Proposte e idee per una nuova Ragusa, città capofila di una provincia Smart per lavoratori e
universitari; accogliente, efficiente e moderna per il turismo. Il documento è stato redatto da Andrea Patriarca, (Comitato Pendolari siciliani – sezione Ragusa) e inviato al sindaco di Ragusa. Noi, lo pubblichiamo integralmente.
Gentile Sindaco,
mi chiamo Andrea Patriarca, le scrivo in quanto rappresentante del Comitato Pendolari della
ferrovia Siracusa-Ragusa-Caltanissetta. Il Comitato è ufficialmente riconosciuto da Regione e
Trenitalia. Siede ai tavoli convocati dalla Regione sulla rimodulazione degli orari ferroviari per le
esigenze dei viaggiatori. Scopo principale del Comitato è quello di migliorare il servizio ferroviario
nella nostra provincia. In secondo luogo, intendiamo sensibilizzare la cittadinanza all’utilizzo del
treno, in quanto mezzo di trasporto più sicuro, confortevole, conveniente ed ecologico.
Il nostro impegno è scaturito
1) dalla necessità di migliorare il servizio per i pendolari e i turisti.
2) dall’esigenza di smontare i luoghi comuni e fare corretta informazione;
3) dall’opportunità di proporre alcune migliori.
Riteniamo che Ragusa abbia il dovere di diventare il comune promotore, in provincia, per il rilancio
di questo mezzo di trasporto, con ricadute economiche e culturali importanti.
Nel mese di giugno 2019, dopo tre lunghissimi anni di battaglie, siamo riusciti ad ottenere,
finalmente, una rimodulazione degli orari dei treni che a nostro avviso ha migliorato il servizio
soprattutto per una schiera di pendolari lavoratori/studenti, turisti e utenti potenziali.
Gli utenti potenziali sono tutti coloro che ogni giorno affollano con l’auto le nostre pericolose strade
provinciali (es: la pericolosissima ss194 Ragusa-Modica) per raggiungere centri urbani serviti dalla
ferrovia. In migliaia, infatti, ogni giorno si spostano tra Gela, Vittoria, Comiso, Ragusa, Modica,
Scicli, Pozzallo, Ispica e Siracusa, accontentandosi di utilizzare un mezzo meno comodo, meno
sicuro e meno ecologico. La stragrande maggioranza di questi pendolari non conosce il potenziale
ruolo che la ferrovia può svolgere nella loro vita quotidiana. Essi non conoscono gli orari e
denigrano l’infrastruttura in sé, più che il servizio effettivo per ignoranza. Ad esempio criticano il
fatto che non sia elettrificata o che non ci sia un bigliettaio in carne ed ossa in stazione. Quando in
realtà, nelle evolute città del Nord, ciò è la normalità. Addirittura ci sono ancora, come da noi, le
littorine. Piene, ovviamente, di pendolari. “Ovviamente” perché è la mentalità che cambia, non
l’infrastruttura che, come vede, è la medesima.
Dunque la domanda è perché non invogliare i pendolari a prendere il treno così da poter
guadagnarne in sicurezza, stress e denaro? Qui si apre il capitolo, fondamentale, dei mezzi urbani
che dovrebbero portare le persone anche nei posti più lontani dalla stazione.
Sfatiamo i falsi miti
Il problema principale, o la sfida se vogliamo, da risolvere è quello di abbattere le false credenze, la
disinformazione e le i luoghi comuni sulla nostra ferrovia e sui treni. Il treno come mezzo di
locomozione è totalmente uscito dall’immaginario collettivo dei cittadini del ragusano, e coloro che
vagamente lo prendono in considerazione lo scartano a priori perché si è radicata l’idea che il treno
“è lento”, “arrivi domani mattina” ecc… falsi miti e stereotipi che nulla hanno a che vedere con la
realtà dei fatti. Ad oggi la ferrovia, considerando la rete stradale che abbiamo in provincia di
Ragusa/Siracusa, è l’infrastruttura più moderna, la più sicura e la più veloce. Da meno di un anno
sono stati rinnovati i binari su tutta la tratta ed è stato velocizzato il tratto tra Comiso e Canicattì con
punte intorno Gela di 140 km/h; invece la velocità massima sulla tratta Comiso-Ragusa- Siracusa è
di 90 km/h, assolutamente normale e molto concorrenziale rispetto ai limiti di velocità imposti dalla
rete stradale e soprattutto dai bus che li percorrono.
