Come un reperto archeologico che racchiude una storia antica, ancora capace di trasmettere emozioni per ciò che è stato, per i luoghi e le genti passati a cui si ricollega, così il Cerasuolo di Vittoria Docg ha saputo suscitare molto interesse fra gli studiosi e gli appassionati di archeologia che hanno preso parte alla XIX Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico conclusasi a Paestum lo scorso 30 Ottobre. Un “singolare” reperto però questo vino che testimonia una storia risalente al V – IV secolo a.C., che lo colloca nella Camarina antica da dove salpavano le navi con le anfore piene del prezioso Vinum Mesopotamium giungendo sino a Pompei o Cartagine, in Africa. Una storia che è stata illustrata a Paestum dall’archeologo Giovanni Di Stefano nel corso di un convegno dal titolo “Archeologia siciliana: uomini, vini e dei” a cura di Archeoclub d’Italia. Una kermesse di grande prestigio quella della Borsa del turismo di Paestum, luogo di approfondimento e divulgazione di temi dedicati al turismo culturale e al patrimonio, occasione di incontro per addetti ai lavori, viaggiatori ed appassionati che proprio quest’anno si è confermata come un format di successo, registrando circa 10mila visitatori. Ma il Cerasuolo di Vittoria Docg ha conquistato i presenti anche con il suo gusto ed aromi nella degustazione che è seguita al convegno grazie alla partecipazione del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria da sempre impegnato nella promozione e valorizzazione di questo nobile vino e che da subito ha deciso di sposare la partecipazione alla Borsa per poter raccontare ancora una volta agli appassionati le origini, la storia e le caratteristiche del Cerasuolo, il vino dei vigneti che si affacciano sul mare africano, quello dei calcareniti miocenici e delle sabbie pleistoceniche, oggi molto apprezzato così come allora.