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Coltivare il porro: verdura e pianta officinale
30 Ott 2017 08:00
Coltivare il porro come pianta officinale?
Può sembrare strano però questa bulbosa ha davvero tante qualità e non sfigura fra le piante officinali.
Coltivare il porro è facile perché è una pianta che non richiede troppe cure ed è un ortaggio che non può mancare nell’orto invernale.
Coltivare il porro, questo stretto parente dell’aglio e della cipolla, è importante perché questo ortaggio entra come i suoi più blasonati parenti fra le piante officinali per le sue tante qualità.
Pochi conoscono queste sue caratteristiche e all’umile porro spesso non vengono dati i riconoscimenti che invece meriterebbe.
Ho esitato a lungo prima di parlare di lui perché è un ortaggio che viene spesso ignorato e molte altre piante premevano perché le prendessi in considerazione.
Tuttavia, siccome ho un debole per le piante poco considerate e non conosciute in tutti i loro aspetti, mi sono decisa a prenderlo in considerazione per parlare delle sue virtù e svelare come fare per coltivare il porro nel modo migliore.
Scoprirai, leggendo l’articolo, non solo come coltivare il porro ma tutte le sfaccettature di questo ortaggio schivo che ha più di una freccia al proprio arco.
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Origini
Il progenitore del porro comunemente coltivato è un porro selvatico originario dell’Europa, l’Allium ampeloprasum, comunemente noto come porro selvatico o porraccio, che ancora oggi cresce non solo nel Vecchio Continente ma anche nell’Asia Occidentale e nel Nord Africa.
Oltre al porro domestico questo suo antenato ha dato origine ad altri due tipi di verdure coltivate: l’aglio elefante o aglio cipollino e il kurrat o porro egiziano coltivato in Medio Oriente ed apprezzato per le sue foglie.
Coltivare il porro è pratica così antica che non si conosce dove sia iniziata tale coltivazione.
Si ritiene che questa verdura fosse già coltivata in Mesopotamia al’inizio del secondo millennio a. C.
Si sono trovate alcune raffigurazioni di questo ortaggio nei geroglifici dell’Antico Egitto ben 2000 anni fa.
Da quello che si è appreso da queste iscrizioni il porro veniva consumato dagli schiavi addetti alla costruzione delle piramidi, quindi faceva parte delle verdure che si consumavano nell’Antico Egitto.
Lo cita la Bibbia quando durante l’esodo gli Israeliti che vagavano per il deserto ricordano con nostalgia l’Egitto dicendo: “Ricordate come in Egitto abbiamo avuto cetrioli e cocomeri, porri, cipolle e aglio”
Dall’Egitto il porro passò nell’Antica Grecia e poi a Roma e ci sono pervenute diverse descrizioni di questa pianta.
Una delle più lunghe ed accurate è quella di Plinio, scrittore e scienziato romano vissuto nel 23-79 d. C., che non solo descrive questo ortaggio ma indica il nome di “porrum” dicendo che con questo termine veniva chiamato dai romani.
Il porro era la verdura preferita dall’Imperatore Nerone che lo consumava in quantità nelle zuppe o sott’olio credendo che aiutasse a mantenere bella e limpida la voce.
Apicius, un famoso cuoco e ghiottone vissuto a Roma dal 25 al 37 dopo Cristo, scrisse che i migliori porri giungevano a Roma dall’Egitto e che erano una fine ghiottoneria servita come gli asparagi.
Marziale poeta satirico romano esaltava le virtù benefiche e curative dei porri.
Coltivare il porro era frequente nel Medioevo e si può affermare che questa fu una delle poche piante che, durante il lungo periodo medioevale, contribuì a sfamare le popolazioni spesso in difficoltà per le guerre e le carestie.
Nel Rinascimento il porro era consigliato dai medici come una pianta dai molteplici effetti benefici.
Ecco cosa scriveva il medico rinascimentale Castore Durante a proposito di questo bulbo: “ provoca l’urina, facilita le mestruazioni, dissolve le ventosità, stimola Venere……cotto sotto la cenere risolve il mal di testa, toglie l’ubriachezza, sana i dolori colici, migliora la voce e fa feconde le donne”.
Oggi il porro è conosciuto, apprezzato e coltivato in tutto il Mondo, più popolare in Europa che nel Nord America dove è stato importato dai primi coloni europei.
Anche il Canada e l’Australia hanno conosciuto il porro solo quando i coloni giunti dall’ Europa hanno iniziato a coltivare il porro come erano soliti fare nei loro paesi d’origine.
L’Italia e la Francia sono i maggiori produttori di porri con pregevoli varietà locali.
Il porro e il narciso rappresentano i simboli del Galles, un’isola al largo della costa irlandese.