Cosa vuol dire “lentezza”?
La gente confonde l’alta velocità ferroviaria (che è un servizio a sé stante) con una ferrovia standard
per trasporto locale. La nostra ferrovia per il trasporto locale è perfetta. All’altezza del trasporto
ferroviario provinciale di qualsiasi regione del nord Italia tra centri poco distanti tra loro (in ogni
caso è anche l’unico mezzo pubblico più veloce per collegare i due capoluoghi Ragusa e Siracusa).
Allo stesso modo non c’entra nulla l’elettrificazione: esistono al mondo ferrovie a trazione diesel
modernissime e velocissime. La velocità dei treni non dipende dall’elettrificazione (o comunque
non direttamente). I limiti massimi di velocità della ferrovia Siracusa-Caltanissetta sono superiori,
ovviamente, ai limiti imposti nella nostra pietosa rete stradale della provincia (strade che hanno
limiti di velocità ben inferiori alla nostra ferrovia per lunghi tratti, ma che ovviamente nessuno
rispetta). Il tempo di percorrenza del treno, in provincia, è pari o inferiore o superiore (dipende dai
casi) quello dell’auto per la maggior parte delle località (in direzione Siracusa: 20 minuti per
arrivare a Modica, 30 minuti per Scicli, 40 per Sampieri 51 per Pozzallo; un’ora per Ispica, 1 h e 20
minuti per Noto, infine 1 h e 58 minuti per Siracusa; in direzione Caltanissetta: 33 minuti per
Comiso, 43 per Vittoria, 1 h per Gela, 2 ore e 48 minuti per Caltanissetta; infine, con un cambio, 4 h
e 26 per Palermo).
Il confronto non deve essere mai fatto fra mezzo privato come l’automobile e un mezzo pubblico
perché non ha alcun senso logico. L’automobile non ha alcuna tabella di marcia da rispettare,
nessuna fermata intermedia e purtroppo (sempre) non rispetta i limiti di velocità imposti dal codice
della strada. In qualsiasi parte d’Italia la macchina fa prima ad arrivare rispetto ai mezzi pubblici
(tranne quelli alta velocità chiaramente).
I tempi di percorrenza del treno andrebbero, più correttamente, paragonati ad altri servizi pubblici,
cioè gli autobus. Il confronto è impietoso per l’autobus: il treno è il più veloce, nonché
confortevole, del bus per le stesse tratte. Il caso più eclatante è la tratta in treno da Ragusa a
Siracusa coperta dal treno in sole 2 ore (sì sole) contro le 3 ore e mezza (minimo) del servizio AST;
oppure gli appena 30 minuti di treno 4 per la tratta Ragusa-Scicli (e viceversa) contro 1 ora e mezza
del servizio AST ecc (potrei continuare con molti esempi ma mi fermo qua).
Se paragonassimo questi tempi di percorrenza con quelli ottenuti dall’uso dell’automobile notiamo
che non c’è una reale differenza tra treno e auto; e anche se in alcuni casi se c’è, se ne guadagna
sempre in sicurezza, comfort e risparmio di tempo in caso di ingorghi stradali o ricerca del
posteggio.
Ci sarebbe perché, come detto, il treno è più veloce in sé, ma deve muoversi in modo non sempre
lineare: per arrivare a Comiso o Vittoria deve prima “deviare” in basso, facendo tappa a
Donnafugata, oppure per arrivare a Siracusa deve prima giungere a Noto, Avola e Fontane Bianche.
Se questo può essere un difetto al contempo è un pregio: nonostante le “deviazioni” il treno
mantiene tempi di percorrenza analoghi se non migliori a quelli dell’auto, e il pregio della nostra
ferrovia, appunto, è quello di collegare i luoghi di lavoro e le località turistiche (Donnafugata, Noto,
Scicli, per le bellezze artistiche e, anche Sampieri, Pozzallo e Fontane Bianche per il mare) nello
stesso tempo, in modo diretto e fluido. Cose che le strade provinciali e comunali non fanno. Spesso
i nostri cittadini portano l’esempio di confronto col nord Italia; ma ciò è sbagliato, perché fanno
l’errore di paragonare le linee alta velocità o le linee di importanza nazionale standard (le direttrici
ferroviarie che formano l’ossatura di tutta la rete nazionale) con le ferrovie che hanno un’utilità
locale. Il nord Italia di queste ferrovie ne è capillarmente coperta, e hanno velocità assolutamente
paragonabili alla nostra e che assolvono la stessa funzione di collegare i vari centri vicinali. La
famosa leggenda che il treno ci metta un’ora tra Ragusa e Modica è falsa; in appena 20 minuti di
percorrenza si è a Modica o viceversa, il tutto attraversando paesaggi mozzafiato (quindi anche
rilassante prima e dopo una giornata di lavoro).
