Bonus dipendenti e pratiche CIG: ora i sindacati chiedono di ritirare l’accordo della discordia

Indigesto per tutti è stato l’accordo della discordia. O meglio, la “bozza” di accordo che prevedeva un bonus da 8 a 10 euro per ogni pratica smaltita dai dipendenti regionali della Cassa Integrazione in Deroga e che è già costata la testa del dirigente generale del lavoro, Giovanni Vindigni, che ieri ha rassegnato le dimissioni e che è stato il primo a parlare di questa ipotesi di accordo. Un gesto che non si vedeva da tempo, in un mondo fatto di vanità e menefreghismo.

Lo abbiamo apprezzato. Oggi, però, sono i sindacati stessi, quegli stessi sindacati che hanno gridato al fango mediatico, a chiedere che la bozza venga ritirata. La notizia, riportata stamani sulle pagine di Repubblica Palermo, parla appunto della possibilità, da parte di alcune sigle sindacali, di ritirare l’accordo e di rinegoziarlo.

La Sicilia su 30 mila domande di aziende (che riguardano 150 mila lavoratori) fino a ieri aveva inviato all’Inps 5 mila pratiche soltanto in due settimane di lavoro. Da qui il tenativo di accelerare lo smaltimento delle pratriche con un bonus che ha creato indignazione e sollevato una polemica politica arrivata fino a Roma: e infatti, la ministra della Funzione pubblica Fabiana Dadone ha annunciato l’invio di ispettori alla Regione su questi bonus, mentre Lega, Italia viva, Pd e 5 stelle presentavano interrogazioni alla Camera e al Senato. Il M5S all’Ars ha anche presentato una mozione di censura contro l’assessore Scavone.

I sindacati, comprese alcune sigle che avevano firmato la bozza di intesa che prevedeva bonus da 10 a 8 euro a pratica, hanno chiesto di ritirare l’intesa e avviare un nuovo confronto con l’amministrazione per dare sì incentivi ma previsti dal contratto e all’interno del salario accessorio.

Anche i dipendenti, però, vogliono difendersi. Sempre dalle pagine di Repubblica:  “E’ grave che si sparga veleno su dipendenti che stanno dando l’anima per cercare di completare queste procedure farraginose, ma non le abbiamo volute noi – dice il dirigente del Centro per l’impiego di Messina Gaetano Sciacca in un video sui social – I dipendenti hanno lavorato giorno e notte, senza badare alle domeniche, alle feste del 25 aprile e primo maggio, ben sapendo della grossa difficoltà che famiglie e lavoratori vivono. Dire che hanno bloccato volutamente il servizio perché volevano 10 euro a pratica è cattiveria. Vergogna, non si può spargere veleno in questo modo”. E rivolgendosi ai politici aggiunge: “Sono state dette baggianate da rappresentanti istituzionali che non conoscendo neanche le procedure si permettono di dire bugie che sfociano in odio sociale”.

Intanto, stamani, è prevista una conferenza stampa sull’argomento del presidente Nello Musumeci e dell’assessore Scavone.

 

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