La coperta è proprio corta!! Si prende da una parte, si toglie dall’altra.
La Stancheris ,Assessore al Turismo, che prende il plauso dal Ministro Bray, mette in atto una riforma dura e decisa:” niente contributi a pioggia dalla Regione, premi per gli enti che collaborano tra loro e non esternalizzano le produzioni e per chi investe in nuovi allestimenti. Una vera e propria rivoluzione per il mondo dei teatri lirici, di prosa e delle istituzioni musicali della Sicilia che ricevono finanziamenti dalla Regione.
“L’idea è quella di portare nell’Isola gli stessi criteri che usa il ministero dei Beni culturali per il Fondo unico dello spettacolo— ha affermato l’assessore Michela Stancheris al quotidiano Repubblica Palermo – in questo modo stabiliamo criteri chiari per tutti. Inoltre creeremo un fondo di garanzia per prestiti a interessi agevolati destinati agli enti che non riescono a chiudere il bilancio. Premiamo il merito, insomma.
“Premiamo i teatri – prosegue l’assessore al Turismo – che ad esempio collaborano per la realizzazione delle scenografie o dei costumi con le proprie maestranze e le proprie sartorie, evitando di rivolgersi all’esterno con costi aggiuntivi – dice la Stancheris – non a caso la riforma prevede anche un coordinamento tra i teatri con un comitato. I bilanci saranno messi in rete e trasparenti”.
Verranno istituiti due fondi, il Fores, Fondo regionale dello spettacolo, e il Fogest, Fondo di gestione e salvaguardia dei teatri. Il primo sarà dedicato in generale alle attività teatrali e musicali, il secondo agli Enti di cui è socia la Regione: il Teatro Massimo e il Biondo di Palermo, l’Orchestra sinfonica, il teatro di Messina, il Bellini e lo Stabile di Catania, l’Inda di Siracusa, Taormina arte e le Orestiadi di Gibellina”. Così ,leggiamo su blogsicilia, e ci chiediamo se ,poi, questa riforma molto simile alla nazionale , richiedesse la decisione del’Assessore e di un anno di lavoro ,per metterla in atto.
Tutti parlano di teatro, di cultura, ma ci si chiede con quale competenza!!
Il discorso teatro,cultura, richiederebbe, senz’altro, un discorso ampio non racchiuso nello stretto ambito di coloro che hanno avuto da sempre contributi, come gli enti sopracitati, ma nella sua complessità. Chi ha detto che solo alcuni enti producono, e il congruo numero di registi,attori di teatro che producono egregiamente non sono neanche menzionati o degni di contributo.
Il discorso Teatro richiede una conoscenza del settore specifico, e, crediamo che non possa essere liquidato con una riforma di settore, solo per evitare problemi economici!!
I tagli sì andrebbero fatti, ma alla politica ed ai politici,non certamente alla cultura e al teatro,per essere chiari. Ma non appena si parla di tagli alla politica ed ai politici, cala il sipario e la commedia è finita!!