Il binario unico può generare ritardi, non pericoli e nemmeno inefficienza. La presenza del singolo
binario non inficia la sicurezza della ferrovia. La nostra ferrovia, infatti, è dotata di sistemi
automatici di frenata e di controllo della velocità che permettono il movimento del treno solo se il
binario è libero. Incidenti come quello del 12 luglio 2016 tra Andria e Corato, in Puglia, è stato
dovuto alla totale mancanza di sistemi di sicurezza: il sistema di controllo, infatti, era basato
sull’avviso telefonico reciproco tra capostazione e capotreno. Nulla a che vedere con i sistemi
installati nella nostra ferrovia, a dimostrazione del fatto che la nostra è moderna e sicura.
Errati risultano parecchi luoghi comuni sull’arretratezza infrastrutturale al Sud.
Nonostante ciò, purtroppo, le criticità non mancano e andrebbero risolte per rendere il servizio
sempre migliore: lo smantellamento del secondo binario in alcune stazioni (es Comiso o Genisi)
porta, in determinati casi, a ritardi, anche estremi.
Comiso oggi è tecnicamente una “fermata” e non più stazione poiché è stato rimosso il binario di
stazionamento, ovvero il secondo binario per permettere il passaggio e la fermata del treno nel
primo binario. Può accadere, che un ritardo in un treno, ad esempio al mattino, poi si ripercuote su
tutti gli altri, con dilatazione dei ritardi.
Essendo diminuite le stazioni che permettono lo stazionamento e il passaggio, la possibilità per gli
incroci è diminuita. Perciò prima di poter fare un incrocio è necessario che i treni percorrano tratte
più lunghe per potersi incrociare. Normalmente i treni sono puntuali, in particolare dalla stazione
capolinea di partenza, e gli incroci vengono fatti senza problemi e con puntualità. Però quando un
treno è in ritardo per qualche inconveniente, per favorire l’incrocio nella stazione più vicina, il treno
che viene dalla direzione opposta, e che è puntuale, deve fermarsi e aspettare quello in ritardo,
acquisendo anch’esso un ritardo. Esempio: quando a Genisi era operativo il secondo binario, in caso
di ritardo di un treno, l’attesa del treno del senso opposto era di appena 10 minuti. Oggi invece, un
treno che è appena partito dalla stazione di Ragusa con ritardo, costringe il treno che arriva in senso
opposto, ma in orario, ad attenderlo presso la stazione di Donnafugata (e non più Genisi che è a
metà distanza tra Ragusa e Donnafugata), con un’attesa di 18 minuti. Quindi, quando il treno che è
partito da Ragusa, raggiunge Donnafugata, solo allora l’altro treno che pur era arrivato con
puntualità potrà riprendere la marcia verso Ragusa, avendo però maturato 18 minuti di ritardo. Se
invece Genisi fosse stata un punto di incrocio, i minuti di ritardo sarebbero stati 10, perfettamente
recuperabili.
Quali treni per la nostra provincia?
Per quanto riguarda la qualità dei mezzi rotabili è vero che ancora circolano le automotrici ALN 668
(le littorine) ma viaggiare con questi mezzi non è così terribile come sembra. Anzi è sempre più
sicuro e comodo che viaggiare in bus (ci si può alzare e si può studiare e socializzare). Non sono
nemmeno “lente”. Riescono a sfruttare benissimo le massime velocità concesse dalla nostra
ferrovia. Inoltre, alcuni treni sono già stati sostituiti con i moderni Minuetti, dotati di 150 posti,
prese elettriche, ampi e comodi bagni adeguati anche ad accogliere disabili. Inoltre sono dotati di
scomparto per il trasporto delle biciclette. Le ALN 668 ormai sono in dirittura d’arrivo: grazie al
contratto di servizio tra Regione e Trenitalia sono stati acquistati circa 42 treni (elettrici e diesel e
anche bimodali) di ultimissima generazione che fra qualche anno vedremo circolare anche sulla
nostra linea.
