Siracusa, Noto, Rosolini, Ispica, Pozzallo, Scicli, Modica e Ragusa. Sono le stazioni ferroviarie in cui si è fermato oggi il treno che trasportava i dirigenti sindacali dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa assieme ai dirigenti di Cgil e Uil. “In viaggio per il Sud Est”, questo il nome della manifestazione, si prefiggeva di manifestare meglio le incongruenze, le difficoltà e i paradossi del Sud Est dove, per raggiungere in treno Ragusa da Siracusa, vale a dire poco oltre ottanta chilometri, ci vogliono ben oltre due ore e mezzo.
In ogni stazione ferroviaria, la delegazione sindacale è stata ricevuta dal sindaco del posto. A conclusione dell’iniziativa, giunto a Ragusa, il segretario dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Paolo Sanzaro, traccia un primo bilancio: “Ringrazio, prima di ogni cosa, i dirigenti sindacali della Cisl che hanno sposato questa iniziativa e sono intervenuti in maniera massiccia. Grazie anche ai colleghi di Cgil e Uil che hanno voluto condividere assieme a noi questa protesta perché il recupero delle migliori condizioni infrastrutturali sul territorio è una battaglia che deve, per forza di cose, riguardare tutti. E quindi le denunce non sono mai abbastanza.
Un grazie, inoltre, è da rivolgere anche ai primi cittadini che, con le loro fasce tricolori, hanno voluto essere presenti nel momento in cui siamo arrivati alle varie stazioni ferroviarie per farci sentire l’appoggio delle istituzioni e per comunicarci come intendono muoversi per il futuro. Il trasporto ferroviario, di persone e merci, assume un ruolo preponderante e cruciale ai fini dello sviluppo. Non possiamo ancora confrontarci, qui nel Sud Est, con le linee ferrate di cinquant’anni, sessant’anni fa.
Siamo fuori da ogni tipo di mercato, da quello turistico a quello commerciale. I particolari del nostro viaggio-denuncia saranno resi noti ancora meglio nelle prossime ore. Intanto era nostro interesse comprendere sino a che punto la situazione è grave e, purtroppo, abbiamo preso atto che sono necessari degli interventi sostanziali senza i quali non si va da nessuna parte. Volevamo rappresentare la lontananza di questo territorio dal resto del Paese. E, purtroppo, il viaggio che abbiamo fatto questa mattina, mette in evidenza che, almeno per quanto riguarda il sistema dei trasporti, rischiamo di essere distanti anni luce. Adesso la parola deve passare alla politica, alle istituzioni, ai Governi: è necessario invertire la rotta e ritornare a marciare nella direzione giusta. Non sarà né semplice né immediato. Ma qualcosa occorre pur fare”.