Cani e gatti? Vietiamo i botti per proteggere bambini, anziani e ammalati!

In vista del Capodanno e della consuetudine di sparare botti per festeggiarne l’arrivo, si moltiplicano anche gli appelli lanciati per cercare di redimere qualcuno degli abituali. Siccome l’elenco di feriti e, a volte, anche di morti tra gli esseri umani non basta a frenare l’uso di sparare di tutto dal balcone, dal giardino o dalla strada sotto casa – tutti gesti illeciti, tra l’altro -, i proprietari di cani, gatti e altri animali domestici postano in questi giorni slogan e messaggi allo scopo di sensibilizzare, purtroppo inutilmente, la cosiddetta opinione pubblica. E’ facile, pertanto, profetizzare che fra tre giorni si tornerà a sparare come se non ci fosse un domani, da noi come nel resto del mondo.

Sul tema emergono alcune delle notizie più curiose degli ultimi giorni. Si va dal sindaco di Pietralunga (Perugia), che ha invitato i turisti proprietari di animali domestici a passare il Capodanno nel suo comune assicurando che lì non ci saranno botti, all’allevatore di pappagalli di Senigallia (Ancona), il quale ha spiegato come ridurre la tensione tra gli uccellini quando ci sono botti e fuochi d’artificio. Non è proprio il massimo quanto proposto a Panicale (ancora Perugia) dai proprietari di un allevamento di bisonti: passare l’ultimo giorno dell’anno tra i bisonti con successivo cenone a base di carne di…bisonte. Meno male che a Milano l’associazione animalista Lndc Animal Protection invita a un Capodanno di sesso anziché di fuochi artificiali, con lo slogan “quest’anno i botti fateli a letto.” 

Confesso che l’argomento m’interessa in modo particolare perché  in casa sono l’addetto ufficiale nel portare a spasso un maltesino di 15 anni, cieco e con tre denti, il quale mentre scrivo russa sotto la poltroncina sulla quale sono seduto. Rusty sente i botti nonostante sia anche mezzo sordo, per cui stiamo preparando il nuovo angolo nel quale tenerlo dalle 23 alle 3 della notte più lunga, in una temporanea cuccia, insonorizzata con improbabili cuscinoni, dall’esito più incerto che sperato.

In realtà non dovremmo sparare i botti soltanto per proteggere gli animali dallo spavento, ma per noi in particolare. Mi riferisco agli esseri umani.

Non dovremmo neanche accederli, i petardi di ogni dimensione. Per i tanti neonati e bambini in tenera età, ignoranti dei motivi di tanto forte e improvviso toneggiare; per i diversamente abili che spesso hanno l’apparato acustico plusdotato; per gli anziani soli o ricoverati nelle Rsa, già fragili di loro; per gli infermi, alle prese con le sofferenze fisiche e psicologiche sui letti degli ospedali. Queste persone sono genitori, figli, parenti, amici, vicini e conoscenti che non si possono permettere di trascorrere una notte fuori dalle città, in aperta e desolata campagna, dove i bagliori dei fuochi d’artificio arrivano come lampi di un temporale lontano cento chilometri. Il rispetto che dobbiamo a loro è almeno pari a quanto offriamo ai nostri amatissimi cani e gatti. Eppure in tanti lo dimenticano nel nome di qualche minuto di impazzimento che costa molto rumore e altrettanti rischi. 

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