ARRIVEDERCI AL CONGRESSO

 

Aleggiava la sensazione che non ci sarebbero state svolte epocali e provvedimenti straordinari: la segreteria cittadina non ha inteso sbandierare l’esito di un coordinamento  del dopo voto ritenuto normale, se non per la presenza di illustri ospiti quali il Segretario Regionale Giuseppe lupo e il Coordinatore dell’Esecutivo Enzo Napoli. Contestatori e dissidenti, alla fine, non hanno ottenuto quello che speravano ma che non hanno avuto la voglia di esternare, le dimissioni del Segretario cittadino, per cui c’era poco da raccontare alla stampa.

Ma cosa si sono detti allora ? quattro ore di riunione per lasciare tutto come prima.

Il coordinamento ha visto, in apertura, la relazione del Segretario Peppe Calabrese che ha fatto un’analisi del voto, elogiando, innanzitutto, la lista che, per la prima volta dopo tante elezioni, ha visto  il PD come 1° partito in città per consensi ottenuti.

Il successo non è arriso alla coalizione e al candidato Sindaco, sicuramente perché la stessa non è stata sufficientemente metabolizzata dagli elettori, ancora di meno l’apparentamento solo politico con Barone.

Calabrese ha evidenziato come ci si sia trovati davanti a scelte inevitabili dovendo, in ogni caso, rifarsi alla coalizione anche non condividendo qualche aspetto della strategia. E la coalizione, come hanno voluto precisare gli ospiti, Lupo e Napoli, non è nata da scelte del segretario ma è stata imposta da Palermo, con la candidatura Cosentini in ossequio alle alleanze di governo che non potevano essere disattese.

Casomai, hanno voluto precisare gli esponenti del vertice regionale, si sono affrontate le elezioni in una situazione di forte criticità per la spaccatura provocata dagli iscritti che intendono dare vita ad un secondo circolo in città.

Per la cronaca, gli esponenti di questo circolo non si sono presentati alla riunione, per avendo espresso forti critiche, in precedenza, all’indirizzo della segreteria cittadina e di quella regionale, nelle persone di Peppe Calabrese e Giuseppe Lupo di cui hanno chiesto le dimissioni. Evidentemente una situazione difficile per il Senatore Gianni Battaglia, animatore del secondo circolo, che chiede le dimissioni del vertice della segreteria regionale di cui, egli stesso, fa parte.

Erano attesi gli interventi, soprattutto di quanti avevano, in più occasioni, evidenziato un netto dissenso con la linea della segreteria: ma, in definitiva, nessuno ha chiesto apertamente le dimissioni di Calabrese, anche se non sono mancati toni fortemente critici.

Solo Vito Piruzza, nel corso di un intervento appassionato e decisamente contrario alle scelte della segreteria, ha fatto appello alla dignità che dovrebbe consigliare il passo indietro atteso da molti.

Scontate le critiche del renziano D’Asta, che non ha mancato di evidenziare come la sua presenza in consiglio comunale sarà di netta separazione dalla linea delle segreteria cittadina, mentre hanno risentito della lunga militanza politica e della comprovata esperienza le parole di Giorgio Massari che, pur non lesinando severe critiche, ha voluto, comunque, riconoscere le capacità e le doti di Calabrese per il suo impegno a favore del partito e della coalizione, inneggiando ad una necessaria opera di ricostruzione che deve vedere impegnate tutte le componenti del partito.

Solo Riccardo Schininà, ribadendo le proprie dimissioni dalla segreteria, presentate unitamente a Alessandra Vicari, Alessandra Sgarlata e Roberto Lo Frano, ha chiesto lo stesso gesto da parte di Calabrese per aver fallito l’obiettivo.

Per il resto, tutti gli altri interventi hanno espresso consenso per il Segretario, addebitando la sconfitta elettorale ad una serie di contingenze inevitabili e alla spaccatura provocata dal tentativo di costituire un secondo circolo, che hanno reso difficile una battaglia che, all’inizio, non faceva intravedere particolari criticità. Unanime è stato il convincimento di non poter addossare ad una sola persona la débâcle elettorale che, in ogni caso, si è voluto ribadire, ha visto il più alto numero di consensi per il PD.

In sostanza gli interventi a favore della segreteria hanno avallato le tesi di Calabrese che vede il PD come partito di governo e, come tale, esigente di alleanze con forze progressiste e moderate con cui andare al governo della città. D’altra parte una volta che l’ex Sindaco Di Pasquale e il suo movimento erano stati cooptati nell’area di centro sinistra, da alcuni, addirittura, considerati una risorsa, la linea è stata quella di sfruttare la risorsa, rinunciando anche a potenziali candidature.

Il Segretario Regionale Lupo ha mostrato grande considerazione per il gesto di Calabrese che si era detto disponibile a rimettere il mandato, ha apprezzato il tono e i contenuti degli interventi, ha ribadito le criticità espresse in precedenza e per cui non ha sentito di addebitare colpe a qualcuno in particolare. In virtù di queste considerazioni ha ritenuto opportuno chiedere al Segretario cittadino di condurre il partito fino al congresso che avrà luogo dopo l’estate.

In definitiva la consapevolezza, da parte di tutti, di scelte non azzeccate in campagna elettorale, molte delle quali inevitabili nel contesto della coalizione. Fino al Congresso si cercherà di valutare l’opportunità di mantenere le alleanze intraprese, che dipendono, naturalmente, anche dalle posizioni degli altri partiti e movimenti.

Dall’esito del coordinamento cittadino restano solo due certezze: non esiste un colpevole unico a cui addebitare la sconfitta, macchinose strategie tese alla eliminazione del segretario hanno sortito un solo effetto sicuro, si è dato un contributo notevole alla sconfitta in nome di obiettivi che sono diventati miraggi.

E adesso ?