Blitz all’ospedale di Vittoria: condannata infermiera

E’stata condannata per peculato a 4 anni di reclusione, in primo grado dal Tribunale collegiale di Ragusa, l’infermiera Ornella Vietti, 59 anni. E’stata assolta perché il fatto non sussiste invece dal secondo capo di imputazione, l’esercizio abusivo della professione medica. Non potrà più lavorare per la pubblica amministrazione, ha l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’incapacità in perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione. Si conclude il primo grado di giudizio per tutti i soggetti coinvolti nel blitz messo a segno dalla squadra Mobile di Ragusa a fine settembre del 2017.

Vietti era stata arrestata e posta ai domiciliari assieme ad un’altra infermiera, Franca Tolentino, 58 anni (scarcerate poi dal Tribunale del Riesame); erano in servizio presso l’ospedale di Vittoria, una come infermiera al reparto di Ortopedia, l’altra in servizio alla Farmacia del nosocomio. Tolentino che aveva scelto il rito abbreviato, era stata condannata nel 2020 a 2 anni e 8 mesi con le stesse pene accessorie inflitte a Vietti ed è in corso l’appello che ancora non è stato discusso.

Secondo la tesi accusatoria, le due infermiere, entrambe assistite dall’avvocato Santino Garufi, si sarebbero appropriate di presidi sanitari e farmaci di esclusiva proprietà dell’Azienda sanitaria locale per poi somministrarli a degenti che venivano da loro stesse assistiti al di fuori della mura dell’Ospedale, con terapia domiciliare al momento delle dimissioni; presidi e medicinali di cui avevano disponibilità da incaricate di pubblico servizio e per la mansione che svolgevano. Le due infermiere, in base all’ipotesi accusatoria del peculato, si facevano pagare il prezzo del farmaco o del presidio sanitario sottratto all’Asp.

Nel processo davanti al Tribunale collegiale assieme a Vietti, aveva scelto il rito ordinario anche Salvatore Melfi imputato per esercizio abusivo della professione perché avrebbe somministrato farmaci ad alcuni pazienti dimessi. Difeso dall’avvocato Giovanni Mangione, è stato assolto perché il fatto non sussiste. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna per entrambi; 4 anni e 6 mesi per Vietti per peculato e esercizio abusivo della professione medica, e 3 anni per Melfi per esercizio abusivo della professione.  Entrambi i difensori avevano chiesto l’assoluzione per i loro assistiti. Novanta giorni per le motivazioni.

La storia processuale di Melfi era sfociata anche in un altro procedimento ‘satellite’, dove doveva rispondere del reato di ricettazione. L’Asp stessa aveva però chiarito che una volta forniti i dispositivi (presìdi e medicinali) extra moenia, gli stessi non potessero rientrare nella disponibilità dell’Asp. L’avvocato Mangione aveva messo in evidenza il fatto anche nel corso dell’attuale procedimento; i beni trovati in possesso del Melfi erano stati ceduti dai parenti dei pazienti deceduti tanto che l’autorità giudiziaria ne dispose il dissequestro perché la provenienza era legittima, assolvendo Melfi dalla ricettazione.   foto di repertorio

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