“C’è chi utilizza l’antimafia per fini personali”

 Finalmente c’è chi ha avuto  il coraggio di dire le cose per come stanno,
affermando una tremenda verità che lascia senza fiato: “L’antimafia  è stata utilizzata  più come un brand per propri fini”. Una
dichiarazione forte che pronunciata da chiunque altro  sarebbe apparso vaneggiatore o magari bilioso. A dirlo per fortuna è stato il presidente  dell’Autorità nazionale Anticorruzione,
Raffaele Cantone all’Università di Palermo, l’altro ieri,  il quale ha anche rincarato la dose dicendo : “Molte
persone si sono improvvisate paladini dell’antimafia e non c’è stata nessuna
valutazione sul loro reale operato
. Tutto questo finisce per creare disdoro
all’antimafia vera”. Cantone ha posto quindi, qualora non ce ne fossimo
accorti,  una questione drammaticamente
reale non foss’altro perché nella nostra carriera di giornalisti, di questi
soggetti noi purtroppo ne abbiamo visti tanti. Furbetti dell’ultima ora che
sapientemente riescono a costruirsi una immagine antimafia che li proietta di
diritto nel cerchio  degli eroi.  Vivono sotto scorta distogliendo personale
delle forze dell’ordine da ciò che dovrebbe essere il loro compito precipuo e
cioè contrastare la delinquenza per le strade e per i quartieri più ad alto
rischio. Il loro hobby preferito è quello di fare incetta di premi e
riconoscimenti che unico scopo non hanno se non quello di appagare il loro
smisurato ego che diventa sempre più bulimico. Partecipano un giorno si ed uno
sempre,  a trasmissioni tv in cui,
secondo un copione ben preciso,  si
calano nei panni dell’eroe, senza pudore e dimenticando, loro e chi li
intervista,  che i veri eroi sono quelli
che la vita la rischiano davvero e sul serio ogni giorno per strada, quelli che
denunciano infrangendo il muro d’omertà di cui il malaffare trae ristoro .
Tutto ciò non immaginate quanto ci faccia incazzare soprattutto quando siamo
costretti ad assistere, e magari per via del nostro mestiere, a  raccontarlo anche,  alla politica che si prostra dinnanzi  questi uomini, se tali possiamo definirli. Lo
fa forse, pensando di legittimare se stessa  ed enfatizzare la propria pseudo lotta la
mafia ed alla criminalità organizzata. Avremmo voluto  mille volte urlarlo ai Prefetti, agli
onorevoli, alla categoria dei giornalisti stessa, questo obbrobrio tragicomico ma
anche quando qualche volta, timidamente, abbiamo provato a sussurrarlo ci hanno
detto che non ne abbiamo né l’autorevolezza né interlocutori disposti ad
ascoltarci. Gli eroi dell’antimafia non possono esser criticati. Oggi
finalmente noi, gente per bene ed onesta come ci sentiamo in coscienza  di essere, tutto ciò possiamo urlarlo come lo
stiamo facendo adesso da questo sito. Lo urliamo chiedendo al Presidente
Cantone, di avviare tutte le ricognizioni possibili per verificare chi,
attraverso il paracadute dell’antimafia, si è cucito addosso un falso  costume di supereroe carpendo buona fede,
marciando sulla viltà degli altri  e
sfruttando l’indifferenza dei rimanenti. Che le faccia queste verifiche in
tutta la Sicilia. Magari scoprirà borghesi antimafiosi che altro non sono che
mitomani instabili e pericolosi agli altri ma ed a  se stessi.