Badante spilla soldi. La vittima la denuncia per circonvenzione di incapace. In primo grado il giudice la assolve

Era accusata di avere sottratto dal 2015 al 2019 circa 100.000 euro a una donna. Il reato contestatole era “circonvenzione di incapace”. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione e 500 euro di multa. Il giudice monocratico Elio Manenti l’ha assolta perché il fatto non sussiste.

La ricostruzione della vicenda

L’imputata, difesa dall’avvocato Massimo Garofalo, e che in passato era stata la badante del padre della vittima era stata denunciata proprio dalla vittima stessa che si era costituita parte civile attraverso l’avvocato Salvatore Di Falco. Secondo l’ipotesi accusatoria l’imputata avrebbe approfittato della fragilità emotiva della vittima, il padre era morto da tempo, carpendone amicizia e fiducia e creando dipendenza psicologica. Approfittando di queste debolezze l’avrebbe portata a consegnarle in circa 4 anni, una somma che avrebbe sfiorato i 100mila euro.

Dei ‘prestiti’, un aiuto che sarebbe servito alla badante per recuperare altri soldi ‘bloccati’. Ma le richieste a un certo punto sarebbero diventate ‘pretese’, pressanti e  la vittima si sarebbe indebitata per aiutare la badante finché alla fine, si sarebbe determinata a dire basta, spaventata. Secondo il giudice, difficile pensare che la vittima anche in ragione della sua attività di consulente fiscale avesse perso completamente la sua capacità critica, pur essendo in una condizione di fragilità emotiva che la poneva in un limite di ‘circonvenibilità’.

Alle volte opponeva rifiuto alle richieste di denaro evidenziando le somme già date o delineava le sue difficoltà economiche che non le consentivano di inviare altri soldi fino poi a bloccare in banca alcuni assegni. Il primo grado di giudizio si è chiuso con l’assoluzione della badante dal reato di circonvenzione di incapace

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