La Sinistra Italiana ricorda l’avvocato Cesare Borrometi, morto ieri sera.
Nella serata del 7 gennaio 2022 ci ha lasciati il nostro carissimo e amatissimo compagno Cesare Borrometi. Lascia un vuoto incolmabile per noi che lo abbiamo apprezzato e amato. È stato prima presidente e poi coordinatore dell’assemblea provinciale di Sinistra Italiana. Uomo di grande cultura, affermato avvocato e fine politico, compagno tenace e generoso.
Stimato anche dagli avversari politici per la estrema correttezza e coerenza con gli ideali di giustizia, di libertà e solidarietà verso gli ultimi.
Una brutta malattia lo ha portato via in meno di un mese.
Un abbraccio fortissimo arrivi da tutti noi alla moglie Laura e alla sua adorata figlia Marcella .
Ci piace ricordare Cesare con queste sue considerazioni scritte nei giorno 16 e 17 dicembre durante il proprio ricovero in ospedale .Anche in tale occasione non certo serena, il pensiero di Cesare andava ad un amico deceduto.
“Me ne sto quieto nel mio letto d’ospedale, ora vedendo un film sull’iPad, ora leggendo un orribile libro (spero me ne portino presto un altro). Il tempo passa a stento scandito dal sibilare dell’ossigeno che soffia nella maschera che ho in viso. E mi è pure andata bene, se è vero che sarei potuto finire intubato. Non è covid (ho fatto anche la terza dose di vaccino); è una polmonite bilaterale su sfondo fibrotico, insomma un bel casino a cui hanno grandemente contribuito le amate/odiate bionde. Passerà, non passerà, non lo so. So solo che voglio tornare al più presto al mio lavoro, agli affetti dei miei cari, al calore dei miei amici. Quanti messaggi e telefonate ho ricevuto! Mi ha fatto tanto piacere; mi ha fatto sentire cercato, amato, sicuramente ben oltre i miei modesti meriti. Tuttavia, in certi momenti, non sentirti solo ti aiuta a guarire. Grazie, dunque, a tutti coloro che mi hanno pensato, che mi hanno cercato: se guarisco lo devo, in gran parte a voi. Spero di tornare presto per potervi abbracciare tutti.
Bollettino ospedaliero mi comunica che ho ancora un deficit di ossigenazione, quindi ancora maschera e, soprattutto, ancora non si parla di dimissioni. Tuttavia, oggi, il mio malanno passa in secondo piano; oggi, orrido venerdì 17, si è acceso con una notizia che non avrei voluto mai apprendere: il mio grande e caro amico Salvatore Emmolo mi ha lasciato. Certo, lascia attonita un’intera comunità che l’ha conosciuto ed apprezzato, ma io mi sento quasi ferito da questa discreta dipartita, quasi fosse un torto fattomi personalmente. Conoscevo lo stato critico di salute in cui versava Salvatore, ma non pensavo che potesse addirittura non farcela e andarsene così, quasi in silenzio, senza la possibilità di un ultimo saluto, di un ultimo abbraccio. Mi manca già ora il riferimento che lui ha rappresentato per me e per chi lo ha conosciuto; mi mancano già le sue argute e spesso ironiche valutazioni della realtà, a cui, da filosofo quale intimamente era, si è sempre accostato con lucido disincanto e con spassionata obiettività; mi mancano già i suoi saggi consigli, anche quelli che non condividevo ma che, comunque, mi hanno aiutato a comprendere la realtà. E se tutto questo, è molto più, manca oggi a me ed a tante altre persone che aSalvatore hanno voluto bene, io mi sento particolarmente defraudato di una presenza della quale non ero ancora pronto a fare a meno. Il solco segnato su questa terra dalla vita del mio amico Salvatore resterà indelebile e di questo sempre mi compiacerò dicendomi orgoglioso di averlo conosciuto ed essergli stato amico. Ciao Salvatore, che la terra ti sia lieve”.