Una leggenda narra che nel 620 d.C. re Cdwallader, alla vigilia di una importante battaglia contro i Sassoni, sognò San Davide, patrono del Galles, il quale gli consigliò di far mettere sui berretti dei suoi soldati dei porri per riconoscerli dai loro nemici.
Così fu fatto e i Sassoni furono sbaragliati, il porro, per ricordare questa vittoria, divenne il simbolo del Galles.
Ogni primo di marzo questo episodio viene ricordato in Galles e i soldati, nei costumi tradizionali, sfilano in parata portando dei distintivi che raffigurano porri.
Ancora oggi per i militari dei reggimenti gallesi esiste la tradizione di mangiare un porro crudo il giorno della festa di San Davide che cade il primo di marzo.
Quindi il porro è l’emblema del Galles insieme al narciso e curiosamente queste due piante hanno in gallese lo stesso nome infatti il porro si dice “Cenhinen” e il narciso “Cenhinen pedr”.
Descrizione della pianta del porro
Il porro è un ortaggio che appartiene alla famiglia delle Amaryllidacee e al genere Allium, come l’aglio e la cipolla, il suo nome scientifico è Allium porrum.
E’ una pianta erbacea, che fiorisce nel secondo anno di vita quindi è biennale, e ha un fusto molto sottile avvolto nella sua parte inferiore da molte guaine fogliari di colore bianco che formano il cosiddetto bulbo o “falso fusto”, la parte commestibile della pianta.
Nella parte superiore del fusto si trovano le foglie verdi, lunghe e di forma lanceolata.
Al di sotto del bulbo si sviluppa un abbondante apparato radicale che penetra nel terreno sia in superficie che in profondità.
Coltivare il porro significa occupare il terreno per un solo anno, anche se la pianta è biennale, perché alla nascita dello scapo fiorale la parte bianca, quella commestibile, diventa più dura e non più adatta all’alimentazione.
I fiori piccoli e di colore bianco lilla sono riuniti in infiorescenze globose che spuntano all’inizio dell’estate.
Il frutto è una capsula dura e rotondeggiante che contiene due o tre semi di colore nero e di forma angolosa.
Coltivare il porro
E’ possibile coltivare il porro in periodi differenti perché questa versatile verdura può essere raccolta sia in inverno che in estate dipende da quando la si è seminata.
I porri sono divisi in 4 gruppi a seconda del periodo di raccolta.
Abbiamo quindi:
– i porri estivi con semina a gennaio-marzo e raccolta in maggio-giugno,
– i porri autunnali (varietà che soffrono il gelo ma sopportano bene la calura) che si seminano in febbraio-marzo e si raccolgono da luglio ad ottobre
– i porri invernali (varietà che sopportano il freddo) che si seminano in aprile-maggio e si raccolgono da novembre a marzo.
I porri che più comunemente vengono coltivati sono quelli invernali perché sono poche le verdure che sopportano il freddo invernale e possono essere raccolte nei mesi dell’inverno.
Inoltre il porro è un ortaggio che ha un ciclo di coltivazione lungo, dalla semina alla raccolta passano circa 6 mesi e dal trapianto alla raccolta devono trascorrere almeno 3 mesi se non 4 a seconda delle cultivar.
Per chi ha poco terreno, come può accadere a chi ha un orto, è spesso un peccato lasciare una parcella occupata così a lungo nel periodo primaverile ed estivo.
La semina del porro si fa in semenzaio e per quanto riguarda il trapianto delle piantine si creano dei solchetti distanti 35-40 cm l’uno dall’altro con le piantine disposte a circa 10 cm l’una dall’altra.
E’ importante non trapiantare piantine che hanno un fusto troppo sottile e scegliere invece quelle che sono ben sviluppate.
Se acquisti piantine a radice nuda, meno costose ma dall’attecchimento un pochino più problematico, ti consiglio di immergerle per una notte nell’acqua perché si inturgidiscano ed acquistino forza.
Il porro è una coltura da rinnovo quindi non bisogna coltivare il porro nello stesso appezzamento per più anni di seguito ma variare di anno in anno l’appezzamento per evitare le malattie che si annidano nel terreno e che attaccano il delicato bulbo.
Il fabbisogno di acqua del porro è abbastanza elevato e costante, è importante bagnare piuttosto spesso ma non eccessivamente per non correre il rischio di far marcire il bulbo.
In inverno con l’umidità e le basse temperature le annaffiature devono essere molto ridotte.
Il terreno ottimale per le piantine di porro deve essere fertile e soffice, ben drenato, con un abbondante apporto di concime organico molto maturo che al porro non nuoce anzi lo nutre facendolo sviluppare meglio.
L’importante è che il concime organico sia ben maturo e in giusta misura, specialmente per quanto riguarda i porri invernali, perché una concimazione troppo abbondante fa sviluppare eccessivamente la parte fogliare diminuendo la resistenza delle piante al gelo.
