I primi giorni di luglio saranno occupati dal gossip politico sulla ricostituzione di Forza Italia, in spiaggia potremo mettere da parte Novella 2000 e altri giornaletti simili perché ci sarà altro di che leggere.
La ricostituzione non sarà certo indolore, perché tanti saranno i rientri ma altrettanti i confinamenti in seconda o terza fila che, giocoforza, scateneranno contrasti e fughe, dal momento che il Cavaliere non lascerà spazio, almeno si spera, alle isterie di qualche pseudo star di provincia, in un momento così delicato per le sorti sue e del partito.
Come siamo stati abituati a vedere, da anni, essendo la politica locale subordinata a quella regionale, per la mancanza di figure di spicco a livello siciliano, dovremo andare a guardare quali saranno le possibili alleanze con i leader dell’isola.
Il borsino della politica dà in netto calo Angelino Alfano, che potrebbe perdere sia la carica di coordinatore nazionale che quella di vice presidente del Consiglio: il suo destino sembra ridimensionato negli angusti spazi di un residuo di PDL che resterebbe a rappresentare la compagine filogovernativa del centro destra.
Ufficialmente gli altri leader o pezzi da novanta del partito sono in una posizione di attesa, in quanto non condividerebbero il ritorno di Forza Italia: perplessità e dubbi assillerebbero i due coordinatori regionali del Pdl siciliano, Giuseppe Castiglione e Dore Misuraca che si sarebbero pronunciati negativamente, come lo stesso avrebbero fatto Renato Schifani e la senatrice sottosegretaria Simona Vicari. Anche altri esponenti del Pdl, in primis quelli della componente ex AN, sono perplessi e aspettano di capire meglio come verrà attuato il progetto. Ma la sostanza delle cose è ben diversa: Berlusconi, direttamente e tramite i suoi ‘ufficiali di collegamento’, ha fatto capire che la nuova struttura dovrà essere, in buona parte, del tutto nuova e formata da imprenditori e manager che dovranno gestire il partito di quello che fu il famoso 61 a ZERO. Per cui largo a uomini come Gianfranco Miccichè, azzurri della prima ora come la Prestigiacomo e fuori quelli che hanno utilizzato il partito come impianto sportivo dove sfogare rivalità e sfoggio di opinabili competenze politiche.
In questo scenario, all’orizzonte del nostro territorio, si intravede solo la figura del Senatore Giovanni Mauro che avrebbe dalla sua l’essere stato l’anima di Forza Italia, sin dalla primissima ora, i rapporti giusti, da anni, con Miccichè e la Prestigiacomo, l’essere stato da poco riconsiderato da Berlusconi con il premio di una candidatura vincente in Campania, uomo che ha già dimostrato di possedere le capacità per gestire un partito, politico capace, ottimo oratore, uno dei pochi che sarebbe in grado di ricucire rapporti con tante figure che via via hanno abbandonato Forza Italia decretandone, inesorabilmente, il declino.
Se di ricostituzione si parla, si deve ripartire dall’inizio, scegliendo le persone della prima ora ed evitando di accogliere esperti del cambio casacca. Magari sul territorio si troverà qualche imprenditore in meno ma non mancano valenti professionisti, di tutti i settori, con cui poter pianificare un processo politico che possa contribuire a fare di nuovo grande Ragusa, per un partito che sia fatto di politici professionisti e non di professionisti della politica.
Il sogno sarebbe quello di radunare, anche a livello provinciale, la crema di quello che è stato il centro destra a Ragusa, naturalmente se la crema intendesse riprodurre l’indecente spettacolo di beghe e personalismi, come quelli propinati in occasione delle recenti amministrative, o volesse riproporre tutti i contrasti che negli hanno decretato la morte del partito, allora sarà meglio lasciar perdere e tenerci quello che abbiamo affidando il nostro svago a qualche pagina di Novella 2000.