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Chiedere aiuto diventa una colpa? La denuncia contro l’Asp per un esame negato
25 Apr 2025 08:39
Continuano a registrarsi nuovi sviluppi intorno alla vicenda della signora Giovanna, affetta da una sospetta patologia tiroidea che aveva ricevuto nei giorni scorsi dal suo medico curante la prescrizione per una ecografia urgente del capo e del collo, da eseguire – secondo indicazione medica – entro dieci giorni. Un percorso clinico chiaro, supportato dal giudizio di un professionista che ha in carico la salute della paziente. La risposta dell’Azienda Sanitaria Provinciale aveva avuto dell’incredibile: otto mesi di attesa per un esame.
La signora Giovanna si era rivolta al Comitato civico Articolo 32 per denunciare il fatto e per cercare di ottenere allo stesso tempo una concreta riduzione del tempo di attesa. La richiesta, portata avanti dalla signora Giovanna ha ricevuto in questi giorni una risposta in tempi rapidissimi, ma solo per essere respinta. Secondo l’ASP, infatti, la priorità indicata dal medico non sarebbe “appropriata”. Si insinua così – con linguaggio freddo e burocratico – che il giudizio clinico del medico di famiglia sia errato o inadeguato.La discrezionalità del medico viene quindi messa in discussione dagli uffici amministrativi, che dovrebbero semmai garantire la tutela e il rispetto delle indicazioni cliniche, salvo casi di evidente abuso o violazione di legge.
La vicenda assume poi toni kafkiani. La signora Giovanna tenta di parlare con il responsabile del procedimento, secondo quanto riferito in una nota dal Comitato civico Articolo 32, ma trova il muro del silenzio. Numeri di telefono che squillano a vuoto, nessun interlocutore disponibile, risposte inesistenti. E intanto cresce la sensazione di un clima intimidatorio con la “colpa” di essersi rivolta a un’associazione civica che diventa un boomerang che si ritorce contro il cittadino.
Siamo davanti a una dinamica che non può e non deve passare sotto silenzio. L’apparato amministrativo, nato per servire la collettività, sembra talvolta dimenticare che l’utente non è un suddito ma un cittadino, titolare di diritti inviolabili – tra cui quello alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Il Comitato Civico Articolo 32, attraverso la voce del presidente Rosario Gugliotta, annuncia che non si lascerà intimidire da “rappresaglie e abusi”, ricordando che “le protezioni politiche non possono durare in eterno”. Parole forti, che risuonano come monito e speranza.Il nostro dovere di giornalisti è qui: illuminare i fatti, dare voce a chi rischia di rimanere schiacciato tra la burocrazia e l’indifferenza, e ricordare che il diritto alla salute non è una concessione, ma un diritto costituzionale.
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