Andare a….seppie. Il mare sciclitano luogo ideale!

Andare a…seppie. Con una seppia femmina che, legata ad un filo da pesca, attrae il maschio. Il tutto dalla riva o da una scogliera. Il periodo è questo, fra i primi giorni di febbraio e tutto il mese di marzo. Nello Sciclitano si fa per diletto e si preferisce usare la seppia femmina viva e non la “totanara” colorata. Quasi uno svago per gli appassionati che tramandano la tradizione, e la tecnica soprattutto, da padre in figlio. Al momento i pesca-sportivi, o gli appassionati di pesca, attendono con ansia che il mare si calmi e torni nella sua limpidezza lasciandosi dietro il colore torbido dei fondali di queste settimane. Dicevamo questo è il periodo per “sicciare” (è questo il termine usato per dire che si và a seppie). Lo si fa lungo tutto il litorale costiero sciclitano, da Donnalucata passando per le spiagge di Spinasanta ed Arizza fino alla scogliera della grotta di Cava d’Aliga, a Costa di Carro ed a Punta Pisciotto. Un tratto di mare dove le condizioni per praticare questo tipo di pesca e dove la presenza di seppie sono eccellenti.

Regole per pescare la seppia da riva?

“Non ci sono regole ben precise – spiega Salvatore Carcarello, esperto pesca-sportiva che conosce le spiagge e le coste sciclitane come le sue tasche – però ci sono fattori certi e fondamentali. Quali la limpidezza dell’acqua perchè la seppia ama le acque pulite mentre non ama il mare mosso e con corrente. Quali gli orari: nelle ore notturne vengono attratte dalle luci e dai colori per cui si avvicinano a riva ma di primo mattino è anche il momento favorevole”.

Come andare a seppie utilizzando una seppia femmina.

“E’, questa, una delle modalità di pesca che nel nostro litorale è molto praticata. Gli appassionati cerchiamo di pescare una seppia femmina, poi la leghiamo al filo da pesca e la facciamo passeggiare a riva o sulla scogliera. Gli esemplari maschi vengono attratti dalla seppia femmina, si avvicinano e poi con il coppo prendiamo i due cefalopodi. L’esemplare femmina la riportiamo in acqua per ripetere la ‘passeggiata’ in acqua. Con questo sistema una volta ho pescato 115 seppie in tre giorni – conclude Salvatore Carcarello – invito tutti a provare l’ebrezza di andare a seppie con questo sistema che può coinvolgere anche i ragazzi ed i bambini in riva al mare. Una pratica sportiva e soprattutto una tradizione che mi è stata insegnata da mio padre”.

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