Il mancato utilizzo dei treni si ripercuote in danni sociali che gravano su diversi ambiti. Danno di
tipo economico: i treni sono pagati dalla Regione, ed è denaro della collettività. Meno auto in
circolazione significa minori spese di manutenzione delle strade, diminuzione degli incidenti
stradali, minori emissioni di gas serra a vantaggio dell’ambiente. Le ricadute economiche, con un
adeguato servizio ferroviario, sono anche (e soprattutto, nel caso della provincia di Ragusa) di tipo
turistico. La creazione di tratte nei giorni festivi e tratte notturne permetterebbe un ulteriore
incremento turistico e sicurezza per chi vuole muoversi la sera nella provincia. Il danno derivante
dal mancato utilizzo della ferrovia è anche culturale: aprirsi ad una nuova mentalità è la premessa
per lo sviluppo culturale e sociale di qualsiasi cittadinanza. Inoltre, non ultimo, una cittadinanza che
trova sé stessa nell’uso di strumenti pubblici (come ad esempio accade con la pista ciclabile di
Marina di Ragusa, oggi divenuta luogo di sport e di incontro per chi vive la villeggiatura a Marina)
è una cittadinanza più unita e più consapevole della bellezza e della struttura della nostra città.
Azioni preliminari: sensibilizzazione, informazione, educazione.
Nonostante l’afflusso di viaggiatori sia aumentato, ritengo che si possa fare di più e che le
amministrazioni comunali hanno un’importante responsabilità nel sensibilizzare la cittadinanza
promuovendo l’utilizzo del treno come mezzo di trasporto e in generale educare e promuovere le
buone pratiche. Inoltre le amministrazioni dovrebbero stimolare la regione per ottenere nuovi
servizi. Nel nostro territorio la gente, per assurdo, si lamenta per la mancanza di infrastrutture e
servizi e non usa o non conosce quelli che ha già a disposizione o addirittura li snobba. Tra Ragusa
e Modica oggi circolano ben 9 coppie di treni (con una frequenza alta dalle 19 in poi da Ragusa
verso Modica e anche la mattina da Modica a Ragusa con due treni in partenza ravvicinata) vuol
dire 18 treni in tutto (9 andata e 9 ritorno); la maggior parte delle volte sono quasi tutti totalmente
vuoti (alcuni no fortunatamente) e il treno quando transita dal passaggio a livello tra Ragusa e
Modica è quasi sempre pieno di macchine in attesa. Possibile che a nessuno di queste persone venga
in mente di utilizzare i treni per spostarsi? Se non ci sarà una risposta da parte del territorio con
l’incremento dell’utenza, purtroppo, questi treni che abbiamo ottenuto (compreso quello che la
mattina da Ragusa va a Siracusa) ci verranno nuovamente tolti dalla Regione e Trenitalia.
Proseguendo con il danno “silente”, ma reale, al nostro territorio che è sempre stato tagliato fuori,
pur essendo economicamente dinamico.
Ho preso il treno e sono arrivato a destinazione: come mi sposto dalla stazione al luogo di
lavoro, studio o soggiorno turistico?
Spesso il problema, con il quale molti pendolari obiettano (non a torto) all’invito ad utilizzare il
treno, è che anche se volessero utilizzarlo non avrebbero un mezzo pubblico che li porti nel luogo di
lavoro (o a scuola, considerando i tanti insegnanti pendolari). Davvero conviene avere più auto nelle
strade e treni vuoti pur di non organizzare adeguate linee urbane per i pendolari?
È possibile coinvolgere, ad esempio, l’AST per modificare (e potenziare al mattino) alcune linee
urbane per servire ad esempio da collegamento dalla stazione ferroviaria con i luoghi di lavoro,
anche lontani (es ASI, scuole scientifico, chimico e gli uffici in generale). Sincronizzando gli orari
treni/bus se serve. Si potrebbe sviluppare un noleggio bici automatico con tessera, oppure (per chi
ha bisogno autonomia e celerità negli spostamenti dalla stazione al posto di lavoro o di svago) fare
convenzioni con aziende che offrono moderni sistemi di noleggio auto “al volo” tramite App da
cellulare che indica con il gps quali macchine disponibili sono a disposizione nei paraggi. Diverse
aziende operano in tali settori (magari fare convenzioni con Trenitalia per ottenere sconti sul
noleggio bici/auto per gli abbonati al treno o esibendo il biglietto); come si fa nelle stazioni di
qualsiasi altra normalissima città di oltre 70 mila abitanti.
