Il convegno sulla Sanità Iblea, che vedeva come relatori principali l’Assessore Regionale Lucia Borsellino e il Presidente della Commissione Regionale Sanità, on.le Di Giacomo, come si auspica in occasione della venuta in città di grossi personaggi, ha creato come sempre delle aspettative, molte delle quali disattese.
In ogni caso non si mette in discussione l’impegno e la partecipazione a livello personale, come tecnico Dirigente dell’Assessorato e come Assessore di Lucia Borsellino, uno dei pochi casi in cui le competenze vengono messe al servizio della politica. E’ anche vero che oggi, per nessuno, è facile poter dare risposte definitive, essendo tutti legati ai lacci e lacciuoli di normative di legge regionali e nazionali che impongono procedure obbligate, da cui non è possibile derogare.
Accolti dai vertici locali del Sindacato, il Segretario Generale Giovanni Avola, il Segretario di Ragusa, Salvatore Terranova, il rappresentante del dipartimento Funzione Pubblica Sanità, Salvatore Schembari, i relatori hanno trovato ad attenderli un folto e qualificato pubblico, a cominciare dai vertici dell’Asp, con l’architetto Aliquò e il dott. Maniscalco, insieme a numerosi primari e dirigenti medici delle strutture sanitare della provincia.
Ad attendere l’Assessore i familiari delle persone i cui casi clinici costituiscono, al momento, gravi emergenze della sanità ragusana, quello del giovane modicano per cui, da tempo, si richiedono protocolli di cura con le staminali, secondo il metodo Vannoni, non ancora autorizzato dalla sanità italiana, e quello della ragazza affetta da una rara malattia per cui ha dovuto sostenere costosissime cure all’estero, senza ricevere adeguato aiuto dalla ASP di appartenenza. C’era anche il Presidente dell’Associazione MOVIS che ha fatto specifica richiesta all’Assessore Borsellino per conoscere gli sviluppi del disegno di legge sulla vita indipendente che giace, da mesi, nei cassetti della regione Siciliana.
In particolare per il primo caso, entrambi i relatori hanno mostrato aperta comprensione verso i familiari,
in particolare Lucia Borsellino ha subordinato ogni possibile intervento sulla materia ad un colloquio con il medico sperimentatore della terapia, incontro che, come da notizia giunta nel corso dei lavori del convegno, potrebbe avere luogo, a Palermo, entro la fine del mese.
Di altro la Borsellino, forse, non ha avuto modo di trattare, in merito alle specifiche richieste, anche perché il convegno è stato quasi interrotto, nelle battute finali, mentre la stessa parlava, dall’intromissione di una parente, appunto del giovane bisognevole delle cure con le staminali, così come prima c’era stata l’interruzione, da parte di un’altra persona del pubblico che ha interrotto la relatrice per consegnare della documentazione.
Per il resto il convegno ha avuto un regolare svolgimento, aperto dalla relazione di Salvatore Terranova che, con una lunga relazione, ha messo a fuoco le diverse criticità della sanità iblea. Terranova ha detto che già dal 2010, in occasione di un altro convegno sulla sanità, si avvertiva il rischio di indebolimento delle capacità di dare risposta alle esigenze di questa provincia. Il mancato decentramento delle politiche sanitarie sul territorio è il responsabile di queste criticità, non si è fatto nulla per elevare il livello del sistema sanitario provinciale.
E’ seguito poi l’intervento di un addetto ai lavori, il primario Michele Giavatto, che ha toccato, a 360°, tutte le problematiche di una sanità che, da quello che ha detto, mostra gravi ed enormi carenze di ordine strutturale e logistico.
Giavatto si è soffermato sui problemi del personale, arrivando alla grave conclusione che sulla pianta organica dell’ASSP ci sarebbero circa 600, 700 persone che svolgono malamente, o anche per niente, il loro lavoro, auspicando metodi nuovi per la selezione del personale che deve essere costituito solamente da persone valide e che hanno voglia di lavorare. Si è scagliato contro l’annosa, e ormai incredibile, questione dell’attività extramoenia dei medici ospedalieri, paventando situazioni di sicuro interesse della procura, e ha toccato anche, come un fiume in piena, la delicata situazione degli appalti che non rispetterebbero le linee guida prefissate.
Salvatore Schmabari, della Funzione Pubblica Sanità, ha posto l’accento sulle politiche per i lavoratori della Sanità, riconoscendo il difficile lavoro svolto per mettere ordine nei conti, ma evidenziando l’alto costo pagato dalla collettività.
L’on.le Di Giacomo, in apertura del suo intervento ha sottolineato l’enorme peso del bilancio della sanità su quello regionale, esprimendo il plauso per l’attività dell’Assessorato e di Lucia Borsellino in particolare per aver risanato un settore di fondamentale importanza. La Sicilia non è più l’ultima della classe, anzi si pone, a livello nazionale, ai primi posti fra le regioni italiane.
Grandi discrepanze emergono dall’impossibilità di investire nello stesso settore i soldi delle tasse dei siciliani e dall’osservanza di piani di rientro iniqui e molto dolorosi.
La sanità siciliana non è riuscita a sconfiggere malaffare, disfunzioni, doppioni, con il grande fardello di una qualità percepita dall’utenza, sensibilmente inferiore alla realtà.
Di Giacomo ha lanciato i suoi strali sul sistema concentrato a fare numeri, calcolare posti letto, a studiare statistiche e relazioni, spesso avulse dalla realtà locale.
E’ stata poi la volta di Angelo Aliquò, sollecitato ad intervenire dal Segretario Avola.
Aliquò ha detto poche cose sull’azienda, le uniche che hanno trattato sul tema dell’incontro, la sanità Iblea.
Ha vantato le eccellenze dell’ ASP che ha l’onore di dirigere e si detto certo che, senza demagogia e con dati certi alla mano, si può continuare il lavoro che vede, ormai, la sanità ragusana in posizioni privilegiate per quanto riguarda professionalità e organizzazione.
Brevi cenni sui lavori per il nuovo ospedale di Ragusa, per cui, alla fine del mese di ottobre dovrebbero essere consegnati importanti progetti, per l’ultimazione, da mandare, subito, in appalto e per il progetto di spostamento del Pronto soccorso dell’ospedale di Modica.
Le conclusioni dell’Assessore Borsellino hanno spaziato sui temi di carattere regionale della sanità, si è parlato dei tagli che sono stati fatti, sulle strutture e sul personale, ora si deve passare alle modifiche qualitative per risanare il sistema dalle distorsioni del passato. Verrà dato grande impulso alla programmazione, con scelte forti per quelle strutture che non potendo avere professionalità elevate debbono , per forza, essere riconvertite in strutture ambulatoriali complesse, funzionalizzate alle esigenze del territorio.
Gli obiettivi dei manager non debbono essere univoci su tutte le realtà provinciali, ma devono riportare le specificità nell’interesse della zona di azione.
Altre parole intrise di ogni buona intenzione per il problema dei precari e per quelle disfunzioni che si avvertono per l’impossibilità di procedere ai concorsi per la copertura dei posti di primario.
In sostanza, l’ennesima gradita visita sul territorio di un esponente del governo regionale che lascia l’ennesimo pacco dono pieno di tutte le migliori intenzioni e delle soluzioni per i problemi di sempre della sanità regionale e locale.