in 200 mL d’acqua, due volte al giorno per due settimane.
di Wanda Rizza