CASEMATTE, TRINCEE E NIDI DI MITRAGLIATRICE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

La creazione di un percorso di “luoghi della memoria” attraverso i siti dello sbarco. Un parco storico dove poter visitare le postazioni difensive nella splendida cornice del paesaggio ibleo.

È questo l’obiettivo dell’Associazione Culturale Lamba Doria – sezione Ragusa – che da anni è impegnata nel sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica affinché si prenda coscienza dell’importante patrimonio che è sotto i nostri occhi e si affermi la cultura della tutela del bene pubblico, invito che qualche Amministrazione Comunale ha recentemente recepito, come quella di Ragusa, che ha avviato i lavori di pulizia delle trincee sul lungomare Bisani, a Marina di Ragusa.

“Bisogna salvare ciò che è rimasto – afferma Salvatore Marino, referente per Ragusa dell’Associazione Lamba Doria – preservandolo per le future generazioni. E proprio in tale ottica è stato segnalato alle competenti autorità, per l’adozione dei provvedimenti di competenza, il grave stato di degrado in cui versa la trincea a ridosso di via Ammiraglio Rizzo, dove tanti abitanti di Marina di Ragusa ricordano che, da bambini, andavano a giocare e che oggi rischia seriamente di essere definitivamente distrutta, essendo l’area in questione interessata da opere di urbanizzazione”.

La provincia di Ragusa, così come quella di Siracusa e di Caltanissetta, fu tra le prime in Sicilia ad essere investite dall’operazione “Husky”, durante la Seconda Guerra Mondiale, perché mentre la storiografia ufficiale indica il 10 luglio 1943 quale data dello sbarco angloamericano, il nostro territorio fu interessato già la notte precedente.

I nostri soldati, schierati nei tanti capisaldi della provincia, infatti, ancor prima dell’arrivo delle truppe della 45^ Divisione di Fanteria U.S.A. sbarcata a Scoglitti e a Punta Braccetto, subirono l’improvvisa incursione dei paracadutisti dell’82^ Divisione Aviotrasportata Statunitense, lanciati nell’entroterra, alle spalle delle postazioni italiane.

Decine e decine furono i morti e i feriti, ma nonostante il pessimo equipaggiamento e lo scarso armamento, i fanti della 206^ Divisione Costiera Italiana fecero il loro dovere, come dimostrano le numerose decorazioni al valor militare concesse anche alla memoria.

Tante furono le salme dei Caduti sepolte nei campi di battaglia, spesso dalla gente del posto, come avvenne a Camemi per il Tenente Giunio Sella e, ancora oggi, seppur a distanza di 73 anni, domina tanta incertezza sul loro successivo recupero, come nel caso del Soldato Giuseppe Rinaldi, morto in combattimento al Posto di Blocco che sorgeva vicino villa Criscione e del quale si sconosce il luogo di tumulazione.

“Ciò che avvenne tra il 9 ed il 10 luglio 1943 è una dolorosa pagina di storia ancor oggi sconosciuta ai più – afferma Salvatore Marino – che rischia di rimanere per sempre tale se non si avrà cura di documentare i ricordi di chi c’era, per tramandarli ai posteri. È importantissima anche la tutela delle postazioni militari, oggi in totale abbandono, nonostante siano le uniche testimonianze fisiche di quel triste passato e fungano anche da monito per le future generazioni. Mentre in altre parti d’Europa il patrimonio storico legato agli eventi bellici si recupera, si tutela e si valorizza, in Italia siamo molto indietro, perché qui, spesso, sono soltanto le associazioni culturali, grazie all’iniziativa dei propri iscritti, volontariamente e con gli immaginabili limiti, a prodigarsi per attuare qualche forma di recupero dei vari siti, valorizzandoli con cerimonie in ricordo dei Caduti e attraverso la collocazione di lapidi commemorative e pennoni col Tricolore”.

“Il patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale è tutelato da un’apposita legge – conclude Marino – ma nulla si sta facendo per quanto concerne la Seconda Guerra Mondiale, nonostante da anni siano giacenti al Senato della Repubblica e alla Regione Siciliana dei disegni di legge che prevedono l’estensione di specifici vincoli ai beni risalenti all’ultimo conflitto mondiale. Trincee, bunker ed ogni altra tipologia di postazione difensiva sono ridotte a latrine, stracolme di rifiuti di ogni genere, nonostante siano tutelate “ope legis” essendo state realizzate da più di 70 anni orsono”.

L’Associazione culturale Lamba Doria è sempre più convinta che la presenza dei manufatti bellici andrebbe vista anche sotto un aspetto di promozione del territorio, con la creazione di un percorso di “Luoghi della Memoria”, perché sempre più persone, attratte dalla bellezza dei luoghi e dall’interesse per la storia, come già avviene all’estero, iniziano anche dalle nostre parti ad avvicinarsi a questo genere di turismo culturale.