“Fare l’architetto oggi è estremamente difficile. Il motivo? L’architettura nel nostro Paese ha una bassissima considerazione. Quando si parla di architettura tutti pensano a quella antica. L’Italia complessivamente, e il Sud in particolare, ha un grosso problema con il moderno”. Parola di Roberto Collovà, il professionista siciliano che, ieri sera, nella chiesa della Badia a Ragusa, nell’ambito delle iniziative promosse dall’Ordine degli architetti e da Fondazione Arch per celebrare i 40 anni di costituzione dell’Ordine, ha animato una interessante lecture sul tema “Azioni sulla costa Sud di Palermo”.
In pratica, Collovà ha raccontato l’intervento, che ha trovato spazio a Manifesta 12, che riflette sul mutamento della geografia della costa avvenuto tra il 1950 e il 1980. “La consuetudine di riversare in mare i materiali di demolizione e di scavo dell’espansione-nord – ha detto – crea promontori artificiali e larghe spiagge di detriti sull’intera costa. Lungo i cinque km della costa sud, si interrompe la tradizione popolare dei “bagni”, per la tossicità delle acque e la pericolosità dei fondali. Le due coste, una visibile e l’altra sepolta, si fondono in un’unica striscia di terra nuova. Possiamo immaginarla in tutta la sua lunghezza, come un parco”.
Collovà, tornando a parlare di architettura, ha spiegato che “il primo dei problemi che oggi si dovrebbe affrontare è quello ambientale, la cura del territorio così come delle città, dei centri storici come delle periferie, senza fare distinzione di valore ma immaginando che tutto può avere valore e cioè che anche le periferie più degradate detengono grandissime potenzialità di lavoro e di risoluzione di certe questioni che altrimenti diventano croniche e non si sanano più”.
Subito dopo, collegata all’intervento effettuato, è stata inaugurata la mostra “Giardino di giardini” in cui Collovà ha raccontato attraverso un’installazione effettuata la natura delle procedure attuate. A ospitare la mostra il loggiato della Cattedrale: aperta e fruibile sino al 15 febbraio con orari dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.
“Siamo molto soddisfatti – ha affermato il presidente dell’Ordine degli architetti, Salvatore Scollo – non solo per la meticolosità con cui è stato affrontato l’intervento dal prof. Collovà ma anche per la numerosa partecipazione registrata. Sono occasioni che spero i colleghi, come sta accadendo, colgano nella maniera più opportuna, come possibilità ulteriore di crescita. Il filo rosso che collega tutte queste iniziative è il tema che abbiamo scelto, cioè “Il riuso per continuare la città”. E’ un aspetto che merita grande attenzione soprattutto in funzione delle ultime novità normative che riguardano le leggi siciliane e che hanno interessato i centri storici. L’Ordine di Ragusa, così come gli altri Ordini isolani, stanno portando avanti delle azioni di approfondimento. Mi auguro che questo possa essere il metodo giusto per riflettere sul riuso funzionale delle città”.
E il presidente della Fondazione Arch, Vittorio Battaglia, ha aggiunto: “Per noi è importante chiudere il cerchio e portare avanti delle proposte per quelle che possono essere le operazioni di riuso, riutilizzo, recupero, ristrutturazione di spazi e del territorio in genere. Dobbiamo recuperare un metodo che ci permetta di agire lungo questa direzione. Attraverso l’analisi, la conoscenza, si può arrivare a una proposta utile e ottimale per il territorio. Basti pensare alla nostra costa che è stata flagellata in maniera differente rispetto alla costa sud di Palermo. E però per ottenere delle risposte e delle strade da seguire è necessario quello che abbiamo detto prima, l’acquisizione di un metodo”. Il presidente Scollo ha poi tenuto a ringraziare i consiglieri dell’Ordine e della Fondazione per lo strenuo impegno portato avanti nell’organizzazione degli eventi inseriti in un percorso celebrativo e di approfondimento circa i temi pregnanti dell’architettura che proseguirà sino a maggio. Il prossimo evento il 22 febbraio a Modica con Emanuele Fidone.