Cosa che verrebbe sfruttata anche, e forse soprattutto, dai turisti! Mettere un noleggio bici/ auto in
ogni stazione garantirebbe un minimo di autonomia per qualsiasi viaggiatore. Come vede, una
ferrovia ben funzionante, creerebbe un vero e proprio indotto.
Nel frattempo, comunque, sarebbe opportuno informare e sensibilizzare tutte quelle persone che
potrebbero utilizzare le linee urbane già presenti (che transitano tutte davanti piazza stazione) come
i lavoratori che afferiscono a luoghi vicini le stazioni, e gli studenti universitari (che, in parte, usano
il treno per recarsi a Ragusa e tornare nei fine settimana) e che già usano il bus urbano per spostarsi
dalla stazione a Ibla.
Essere costantemente presenti presso la regione e il MIT per ottenere nuovi servizi. Ho
ammirato il suo impegno per ottenere dal MIT il via libera per la Ragusana, l’autostrada da tanto,
troppo ormai attesa. L’ho apprezzata per il suo impegno nell’incentivare l’uso della ferrovia per
raggiungere Donnafugata. La pressione sulle amministrazioni regionali e nazionali e l’informazione
alla cittadinanza possono e devono essere più incisivi, non accontentandoci del minimo (realizzare
un’autostrada dopo 30 anni di attesa) ma guardando Ragusa come una città moderna. Dalla regione
è importante ottenere maggiore chilometraggio (per effettuare più treni) e il ripristino del doppio
binario in alcune stazioni per eliminare i pochi ritardi; chiedere più treni per ottenere un servizio
ancora migliore, capillare ed efficiente . Infine, fondamentale, per lo sviluppo dell’intera provincia e
delle provincie limitrofe (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Siracusa), è la creazione di una bretella
ferroviaria che dalla stazione di Vittoria possa portare persone e merci da e per l’aeroporto di
Comiso; oppure realizzare un servizio navetta da e per l’aeroporto e la stazione di Vittoria (la
società che gestisce l’aeroporto si era detta assolutamente favorevole, così come la SAIS trasporti);
così che la gente possa arrivare o tornare in 9 treno da e per l’aeroporto (soprattutto i cittadini di
Gela, Licata, Canicattì e Campobello. Oltre che Ragusa, Modica, Scicli e Pozzallo).
Risvolti e riflessioni per una funzione turistica e paesaggistica. Quanto esposto sopra è una
riflessione puramente rivolta al cambiamento culturale dei nostri concittadini in primis ma anche di
tutti i cittadini della provincia e non, che giornalmente si recano a Ragusa per svariati motivi o molti
ragusani che viceversa si muovono fuori Ragusa per poi rientrare. Rivoluzione culturale che deve
iniziare dalle amministrazioni. Di seguito invece riporto alcune riflessioni e proposte sul lato
turistico per la quale la nostra ferrovia si presta benissimo.
Abbiamo la fortuna che la ferrovia collega in modo diretto, veloce e sicuro (pensiamo sempre alle
strade che abbiamo spesso intasate di decine di autobus turistici e non e i treni vuoti), i maggiori
centri UNESCO del Val di Noto (Ragusa-Modica-Scicli-Noto) e dulcis in fundo il Castello di
Donnafugata con sconto del 50% sul biglietto di ingresso se si esibisce il biglietto dei mezzi
pubblici. La ferrovia attraversa uno dei paesaggi agrari e naturali più caratteristici, senza pari in
tutta la regione (e anche d’Italia); uno dei tratti più spettacolari è l’elicoidale ferroviaria di Ragusa.
Le amministrazioni comunali che tanto parlano di turismo hanno fatto il grave errore di non
considerare la ferrovia come unica vera infrastruttura per lo sviluppo turistico.
Molti turisti arrivano in treno a Ragusa, non trovano nessuna informazione in piazza stazione e si
sentono spaesati. Con i nuovi orari estivi ad esempio è possibile andare in treno a Donnafugata (in
modo rapido e sicuro) e ritornare comodamente quando si vuole. Quindi per iniziare, perché non
promuovere questo servizio ai ragusani e non, per arrivare al Castello soprattutto durante gli eventi
organizzati? E anche per le semplici visite. Promuoverlo non solo perché è una buona pratica da
attuare ma anche perché è il mezzo più sicuro per spostarsi e non crea ingorgo di veicoli.
