Chiusura Versalis a Ragusa e Priolo. La Cgil è pronta alla mobilitazione dopo che ieri è stato presentato a Roma il piano industriale dell’Eni dove viene confermato quello che già era nell’aria, ovvero la dismissione della chimica di base che colpisce gli stabilimenti siciliani compreso Versalis a Ragusa e Priolo. “Più che piano industriale è un piano di dismissione e disimpegno dove è apparso in maniera purtroppo chiara l’inesistenza di un progetto di trasformazione . Non c’è prospettiva di sviluppo ne è una chiara volontà di mettere investimenti concreti per la riconversione – accusa Peppe Scifo, segretario provinciale della Cgil Ragusa – La chiusura di Versalis significa per Ragusa una drastica riduzione del perimetro industriale con gravi ricadute occupazionali ed economiche. A rischio tutti i posti di lavoro del sito , soprattutto quelli dell’indotto che perderanno immediatamente il lavoro nel momento in cui sarà fermato l’impianto come annunciato da Eni. Questa dell’Eni è una tappa drammatica dentro il percorso di deindustrializzazione che sta attraversando l’Italia. A pesare ancora di più c’è l’assenza di un ruolo del Governo che sta alla finestra a guardare questi processi. Compreso quello regionale che in assenza di una visione strategica sull’industria nell’isola rimane immobile ed assistere passivamente alla desertificazione produttiva. Per questo già ieri stesso a Roma è stato proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dei siti Eni sia del diretto che nell’indotto. Anche a Ragusa avvieremo una mobilitazione per dire no alla dismissione di Eni e per chiedere un vero piano industriale di riconversione che non può e non deve prevedere primo, secondo e terzo tempo, ma chiarezza e concretezza affinché nessun posto di lavoro venga perduto”.
Dalla provincia di Siracusa, a far eco alle parole di Scifo da Ragusa, ci sono quelle del segretario provinciale della Cgil Siracusa, Roberto Alosi, che a Blogsicilia ha rilasciato dure dichiarazioni, contestando il Governo Meloni. “Il Petrolchimico di Priolo rischia il tracollo dopo la decisione dell’Eni di chiudere l’impianto di Versalis. Dietro questa scelta c’è il Governo nazionale: l’Eni è una partecipata del Governo, quindi c’è una scelta di politica industriale di smantellare il sistema industriale di Priolo, ed anche Brindisi. Nel pomeriggio abbiamo indetto l’attivo di Cgil, Cisl e Uil: attendiamo risposte da parte del territorio. Abbiamo già chiesto alla presidenza del Consiglio, per cui a Giorgia Meloni, la convocazione di un tavolo non al ministero ma in seno a Palazzo Chigi perché la crisi può avere proporzioni devastanti”.
PD profondamente preoccupato per chiusura impianti Priolo e Ragusa: “a rischio centinaia di posti di lavoro”
“Il Partito Democratico esprime la propria profonda preoccupazione per l’annunciata chiusura degli stabilimenti Eni-Versalis di Ragusa e Priolo. Questa decisione, comunicata con il piano di trasformazione e rilancio del business della chimica in Sicilia nell’ottica della decarbonizzazione, rappresenta un duro colpo per l’economia locale e per i lavoratori del settore”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo a proposito della decisione annunciata da Eni sugli stabilimenti di Ragusa e Priolo.
“Non possiamo accettare che settant’anni di storia industriale vengano cancellati con un colpo di spugna”, dichiara il segretario cittadino Peppe Calabrese, componente della segreteria regionale PD ed ex lavoratore dello stabilimento ibleo. La chiusura di questi impianti avrà ripercussioni gravissime sul nostro territorio, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro dello stabilimento e dell’indotto. Invitiamo tutte le forze politiche, sociali e sindacali a unirsi in una mobilitazione immediata per contrastare questa decisione e chiediamo al sindaco e a tutte le istituzioni di prendere una posizione chiara e di attivarsi per difendere il nostro territorio. È necessario un piano concreto per la riconversione industriale e per la tutela dei lavoratori”.
