Dopo un 2017 già molto positivo (+30,4% rispetto all’anno precedente), l’export siciliano ha messo a segno, nel 2018, una crescita del +15,3%, superando i 10 miliardi di euro di beni venduti all’estero. Un trend positivo che si è confermato anche nei primi mesi del 2019, con ottime performance in comparti quali l’elettronica e la farmaceutica e nonostante il calo fisiologico delle vendite nei raffinati per la chiusura programmata dello stabilimento di Augusta, in manutenzione, che ha trainato il calo delle vendite complessivo del 17,5% nel primo trimestre dell’anno. E’ quanto emerge da “Export Karma”, l’ultimo Rapporto Export a cura del Polo Sace Simest che delinea, nonostante la presenza di diverse complessità, un quadro positivo per l’export italiano. La Sicilia è la seconda regione esportatrice del Mezzogiorno, decima su scala nazionale, grazie alla performance particolarmente positiva realizzata nel 2018 (+15,3%) e trainata sia dai settori tradizionali del Made in Sicily, come i prodotti agricoli (cresciuti del 10,9%) e i prodotti raffinati, sia dai settori tecnologici quali chimica e apparecchi elettronici (cresciuti rispettivamente del +14,4% e del 24,2%). I primi quattro mercati per l’export regionale nel 2018 sono stati Turchia, Stati Uniti, Francia e Paesi Bassi.Sace Simest ha individuato infatti, per ciascuno dei settori traino dell’export regionale, diversi mercati emergenti che offriranno nei prossimi anni ottime opportunità alle imprese siciliane: per l’export degli apparecchi elettronici buone potenzialità sono offerte da Filippine e Cina (entrambi hanno registrato importanti tassi di crescita). I due Paesi rientrano tra le venti geografie più promettenti identificate nel Rapporto Export di Sace Simest, per le quali si attende una crescita rispettivamente del 6,9% e del 7,6% nel periodo 2020-2022.Per il settore dei prodotti chimici, mercati interessanti sono Indonesia e Cina: quest’ultima rappresenta uno dei mercati più appetibili per l’export nostrano su scala sia regionale sia nazionale, grazie a un’economia sempre più orientata allo sviluppo dei consumi. Il Paese asiatico, la Corea del Sud e l’India rappresentano il 50% dell’export italiano nell’area.Relativamente ai settori più tradizionali del Made in Sicily, per alimentari e bevande le destinazioni più interessanti sono Polonia e Brasile. Per gli apparecchi elettronici, invece, le aziende dovranno guardare principalmente ai Mercati asiatici, Filippine e Cina su tutti.