… CALAMITA’ ELETTORALI!

Ci risiamo! E’ come un canovaccio che si ripete automaticamente, come un’aereo in cui si inserisce il pilota automatico, come se l’ignoranza delle leggi vigenti fosse un requisito per poter ricoprire cariche pubbliche!

Per l’ennesima volta alla disgrazia subita da alcuni agricoltori in seguito alla tromba d’aria che ha investito le proprie aziende, non è mancato il solito florilegio di testimonianze di solidarietà nei loro confronti (pienamente condivisibile) accompagnata, nello stesso tempo, dall’invocazione degli aiuti dello Stato nei loro confronti, perché potessero ricostruire le  aziende distrutte o danneggiate.

Ora, se alle prese di posizione populistiche e di facciata del sindaco siamo ormai abituati, da chi andrà a ricoprire un ruolo di dirigente alla “Condotta Agraria”, bazzica le aule parlamentari regionali e aspira a ricoprire il ruolo di Sindaco della città, ci aspetteremmo che conoscesse come funziona ormai la Legge 185 che regola questo genere di eventi.

 Non è possibile continuare a prendere in giro gli agricoltori richiedendo aiuti allo Stato che non arriveranno mai per il semplice fatto che non sono previsti. Sono previsti, invece, contributi per prevenire questi incidenti mediante polizze assicurative. Si potrebbe casomai chiedere, come ha fatto qualche agricoltore, la sospensione di alcuni pagamenti e di alcune scadenze dando loro modo di recuperare la piena operatività delle proprie aziende; oppure si dovrebbe imporre la possibilità di assicurare anche le strutture più tradizionali, quali quelle in paletti di cemento e legno, al momento escluse dalle compagnie di assicurazione dalla possibilità di essere coperte dal rischio danni.

Sicuramente non è più prevista la refusione del danno subito, a meno che non sia una grossa parte del comparto a subire il danno.

Smettiamola, dunque di prendere in giro gli agricoltori, per puro calcolo elettorale, creando in essi false illusioni e inutili speranze.

E’ tempo che la classe politica modifichi il proprio atteggiamento nei confronti della gente, iniziando, finalmente, a parlare il linguaggio della verità, non percorrendo oltre la strada di un facile ed infondato populismo che non tiene conto delle reali esigenze della popolazione ma persegue unicamente le proprie fortune politiche.