“E’ necessaria – afferma il deputato regionale del PD all’Ars, Nello Dipasquale – una transizione energetica sostenibile che però non può avvenire a discapito dell’occupazione e dello sviluppo economico locale. La decarbonizzazione è un obiettivo importante, ma deve essere perseguita attraverso un percorso graduale e concertato con le parti sociali. Per questo motivo, inoltre, chiederemo che il Presidente Schifani faccia sentire la propria voce. Non è possibile – aggiunge – che dopo anni di sfruttamento del territorio, non rimanga nulla per l’economia di questa parte dell’isola ”.
“Il PD di Ragusa e quello regionale – concludono Barbagallo e Calabrese – si faranno portavoce delle istanze dei lavoratori e della comunità ragusana, e lavoreranno senza sosta per scongiurare la chiusura degli stabilimenti ENI e per garantire un futuro migliore per il nostro territorio”.
Riconversione Eni, Assenza e Auteri (FdI): «Siano salvaguardati gli stabilimenti siciliani con gli attuali livelli occupazionali»
«Il piano di riconversione con la trasformazione industriale di Versalis annunciato da Eni non dovrà prescindere dal mantenimento de
gli attuali livelli occupazionali degli stabilimenti in Sicili
a
. Tra Ragusa e Priolo Eni Versalis dà lavoro e sicurezza economica a 550 persone del diretto ed a un cospicuo numero di lavoratori dell’indotto, costituendo una realtà con oltre cento anni di storia che merita la massima tutela. Siamo certi che il governo regionale e quello nazionale- ciascuno per la parte di propria competenza- interverranno per tutelare e salvaguardare con tutte le forze gli stabilimenti e i livelli occupazionali di Eni in Sicilia, scongiurando sul nascere il pericolo di ogni altra ipotesi. Noi saremo parte attiva nel mantenere alta l’attenzione su un tema così vitale per il tessuto produttivo della nostra Regione». Lo affermano Giorgio Assenza e Carlo Auteri, deputati regionali di Fratelli d’Italia, commentando la prevista cessazione dell’attività di cracking a Priolo e della produzione di polietilene a Ragusa annunciata ufficialmente da Eni.
Il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia manifesta le proprie preoccupazioni sulla tenuta dei livelli occupazionali a proposito del piano industriale reso noto dall’Eni e che, a fronte della definizione di un piano di trasformazione, decarbonizzazione e rilancio di Versalis, contempla la cessazione dell’impianto del polietilene a Ragusa. “Il grido d’allarme che raccogliamo dai 120 dipendenti del diretto, per non parlare del numero imprecisato di operatori interessati nell’indotto, ma che si aggirano di certo a oltre un migliaio di unità se pensiamo a tutta la filiera interessata – afferma il coordinatore cittadino di FdI, Luca Poidomani – ci spinge a invocare una forte presa di posizione da parte del territorio affinché tutti assieme, rappresentanti delle istituzioni, della politica e della società civile, si riesca ad avviare un percorso di confronto con i vertici dell’Eni per capire quale sarà il destino riservato all’area iblea e, in particolare, alla nostra città. Come ha più volte detto la nostra leader presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, anche in occasione della seduta del 15 ottobre scorso al Senato, inseguire la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è semplicemente un suicidio. Ovviamente, speriamo che non sia così.
Non arrivano buoni segnali dal piano industriale di Eni per Versalis. A dirlo è il consigliere comunale di Ragusa del movimento Cinque Stelle, Sergio Firrincieli, che chiarisce come “la questione è già alla nostra attenzione da qualche settimana e attendevamo solo il piano industriale per capire quali avrebbero dovuto essere le sorti per l’impianto di Ragusa. Naturalmente – continua – c’è preoccupazione per i dipendenti diretti, circa centoventi, quelli delle ditte e per le imprese dell’indotto. Nei prossimi giorni insieme all’onorevole Filippo Scerra, che sta seguendo la vicenda da settimane, siamo pronti a incontrare i lavoratori e i sindacati e le parti interessate per promuovere azioni che facciano collimare l’esigenza della decarbonizzazione alla tutela dei posti di lavoro e dell’economia del territorio”.