Secondo gli esponenti dell’associazione, ora è il momento di conferme e certezze, non di parole. “Abbiamo assistito con rammarico ad una inaugurazione a nostro parere priva di senso” spiegano, riferendosi all’evento del 30 maggio scorso. “Aprire ‘burocraticamente’ l’aeroporto è stato un grandissimo traguardo, ma non era assolutamente il momento di dare vita, contestualmente all”abilitazione” formale dello scalo, ad una manifestazione del genere, senza voli nè contratti firmati con almeno una compagnia. E il boomerang mediatico, infatti, ci ha dimostrato che questa cosa non andava fatta”. Sull’evento, secondo loro, andavano stabilite altre modalità: “Sarebbe stato meglio aprire solo formalmente lo scalo, completando tutte le procedure burocratiche. L’evento-inaugurazione, invece, lo si poteva celebrare contestualmente ad un primo volo, o, se troppo complesso, quantomeno contemporaneamente ad una cerimonia di firma della prima convenzione con una compagnia. Ci è sembrato anche fuori luogo organizzarla a ridosso della campagna elettorale: per rispetto nei confronti di tutti i candidati alle amministrative di Comiso, la manifestazione doveva aver luogo a urne completamente chiuse, eventuali ballottaggi compresi, mettendo tutti sullo stesso piano.” E riguardo le eventuali tratte, per Youpolis non è più il tempo di “voci di corridoio” o, come si direbbe in ambito informatico, di “rumors”. Si sono sentite troppe cose, senza un minimo di carta firmata, o di notizie formali su accordi precisi. Troppe voci provenienti da attori ed esponenti diversi. “Qui devono parlare le carte”, spiegano.
Altro punto fondamentale: la costruzione di un’offerta integrata, utile allo sviluppo, alla sinergia, e alla ‘non concorrenza’ non può e non deve dimenticarsi delle esigenze di una massa giovanile che ha fatto – o ha dovuto fare – una scelta ben precisa, e della quale non si può non tenere conto: parliamo delle centinaia di ragazzi, delle province iblee e non solo, che, a causa del numero chiuso e programmato o di esigenze in tema di qualità e offerta formativa, studiano in molte università italiane oltre lo stretto, arrivando, probabilmente (non abbiamo dati alla mano, è solo una stima) a sorpassare il numero di chi resta a studiare negli atenei siciliani. “Sono tanti, forse troppi, partiti per necessità o per voglia di esperienze formative particolari. Ma una cosa è certa: l’Aeroporto deve studiare un’offerta a loro dedicata, specie nei periodi delle festività e delle vacanze, durante i quali assistiamo ad uno spostamento di centinaia e centinaia di loro, i quali vivono fuori, sono distanti dalla nostra terra e mai come ora hanno bisogno di sentirla vicina; dobbiamo permettergli di tornare e viverla senza problemi e con una certa facilità”.
Esigenze, tutte queste, di un Aeroporto che non è degli iblei, ma di tutto il sud-est siciliano, che dalla provincia di Ragusa a quella di Agrigento, vuole utilizzare assolutamente Comiso. E per questo ci si interroga anche su un altro punto: “Quali sono le prospettive per il trasporto da e per l’aeroporto? Allo stato attuale, si parla delle compagnie aeree, ma le ditte locali di trasporti hanno pensato a qualcosa? E prima della realizzazione delle arterie di collegamento, quale sarà il piano del traffico?” Si tratta di considerazioni importanti e di notevole interesse.
Youpolis, è chiaro, vuole continuare a monitorare la situazione e lo farà in tutti i modi possibili. “Il nostro è un approccio positivo e costruttivo, che ci vedrà monitorare costantemente gli sviluppi della questione. Siamo vicini, inoltre, all’ottima attività portata avanti dal giovane Comitato per l’apertura dell’Aeroporto di Comiso, nato da un gruppo facebook e diventato un punto di riferimento importante. Ci interfacceremo anche con loro, nonchè con tutte le associazioni del territorio, per seguire la vicenda e capire, se necessario, quali azioni intraprendere per stimolare chi di dovere a generare concretezze e certezze”. Si spera, inoltre, che il convegno del 7 giugno prossimo dia maggiori risposte agli interrogativi di una comunità, ancora troppi.