Per ottenere una porzione bianca più lunga e tenera bisogna rincalzare il terreno attorno alle piante durante la stagione vegetativa.
Con questa operazione si eliminano anche le erbacce, che sottraggono ai porri acqua e nutrimento, quindi il rincalzare è una pratica indispensabile se si vuole coltivare il porro in modo ottimale.
Raccolta
Il porro a differenza di parecchi altri ortaggi è ugualmente buono, anzi è più tenero, se raccolto in anticipo.
Indicativamente puoi iniziare la raccolta quando il suo diametro è come quello di un dito e puoi continuare a lungo perché il porro può stare senza deteriorarsi nel campo per mesi.
Per esempio se hai seminato a fine marzo una varietà tardiva, come ad esempio il “Gigante d’Inverno”, puoi iniziare a raccogliere porri da metà ottobre in poi per tutto il periodo invernale.
Se ti piace questa verdura puoi avere in tavola porri tutto l’anno se differenzi le semine e hai un terreno spazioso.
Questi sono i vantaggi nel coltivare questo ortaggio e secondo me non sono vantaggi da poco.
Proprietà del porro
Coltivare il porro significa poter gustare un ortaggio ricco di qualità e più delicato dell’aglio e della cipolla che non tutti digeriscono.
Il porro è composto principalmente da acqua, più del 90% del suo peso è costituito da acqua, ed è ricco di fibre, di vitamine e minerali.
Contiene le vitamine A, C, discrete quantità di vitamine del gruppo B, fra i minerali troviamo ferro, magnesio e fosforo, sodio, zolfo, manganese, potassio e calcio.
Il porro ha proprietà diuretiche, toniche, antisettiche, protegge il cuore e la circolazione, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari.
Ricco di antiossidanti è un benefico depurativo del corpo e un ottimo alleato per la salute e la bellezza della pelle.
Per i numerosi minerali e le vitamine che contiene il porro è indicato nei casi di anemia, stimola il sistema immunitario, è in grado di abbassare il colesterolo troppo alto, di contrastare la gotta e l’artrite.
Il suo alto contenuto di fibre aiuta a regolarizzare le funzioni intestinali, soprattutto se l’intestino è pigro e questa sua qualità unita alle basse calorie che contiene, solo 61 calorie per 100 g di prodotto, ne fanno un ortaggio molto adatto per chi fa una dieta.
Il porro svolge un’azione antibatterica e antisettica come la cipolla e l’aglio.
Non è da sottovalutare il suo potere afrodisiaco conosciuto sin dal tempo dei Romani.
Marziale, famoso poeta satirico dell’età Imperiale, così scriveva: “ Se l’invidiosa età allenta il nodo nuziale, il tuo cibo siano i porri e la tua festa lo scalogno”.
Il porro in cucina
Coltivare il porro consente di avere nel periodo invernale un ortaggio sempre fresco e molto versatile, ricco di qualità con un sapore più delicato dell’aglio e della cipolla.
Il porro viene impiegato per molteplici preparazioni sia cotto che crudo.
Se lo si taglia tende ad ossidarsi all’aria diventando scuro, quindi una volta preparato va consumato subito.
La parte commestibile del porro è la parte bianca che è tenerissima e ha un gusto molto delicato nelle varietà di porri estive, mentre è più saporita ma un pochino più dura nelle varietà invernali.
Se vuoi sfruttare tutte le sue qualità bisogna che lo gusti crudo, in insalata per esempio è ottimo per dare un sapore delicato e un profumo non invadente.
Se devi cuocerlo la cottura sia breve e a vapore per non perdere le sue proprietà.
Cotto serve per insaporire le carni, specie se di maiale o di agnello, ma è ottimo anche con il pesce che avvolto nelle foglie di questo ortaggio acquisterà digeribilità e gusto.
Il porro viene chiamato popolarmente “l’asparago dei poveri” perché, cotto allo stesso modo, risulta ottimo con le uova oppure condito semplicemente con una salsina piccante.
In sostituzione della cipolla, per ottenere un sapore più delicato e un alimento più digeribile, si impiegano le foglie più tenere della parte verde del porro nei soffritti, nelle zuppe, nel brodo e in piatti di carni in umido che richiedono una lunga cottura.
Conclusioni
Scommetto che non sapevi che questo ortaggio avesse tutte queste virtù e in più fosse così delicato e digeribile vale proprio la pena coltivare il porro nel proprio orto o sul balcone.
Inoltre è possibile conservarlo nel reparto del frigo adatto alle verdure anche per una settimana e ritrovarlo fresco.
Non fartelo mancare perché mangiando porri non hai il problema che siano alimenti che facciano ingrassare.
Non ci sono dubbi che il porro sia una vera e propria pianta medicamentosa ad uso alimentare.
Quindi non sfigura fra le piante officinali più note: consumare porri fa bene alla salute, alla gola e al portafoglio!
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