Andrea Caschetto, l’ambasciatore del sorriso, sarà giovedì alla festa di inizio anno scolastico alla “Elio Vittorini” di Scicli

Un’iniziativa unica per una scuola che si vuole proiettare al futuro nello spirito di amore e solidarietà. Giovedì, alle 10, nell’auditorium del plesso “Bartolomeo Cataudella” dell’Istituto comprensivo “Elio Vittorini la dirigente scolastica Marisa Cannata ha organizzato l’inaugurazione dell’anno scolastico 2024-2025. Ospite Andrea Caschetto, ambasciatore del sorriso insignito del titolo dall’Onu nel 2016. “La pace inizia con un sorriso. Ma tu ridi sempre? Si, rido sempre!” questo il leit motiv dell’iniziativa. Con Andrea Caschetto ci saranno gli alunni e gli insegnanti, fra questi l’insegnante Francesca Modica referente per la legalità nell’istituto comprensivo sciclitano e naturalmente la dirigente Marisa Cannata. Gran bella iniziativa che vuole significare la grande sensibilità con la quale la dottoressa Cannata dirige una scuola al cui interno vi sono diversi gradi di studio.

Ma chi è Andrea Caschetto. Ricordiamo la sua presenza ed il suo racconto di vita nella sede del Senato della Repubblica a Roma dove è stato ricevuto nel mese di novembre del 2023.

“Ho girato il mondo per trovare una famiglia, camminato in cento nazioni per cercare mio padre. Il mio nome è Andrea e nella mia città natale ero l’unico con il cognome della mamma, vergogna per il bambino che fui – è il racconto del giovane – la mia prima esperienza del concetto di famiglia è avvenuta quando, a 15 anni, mi è stato esportato un tumore nell’emisfero sinistro del cervello. I medici che mi hanno salvato la vita, gli infermieri che mi hanno assistito con cura e le persone che mi hanno supportato, sono stati tutti la mia famiglia. Negli anni poi, osservando i colori del mondo, ho scoperto ciò che la mia cultura mi aveva sempre nascosto: la vera famiglia. La famiglia non era solo ciò che mi avevano insegnato, non era rappresentata esclusivamente da un papà e da una mamma, ma un concetto liquido capace di plasmarsi e materializzarsi in persone preziose in grado di donare tempo e attenzione all’altro. Da piccolo mi sentivo inadeguato perché vedevo la mia come una “famiglia a metà”; percepivo me e mia madre come due iceberg annientati dalla società. Non è così. Anni fa conobbi un bambino orfanello, cosi chiesi: che lavoro vorrai fare da grande? Il bambino con determinazione mi disse: il papà di tutti, come te”.

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