Andare al mare in treno
Un’altra importantissima rivoluzione culturale sarebbe quella di educare i cittadini che nella
stagione estiva vanno al mare (per chi non ha una casa al mare) giornalmente e lo fa con la
macchina. Ad esempio per tutti coloro che non scelgono Marina di Ragusa potrebbero adesso
andare al mare a Pozzallo, Fontane Bianche e Siracusa comodamente in treno la mattina e ritornare,
in seconda mattinata, il primo o il tardo pomeriggio o la sera (dipende dalle località). Rimanendo in
provincia, la stazione di Pozzallo dista 10 minuti a piedi dalla spiaggia di Pietre Nere.
Di seguito un esempio, tipo, di giornata al mare in treno: Prendendo treno regionale 12799 in
partenza da Ragusa alle 8.05. Solo Pozzallo? no. Lo stesso treno porta nella bellissima località
balneare di Fontane Bianche (anche lì stazione vicina alla spiaggia) e infine anche a Siracusa, la
stazione ferroviaria dista a soli 20 min di camminata da Ortigia o dal parco archeologico. Non ci si
accontenta di Pozzallo in mezza giornata? nessun problema dopo aver fatto il bagno mattutino a
Pietrenere il regionale 12857 delle 15.06 (esclusi sabato e domenica) da Pozzallo vi porterà a
Fontane Bianche per un 1 ora e mezza di bagno pomeridiano e dopo potrete tornare col treno
regionale 26596 delle 17.55. Invece lo stesso treno vi garantirà il ritorno da Siracusa alle 17.41. Ma
chi volesse andare direttamente a Siracusa per lavoro o sbrigare delle faccende oppure per turismo
ha a disposizione altri due ritorni (oltre al treno suddetto): il regionale 12834 delle 14.10 e il
regionale 12832 delle 15.35. Per tutti coloro che volessero tornare a Ragusa in mattinata stessa o
prima del tardo pomeriggio da Pozzallo avrebbero a disposizione ben altre tre soluzioni: regionale
12824 delle 11.32, regionale 12834 delle 15.27, regionale 12832 delle 16.53; e infine il ritorno seracol regionale 26596 delle 18.50 (stessi treni che da Fontane Bianche portano a Ragusa ma
ovviamente in orari più anticipati di partenza). NB. Consultare in ogni caso gli orari sul sito di
Trenitalia.
Come può la ferrovia dell’UNESCO e del Val di Noto essere chiusa domenica e nei giorni
festivi? Una importante criticità della nostra linea è l’assenza di tratte nei giorni festivi. Questa è
una delle reali differenze con il resto d’Italia e nella nostra stessa regione: l’assurdità di non avere
tratte nei giorni festivi. Infatti la nostra ferrovia è la sola in tutta la Regione ad essere chiusa nei
festivi (quindi non solo di Domenica). Come comitato stiamo ancora lottando affinché la Regione
apra la nostra linea la domenica e nei festivi, in un territorio dove anche il servizio pubblico su
gommato è praticamente assente la domenica, quindi un vero e proprio handicap alla mobilità
turistica, anche per gli stessi Ragusani che vogliono fare turismo nella loro stessa provincia. È
inutile parlare di turismo, in seno all’amministrazione comunale, se non si risolve questo problema.
La strada che porta a Noto, Scicli, ma anche la stessa Modica è pericolosa e per nulla diretta. A
fronte di una ferrovia diretta e fluida toccando tutti i comuni del Val di Noto, collegandoli in modo
sicuro (Ragusa, Modica, Scicli, Noto, Siracusa e dulcis in fundo anche il castello di Donnafugata).
