Un vero peccato che a metà della cena uno del personale di sala ci abbia riconosciuti laddove noi speravamo nell’anonimato, (un po’ difficile per la verità per un vecchio cronista) e chiamando i colleghi abbia detto : “Ragazzi questo poi ci da il voto, non un solo errore, mi raccomando!” Eravamo infatti arrivati quasi per caso perché c’era un parcheggio proprio davanti alla porta del locale e non ci siamo fatti scappare l’occasione di fermarci. All’ingresso con straordinaria semplicità e gentilezza, andando subito al sodo ci è stato chiesto: “Avete delle preferenze o facciamo noi?” Fate voi abbiamo risposto ma vogliamo mangiare bene”. Quindi è iniziata la sarabanda del menù che sembrava fatto apposta per una serata di gala. Ci è persino venuta l’idea che essendo il locale occupato da un gruppo di una sessantina di persone per una festa familiare ci avessero duplicato il menù di quella festicciola. Sia quel che sia, con una tempo di servizio tutto sommato accettabile, si parte con un aperitivo che l’equipe di Tv progress ha letteralmente saltato e non so perché; ma non possiamo dire di più. Gli antipasti sono stati sontuosi ma appropriati in quantità perché il polpo lesso in pinzimonio, spada marinato con polvere di mandarino involtino di salmone con ananas al basilico, neonato con ciliegino, gamberetti in salsa cocktail e cozze al pane aromatico non si possono mangiare se abbondanti oltre misura. Ed infatti è stata una vera delizia. Il primo, ravioli di cernia in bisquet di crostacei, e spaghetti con gambero rosso di Mazara, ciliegino e brezza di Cognac estremamente delicato con qualche piccola “esagerazione” nel condimento. (ma questo è un viziaccio personalizzato di mangiare quasi in bianco). Il secondo davvero da leccarsi i baffi è costituito da ricciola del Mediterraneo con salsa di capperi e pistacchi, tikke di terra e mare al gratin, gamberoni arrosto e Iceberg capricciosa che non abbiamo capito bene di che cosa era fatto (e nemmeno lo abbiamo voluto chiedere, per pudore) Infine un eccezionale pre-dessert al limone che ha chiuso loa nostra cena. Ah dimenticavamo il vino: un prezioso Anthilia di Donnafugata che ( lo confessiamo) non avevamo mai assaggiato ma che si è rilevato all’altezza dei grandi vini siciliani alcamesi. Il prezzo? Beh crediamo che ci abbiano fatto uno sconto perché ci hanno riconosciuti: “Solo” 25 euro a testa. Per una cena cosi sontuosa non è molto ! Punteggio. Quello giusto è quasi 8. Ma si otto pieno. (Franco Portelli)