Buskers: “Via le zecche rosse da Ibla”

Sui social girano le foto che vi proponiamo all’interno di questo articolo. Sabato sera, Ibla deserta alle ore 21. E tutto questo mentre Ibla Buskers si svolgeva “Supra”, a Ragusa Superiore, con una folla festante e piazze gremite come non si vedeva da decenni. In verità non c’era il deserto a Ibla. Sicuramente un calo ma, proprio a Ibla, c’erano altre manifestazioni: alle 21, c’eravamo anche noi per capire il trend, e un po’ di persone c’erano. Non, insomma, il vuoto pneumatico raccontato sui social. Certamente un boom di presenze a Ragusa Superiore grazie a Ibla Buskers.

Un po’ di ossigeno per “Supra”, dopo che per 27 anni (escludiamo l’edizione speciale durante il covid, fatta in piazza San Giovanni) la folla è stata tutta a Ibla, grazie a Ibla Buskers. Una convivenza non sempre semplice, quella tra il festival e il quartiere antico. Eppure, per chi sa ascoltare e leggere i fatti, in questi decenni le problematiche ci sono state e sono state tante. All’esterno forse è emerso poco ma chi sta nelle ‘stanze dei bottoni’ ha sempre saputo tutto. Basterebbe leggere i quotidiani di decenni fa e scoprire che, soprattutto all’inizio, prima di farci giocoforza l’abitudine, i residenti mal sopportavano l’arrivo dei buskers, di questi “vagabondi senza arte né parte” che invadevano la “loro” Ibla, poi affollata nelle strade e stradine da migliaia di visitatori e turisti che occupavano i parcheggi sotto casa. Qualcuno addirittura diceva “Via da Ibla quelle zecche rosse”, posto che davano per scontato che gli artisti di strada, e parte degli organizzatori, fossero comunisti incalliti, per il principio che magari, a fine serata, condividevano un piatto di pasta insieme ad un sorriso.

Ibla, divenuta patrimonio Unesco, nel frattempo in questi decenni è cambiata, anche grazie a Ibla Buskers e a tanti altri eventi che hanno portato pubblico nel quartiere, dando una mano concreta per la sua valorizzazione. Sono, per fortuna, aumentati gli esercizi commerciali, i bar, i ristoranti, le botteghe. E’ rimasto, purtroppo, il problema dei parcheggi, un problema atavico e che è oggettivamente un limite. E lo si vede nel confronto con l’edizione di “Supra” di Ibla Buskers, a Ragusa Superiore, dove parcheggiare, con ben tre parcheggi sotterranei multipiano, è stato decisamente più facile. 

Raggiungere Ibla per i grandi eventi, come Ibla Buskers, o A Tutto Volume, o per l’evento principale, la festa di San Giorgio, è certamente un problema. Un grosso problema. Due le possibilità, o raggiungere Ibla a piedi – ed è faticoso – oppure con i bus navetta, spesso a pagamento, ma con un servizio non sempre pienamente efficiente o quantomeno rapido. Ora, ti potranno pure piacere tantissimo questi eventi ma a volte devi anche sforzarti di andarci, con tanta buona volontà. Camminare a piedi, fare fatica, attendere il bus navetta, subire la fila non sempre disciplinata (siamo pur sempre italiani..). Insomma a volte potresti anche dire, questa volta passo, non ci vado.

Poi se è nuvoloso o ci sono due gocce d’acqua, noi ragusani, diciamocelo pure, siamo meteoropatici, ce ne stiamo a casa. E cosi’ magari il flusso di fruitori a Ibla diminuisce mentre restano le spese per gli organizzatori privati o per il comitato delle feste religiose. Proprio come i costi dei bus navetta che vogliono essere pagati comunque, che ci sia folla o meno. E se il ticket richiesto all’utente può servire a ridurre i costi, è altrettanto vero che se si riducono gli utenti, i costi restano solo sulle spalle degli organizzatori. Ecco, avete idea di quanti costi un servizio di bus navetta continuo? Quanto personale viene impiegato tra autisti e operatori a terra? Quanto costano le transenne se non bastano quelle del Comune? Invece sui social, i soliti commenti dei leoni da tastiera accusano senza sapere, senza pensare, senza riflettere.

Ma torniamo a Ibla Buskers e alla sua temporanea (?) migrazione a “Supra”. Intanto, a bocce ferme, va detto che è andata benissimo. Al di là dei soliti uccellacci del malaugurio che speravano che piovesse o che fosse un fallimento magari solo per farne poi motivo di battaglia politica contro l’Amministrazione comunale. Ed invece no, non è piovuto, fatevene una ragione, e il centro storico pullulava di migliaia di persone, come raramente accade, come non avveniva da anni, qualcuno dice da decenni (anche se ottimi risultati la ebbe la prima edizione di Birrocco e poco prima ancora le Magie del Natale). Ristoranti e paninerie di “Supra” tutti strapieni, prenotazioni, addirittura scorte alimentari finite per il troppo flusso. Ma soprattutto le piazze, le strade, le vie, strapiene di persone. C’erano gli spazi giusti. C’erano le piazze dove fare gli spettacoli, accogliere gli artisti, gli spettatori. 

Negli ultimi decenni, a Ragusa Ibla, invece, le piazze sono state sempre più ridotte per Ibla Buskers. Si è dato, giustamente, spazio ai ristoranti e cosi’ gli spazi necessari anche “semplicemente” per montare un trapezio, si sono molto ridotti. Gli organizzatori di Ibla Buskers si sono dovuti scervellare ogni anno per cercare spazi adeguati, capaci di accogliere artisti e spettatori. Di contro, molto spesso, proprio dai commercianti (da molti, non da tutti per fortuna) si è vista negata la possibilità di utilizzare alcune di quelle piazze. Perché? Non potevano essere spostati i tavolini e le sedie, oppure non andava giù che ci fossero gli stand dei ragazzi volontari di Ibla Buskers che vendevano qualche fredda scaccia o qualche arancino. Sono stati visti come una incredibile concorrenza alle attività commerciali di Ibla, senza capire che più c’è offerta, più c’è gente che vuole esserci. E poi, parliamoci chiaro, ma quante scacce e quante arancine fredde vendevano sti volontari di Ibla Buskers? Quanta “cassa” facevano? 

A Ragusa Superiore, invece, tutti felici e pronti ad accogliere Ibla Buskers, gli organizzatori, gli artisti, i volontari. E molti commercianti hanno contribuito in prima persona, alcuni (e fa loro onore) con somme decisamente consistenti. A Ibla, invece, se c’era da prendere la festa era di tutti, se c’era da spendere, la festa era solo di quelli di Ibla Buskers. Adesso Ibla Buskers, e la sua mongolfiera, è volata via da Ibla. Con tanta sincerità speriamo che per il prossimo anno, per il trentesimo, il festival torni ad abbracciare il quartiere barocco per celebrare una straordinaria edizione. Ma chissà che invece non sia proprio vero quello che, scherzando, ha detto il presentatore durante il galà dei saluti, e cioè che “il prossimo anno la faremo a Puntarazzi”. Per il momento “le zecche rosse” sono andate via da Ibla. E in pochi, al di là dei comunicati stampa di facciata o solo per far politica, si sono davvero stracciati le vesti.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it