Ci vuole coraggio, altruismo, fantasia e un po’ di sana pazzia per offrire il proprio servizio al nostro partito. Per donare tempo, energie, testa e cuore ai militanti che spesso hanno avuto un ruolo marginale.
Ma la nostra disponibilità a costruire un nuovo percorso di cambiamento che parte dal Pd ma che punta a coinvolgere tutti i cittadini che condividono il nostro progetto, sarà sicuramente fonte di arricchimento, di gioia, di crescita per tutti e soprattutto per noi, perché ne siamo convinti: il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri.
È su questi presupposti che in Sicilia e anche in Provincia di Ragusa è nato il gruppo che sostiene la candidatura alla segreteria nazionale dell’Onorevole Giuseppe Civati.
Tanto entusiasmo, mille idee e altrettante competenze. Tante storie di uomini, donne e giovani, tutti insieme a confrontarci sui temi e sui progetti futuri. Non abbiamo nessuno dietro ma tanti amici accanto. Siamo un bel gruppo di cittadini, militanti, simpatizzanti e soprattutto persone libere che vogliono cambiare il Pd offrendo un’alternativa in un momento in cui le alternative sono negate. Non siamo né un’area, né una corrente. La nostra area sono le persone.
Oggi, in piena crisi economica, sociale e morale, sono tanti i motivi di disagio rispetto a una politica troppo distante dai bisogni collettivi e non capace di dare risposte adeguate. Fiducia, speranza, ottimismo vanno alimentati dai fatti, e personalmente comprendo chi prova ora sentimenti opposti. Tra i cittadini c’è rabbia, delusione, smarrimento, disincanto. E dietro ci leggo una forte domanda di cambiamento, inversione di rotta. Una forte domanda, in fin dei conti, di buona politica. Ma questa rabbia dobbiamo trasformarla in speranza e la speranza in opportunità.
Ecco, noi abbiamo trovato, nel Progetto di Civati, la speranza di lottare per una possibilità. La possibilità di un cambiamento non tanto anagrafico ma del modo di intendere e fare politica.
I motivi per cui sostengo Civati sono tanti. Pippo, che conosco di persona, non è il classico leader che partecipa agli eventi con indifferenza e con la preoccupazione di dover fare l’intervento e andar via. No, lui è “uno di noi” che insieme a migliaia di militanti si è confrontato con la base. Sta in giro con noi. Ci ascolta. Ci da coraggio. Come fosse un amico. Un leader diverso, uno di quelli che ti invita a prendere un caffè per discutere di ciò che accade nei territori, di come possiamo costruire insieme il futuro del nostro partito e del nostro Paese. Un dirigente raro che ha girato l’Italia, in tempi non sospetti, per raccogliere le migliori risorse del Pd (quelle non conosciute) e della società civile ed è riuscito a creare tra di loro una forte sinergia e una fitta rete nazionale.
Ed è con lui che costruiremo il nostro partito. Un partito aperto anche a chi, da fuori, ci guarda con entusiasmo e speranza. Un Pd che favorisce la partecipazione, in cui i militanti ricoprono un ruolo protagonista. Un partito che si apre al confronto, all’informazione, al dialogo, all’ascolto. Che torna ad essere presente nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro e nelle piazze. Un partito che sia la casa comune di tutti. Un partito che fa decidere agli iscritti e simpatizzanti le scelte importanti attraverso referendum di circolo.
Siamo pronti per creare una nuova stagione di interpreti, una giovane classe dirigente che sia in grado di affrontare le tante sfide che ci aspettano. Siamo pronti a rappresentare il vero cambiamento e non la finta rottamazione di chi per vincere è disposto a tutto.
Serve una classe dirigente che inizi a parlare del proprio modo di vedere la società italiana, di come diminuire le disuguaglianze e di come ricostruire il nostro Paese. Un lavoro lungo, pensato, meditato, che vada oltre una candidatura, ma che arrivi anche ad una candidatura come quella di Civati. Noi siamo pronti e lo faremo tutti insieme votando Pippo Civati alle primarie dell’8 dicembre e i candidati all’Assemblea Nazionale: Valentina Spata (Ragusa), Ezio Castrusini (Modica), Anna Rita Mezzasalma (Vittoria), Piero Giunta (Ispica).
Se la politica non ci piace noi abbiamo il dovere di cambiarla perché le “Cose si cambiano, cambiandole”.