Dalla Sicilia a Legnago (Verona) per salvare la vista da una grave forma di glaucoma. È solo l’ultimo caso di pazienti che si rivolgono all’Oculistica dell’ospedale Mater Salutis di Legnago (Ulss9), che si conferma centro di eccellenza e all’avanguardia per la Chirurgia del glaucoma. Gabriele Vizzari, medico chirurgo Responsabile del Centro Glaucomi dell’UOC Oculistica di […]
Chiusura Versalis: “Non possiamo arrenderci”. Critiche del Pd a Schifani: “E’ il presidente assente”
25 Nov 2024 22:39
Una sala gremita al Centro Studi Feliciano Rossitto ha fatto da sfondo all’assemblea pubblica organizzata da FILCTEM-CGIL e UILTEC-UIL per discutere del futuro del sito Versalis di Ragusa. Un appuntamento cruciale, a pochi giorni dalla presentazione del piano di ristrutturazione della chimica di Eni al Governo, che prevede investimenti per 2 miliardi di euro ma lascia molte incertezze sul destino dello stabilimento ragusano.
Tra interventi appassionati e toni accesi, il messaggio emerso è stato unanime: “Eni non può abbandonare Ragusa”. I sindacati hanno sottolineato l’importanza di garantire continuità industriale per tutelare non solo i 125 posti di lavoro diretti, i 100 dell’indotto e le 135 piccole imprese locali legate alla logistica, ma anche la dignità di un intero territorio che rischia di essere depauperato dopo oltre 70 anni di attività petrolchimica.
“Ragusa e Priolo unite nella mobilitazione”
A prendere la parola, tra gli altri, l’on. Nello Dipasquale (PD), che ha puntato il dito contro l’assenza istituzionale, in tutta la vertenza, del presidente della Regione Renato Schifani: “Trovo incredibile che Eni possa decidere il futuro della chimica nel Sud-Est siciliano senza che il presidente della Regione venga coinvolto o si faccia sentire. Non possiamo accettare passivamente la chiusura di Ragusa e Priolo, serve una mobilitazione che parta da qui e arrivi a Palermo. Bisogna difendere il diritto al lavoro con coraggio e determinazione”.
Una decisione che segna un territorio
Gli impianti di produzione di polietilene di Ragusa rimarranno fermi per tutto il mese di dicembre, ufficialmente per motivi legati al mercato e allo stock. Per i sindacati, però, si tratta dell’inizio della fine: “Lo stabilimento si avvia verso una procedura di eutanasia che mortifica non solo chi ci lavora, ma l’intera economia locale. Questo territorio ha dato tanto a Eni e non può essere lasciato a se stesso”, hanno ribadito i rappresentanti di FILCTEM e UILTEC.
L’appello finale
Dal palco, si è levato un appello accorato alle istituzioni, alla politica e alla cittadinanza: “Non possiamo fermarci ora. Ragusa deve essere inclusa nel piano di investimenti di Eni per la chimica sostenibile. È una battaglia per il nostro futuro, per lo sviluppo economico e per le generazioni che verranno”.
Con il conto alla rovescia verso il 3 dicembre, la tensione è palpabile. Ragusa non è disposta a restare spettatrice di una decisione che potrebbe segnare irreparabilmente il suo destino.
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