Prima avevano tanta fretta, al punto tale che per un bando che mette in gestione un servizio dal valore di 500 mila euro circa, erano stati concessi pochi giorni per poter partecipare. Poi, sulla scorta di varie proteste e di un vero e proprio movimento d’opinione, che aveva evidenziato varie criticità, il sindaco in persona, Federico Piccitto, annunciò lo spostamento della gara in modo da consentire la presa visione della gara d’appalto. Furono concessi più giorni, e la nuova data fu fissata per il prossimo 5 gennaio. Stiamo parlando del contestato bando di gara per la gestione, per due anni, del museo del costume al Castello di Donnafugata.
Il primo bando fu revocato e poi ripubblicato il testo dopo il differimento. Ma anche in questo caso, come abbiamo già raccontato nel nostro articolo di qualche giorno fa (QUI IL LINK), il Comune non ha provveduto a colmare alcune delle criticità evidenziate. Se ne sono accorti i privati che, con l’intenzione di partecipare, hanno preso carta e penna e scritto al Comune per ottenere i dovuti chiarimenti, salvo scoprire che l’ente pubblico si è “scordato” di comunicare all’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, il differimento della gara d’appalto al 5 gennaio.
Nel frattempo l’ente comunale non ha fornito tutti i chiarimenti richiesti dai privati e soltanto a singhiozzo, sono apparsi sul sito web del Comune, alcune integrazioni. Stamani, pochi minuti fa, è arrivata l’ultima novità sulla vicenda, che trasforma il tutto in una vera e propria telenovela a puntate. Il Comune ha deciso, senza illustrarne i motivi, di differire ancora una volta i termini di scadenza del bando, passando dal 5 gennaio al 22 gennaio prossimi. Sul sito è apparsa la lapidaria comunicazione. Per la serie, non c’è due senza tre.
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