APERTURA A RAGUSA DEL CENTRO DI PREVENZIONE, LOTTA E SOSTEGNO ALLA VIOLENZA

Mercoledi 23 ottobre al caffè letterario “Le Fate” si è inugurata l’apertura del centro “Lia Pipitone a Ragusa. Sono intervenuti la responsabile del centro “Lia Pipitone” di Palermo dott.ssa Adriana Argento, il responsabile del comitato scientifico dott. Antonio Ferrante, il figlio di Lia Pipitone Alessio Cordaro, autore del libro “ Se muoio sopravvivimi”, il presidente dell’Associazione ragusana Orizzonte che avrà cura del centro, dott. Gianni Battaglia e la responsabile del centro ibleo, la dott.ssa Denebola Ammatuna,  supportata dall’avvocato Gabriella Iacono. Presente anche l’assessore ai servizi sociali Gianflavio Brafa. “Il centro impegnerà la nostra Comunità e le nostre forze territoriali nella prevenzione e lotta alla violenza di genere e non solo, infatti la prevenzione, l’ascolto e la lotta saranno rivolti a tutte le vittime di violenza, sia uomini che donne, rispettando la tutela della privacy e della riservatezza e monitorando un lavoro di rete con i centri già presenti a livello comunitario” spiega la responsabile Denebola Ammatuna.

“La Rete Regionale – sottolinea la responsabile Adriana Argento – ha l’obiettivo di costruire un modello di lavoro sociale comune che affronti, in modo strutturato, il fenomeno della violenza di genere nei diversi territori siciliani. Validi strumenti di monitoraggio garantiranno la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti dai Centri e dai servizi territoriali, al fine di poter conoscere il reale numero di episodi di violenza registrati in Sicilia. Attraverso un Comitato Scientifico, coordinato da Antonio Ferrante, la Rete si interfaccerà con le Istituzioni Locali e Regionali, in sinergia con i servizi presenti sui territori, per armonizzare le varie metodologie di intervento adottate ed attivare un dialogo. Il primo obiettivo – conclude – sarà quello di coinvolgere, in una campagna di sensibilizzazione all’interno delle scuole, gruppi di ragazzi opportunamente formati sul tema della violenza che, attraverso interventi di peer education, attiveranno un dialogo con i loro coetanei permettendo una migliore comunicazione, il passaggio delle informazioni, un confronto ed uno scambio di idee, gli interventi avverranno con la collaborazione ed il supporto di esperti.