Aspettare 11 mesi per una biopsia! La denuncia a Ragusa, ma l’Asp replica su percorsi di tutela

A Ragusa, un paziente affetto da sospetta neoplasia dovrà attendere ben 11 mesi per sottoporsi a una biopsia, nonostante la prescrizione medica prevedesse un tempo massimo di 60 giorni. Il caso, che solleva interrogativi sul sistema delle liste d’attesa, è stato denunciato da Rosario Gugliotta, presidente del comitato civico Articolo 32.

La vicenda inizia il 17 marzo scorso, quando il medico di famiglia prescrive un’esofagogastroduodenoscopia con biopsia, indicando che l’esame venga effettuato entro due mesi. Il paziente si attiva immediatamente per la prenotazione, ma dal Centro Unico di Prenotazione (CUP) arriva una risposta sconcertante: l’esame viene fissato per il 17 febbraio 2026, con un’attesa di 11 mesi.

“Le prenotazioni non si possono gestire come un semplice ordine di arrivo in un ufficio postale. Il mancato rispetto dei tempi di attesa si configura come un ritardo nella prevenzione e nella cura, con potenziali gravi conseguenze sulla salute dei pazienti”, dichiara Gugliotta, puntando il dito contro le criticità del sistema sanitario locale.

La replica dell’ASP di Ragusa

L’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Ragusa ha risposto alle accuse, spiegando che, se la prescrizione avesse indicato un’urgenza entro 10 giorni, il paziente avrebbe potuto accedere ai cosiddetti “percorsi di tutela”, soluzioni alternative per garantire l’esame nei tempi previsti.

“Ciò che stupisce è la discrasia tra il quesito diagnostico e l’impegnativa del medico prescrittore”, fa sapere l’ASP, sottolineando che il comitato Articolo 32 è ben a conoscenza di questi strumenti.

Il caso riaccende il dibattito sulle liste d’attesa e sulla necessità di garantire ai pazienti cure tempestive. foto di repertorio

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