Si sono incontrati nel maggio 2013 Valerio Cairone (organetto e zampogna), Marco Carnemolla (basso) e Mario Gulisano (percussioni e voce) con l’idea di formare un trio acustico di ispirazione folk, sulla base delle composizioni originali di Valerio, sperimentatore di nuove sonorità ai confini della musica popolare ma con il gusto per la melodia mediterranea. Si innestano così le ritmiche del bassista e del percussionista dei già navigati Nakaira, attivi a livello internazionale da oltre quindici anni, aggiungendo organetto e zampogna, che danno vigore alle musiche, rendendole cariche di originalità e diventando il punto di forza del progetto perché l’organetto diatonico, antenato della moderna fisarmonica, è strumento principale nella musica degli Oi Dipnoi. Intere etnie hanno scritto e continuano a creare musica popolare con l’organetto per danza in tutta Europa e sud Italia: ad esso si unisce la zampogna, di cui Valerio è un indiscusso maestro, avendone ereditato la tradizione del suo paese d’origine Maletto, situato a mille metri sull’Etna in provincia di Catania. Il trio si propone con successo nei primi festival nazionali, riscuotendo immediatamente unanimi consensi di pubblico e critica. Il repertorio adesso è pronto per essere registrato. Siamo nell’estate del 2014, quando il produttore ungherese del festival Babel Sound, in cui gli Oi Dipnoi sono capitati quasi per caso durante la tournée nell’Est, li nota e propone loro di trasferirsi per un po’ sul lago Balaton, dove possiede un piccolo studio e un’etichetta discografica attiva in campo internazionale e intende produrre il loro primo disco. I ragazzi non se lo fanno ripetere due volte e appena scatta l’autunno partono subito. Il luogo è incantevole, immerso nel silenzio del bosco e diventa il clima ideale, fra paprika, gulash di seitan e fiumi di palinka (celebre grappa artigianale ungherese): in questo luogo magico nasce “Bastrika” (dal sanscrito, appunto “respiro”), quindici tracce intrise di pathos e atmosfere tinteggiate di folk, modernità, jazz, progressive e melodia, alle quali collaborano anche i celebri fratelli Gryllus, fondatori del più famoso ed importante gruppo folk ungherese, i Kalàka, che partecipano agli arrangiamenti con grande intuito e musicalità, arricchendo di colore diversi brani del lavoro. Il disco viene presentato anche al Womex, prestigioso meeting annuale internazionale della world music, a cui sono presenti tutti gli operatori mondiali di settore e ciò permette importanti collaborazioni. Nel frattempo il trio si consolida anche in Sicilia, dove partecipa al festival I-Art proponendo la produzione originale “Etnafjord” insieme al quartetto vocale femminile svedese Kraja: tutto questo li porterà a quattro fortunate tappe in location dell’isola, in cui i sette musicisti sul palco danno dimostrazione di quanta potenzialità sia presente nella musica popolare, combinando elementi di folk e modernità con il canto tradizionale svedese e siciliano.
Dopo l’ottimo successo ottenuto dal disco e dai concerti live, gli Oi Dipnoi hanno appena concluso la tournée internazionale che li ha portati il mese scorso in India. È stata una intensa settimana di produzione in cui il trio si è cimentato nella collaborazione con cinque fantastici musicisti bengalesi, chissà forse per creare un nuovo progetto musicale originale con nuove contaminazioni. I luoghi per gli Oi Dipnoi hanno da sempre costituito fonte inesauribile di ispirazione e l’India non è da meno. In particolare Calcutta, capitale dello stato del West Bengal, popolata da quasi 14 milioni di persone, immersa nel fragore del traffico intenso, l’aria fumosa di umidità e satura di smog, tra odori intensi e sapori fortemente speziati. Tutto questo fa da contrasto con l’entroterra rurale, luogo immerso nella calma e nella serenità, ricco di una spiritualità millenaria. Seguiremo gli Oi Dipnoi lungo la strada, una strada che li porterà il prossimo aprile fino in Australia in cui saranno impegnati in una lunga tournée che li vedrà protagonisti nei più prestigiosi festival del Paese. È la Sicilia che fa parlare di sé, una Sicilia che ci rappresenta e lo fa in modo eccellente.
Marzia Paladino
www.oidipnoi.com