A fatica si riesce a fare passare idee e opinioni indipendenti sulla situazione attuale della criminalita’ a Vittoria. Tutto e’ blindato.
Anche la visita dellìOn. Rosy Bindi e della Commissione Parlamentare antimafia fu presentata in maniera esattamente opposta al suo significato reale….quanto meno rispetto alle attese di strati abbastanza vasti della popolazione. Un attestato ai dei bravi ragazzi piuttosto che una attenzione verso un territorio in fermento…
Vittoria è di nuovo entrata in un tunnel criminale che non promette nulla di buono. Troppe sottovalutazioni accumulate nel corso degli anni, troppe occasioni perse:
il sistema agroalimentare è caduto gradualmente sotto il controllo di poteri criminali che operano su scala nazionale e l’esposizione degli agricoltori e degli operatori seri, che pure esistono, alle mille violenze quotidiane perpetrate contro la legalità e i loro diritti, hanno creato una situazione di devastazione del mondo agricolo in quasi tutte le aree del Mezzogiorno italiano.
Ovunque le stesse condizioni di precarietà e di sfruttamento, ovunque mancanza di legalità e di certezze.
Da un lato i costi di produzione, le diseconomie, l’usura, i caporali nelle campagne che piazzano mano d’opera a prezzi sempre più infami, i costi di produzione senza controllo di forma e di sostanza, dall’altro l’inesistenza di meccanismi disciplinati e legali nella formazione dei prezzi, nel controllo del taroccamento delle produzioni: e tutto questo in un mercato globale asservito alla GDO. Le aziende si dissolvono, implodono, si degradano. Lo scontro tra Ciaculli e alcuni gruppi che commercializzano prodotti anche taroccati è sicuramente dentro questa storia.
E’ in questo scenario che nasce la vicenda di Ciaculli, da situazioni da lui denunciate, ma in un contesto sicuramente appesantito da un sistema di relazioni tra i vari soggetti della filiera che è labile, violento, esposto a molteplici fronti di attacco . L’attacco alla struttura incendiata è attacco a Ciaculli, al quale rivolgiamo ancora la nostra solidarietà, ma è anche paradigma di una storia di violenza più ampia e sicuramente mafiosa, che lo sta attaccando.
La nostra città e il nostro territorio si ritrovano di nuovo sotto tiro, come 35 anni fa.
Ancora una volta è la criminalità mafiosa, che opera trasversalmente nei diversi settori dell’affarismo criminale ( anche delle armi e della droga, oltre che della filiera agroalimentare ) che passa all’attacco, ringalluzzita da tante disattenzioni e incoerenze. Ancora si commettono errori che non dovevano più ripetersi. Il giardino doveva essere bonificato dalla malerba per tempo per poterlo risanare. Negli anni ’60 si commise l’errore di fare convergere qui colonie intere di sorvegliati speciali, che e qui trovarono l’Eldorado, mentre ora si riproduce la miscela esplosiva dei ritorni, dei reduci degli anni ’80.
Gli stessi errori.