Inutile parlare di accoglienza e di come migliorarla quando abbiamo una infrastruttura praticamente
perfetta a tale scopo ma non vogliamo utilizzarla. Le amministrazioni comunali dei comuni
interessati dalla ferrovia devono fare fronte comune per ottenere la riapertura nei festivi e la
domenica e per ottenere quanto fin ora indicato. Attenzione però, la richiesta dell’apertura della
nostra linea nei festivi e la domenica potrebbe essere un’arma a doppio taglio. potrebbero ad
esempio decidere di sacrificare qualche treno settimanale per effettuare i treni nei festivi. Questo
perché i treni vengono effettuati tramite un chilometraggio già finanziato dalla Regione a Trenitalia
per ogni linea ferroviaria. Quindi bisogna assolutamente vigilare che la riapertura nei festivi non sia
una mera rimodulazione dell’offerta commerciale di Trenitalia con l’esistente bensì che sia una
effettiva aggiunta di treni per i festivi. L’amministrazione comunale di Ragusa potrebbe diventare
modello e promotrice per gli altri comuni della provincia di Ragusa attraversati dalla ferrovia e
anche per le adiacenti province servita dalla stessa linea. Guidando un’azione coordinata e di rete
con le altre amministrazioni locali.
Conclusioni
Credo fermamente che questa amministrazione comunale abbia tutte le carte in regola, le
competenze e soprattutto la volontà per realizzare (o impegnarsi a tale scopo) quanto su esposto. Lei
ha già dimostrato di essere un sindaco capace e impegnato su altre tematiche e sulla metropolitana
di superficie. Spero in questo cambiamento culturale radicale, rivoluzionario per i ragusani, oserei
dire anche normale. Perché in altri posti d’Europa, senza andare lontano, d’Italia, ciò sarebbe la
normalità. Infine le suggerisco il Gruppo Facebook sulla nostra ferrovia al quale la invito ad
iscriversi, dove noi appassionati pubblichiamo foto/video e info. https://www.facebook.com/groups/
ilrilanciodellaferrovia/
Andrea Patriarca (Pendolari Ragusa – Comitato Pendolari Siciliani – Ciufer)
ALLEGATO PROPOSTE
Quella che segue è una serie di proposte a costo (quasi) zero sfruttando infrastrutture e mezzi dei
quali già disponiamo e che necessitano di sinergia e adeguata organizzazione con corretta e
dettagliata informazione e divulgazione tramite i canali, già abbondanti, attualmente a disposizione
del Comune.
PIAZZA STAZIONE
Parcheggi piazza stazione: Accordi tra Comune – Trenitalia – SiSosta per tariffe agevolate (a
giorno o abbonamenti) per chi utilizza il treno per spostarsi da Ragusa verso destinazioni lavorative
o turistiche. Riservare solo a chi utilizza la ferrovia, gli stalli antistanti la stazione, rimuovendo le
rimanenti strisce blu sostituite da parcheggio per soste brevi per eventuali accompagnatori dei
viaggiatori, eviterebbe di intralciare la viabilità della piazza a causa di soste avventate in doppia fila
o negli stalli riservati ai disabili.
Segnaletica bus, fermata e orari linee e numeri delle linee: Installare segnaletica visibile e chiara
all’uscita dalla stazione, per individuare la fermata degli autobus urbani con tratte e orari delle linee
urbane aggiornati, in diverse lingue. Inoltre segnalo che le diverse paline nelle fermate dei bus in
giro per le città riportano orari totalmente sballati e vecchi. Da sostituire tutti. Segnalo altresì che
non esiste nessuna palina che indichi la fermata delle linee urbane difronte l’ex bar Puglisi e il
monumento di Piazza Stazione.
Rimodulare orari autobus urbani: prendere accordi con AST per realizzare coincidenze con
arrivopartenza treni. In particolare, creare corse apposite per studenti ma soprattutto insegnanti e
personale scolastico che devono raggiungere le scuole lontane dalla stazione (così come avviene già
con gli studenti che giungono dalla provincia per raggiungere i licei).
Decoro piazza stazione (Gramsci): sistemazione della piazza Gramsci, antistante la stazione, che
attualmente presenta ancora aspetto di cantiere: eliminazione barriere lamiera (pessima
presentazione di Ragusa ai turisti) e adeguato decoro della piazza per ripristinarne l’originaria
bellezza.
STAZIONE
Videosorveglianza: chiedere ad RFI di installare un sistema di videosorveglianza l’interno della
stazione. Realizzare, da parte del comune, la videosorveglianza per l’esterno della stazione.
Bagni: Allo stesso ente, RFI, chiedere di prendere in gestione i bagni trasformandoli in bagni
pubblici comunali (es come i bagni di p.zza S Giovanni) con doppio scopo sia al servizio della
stazione sia al servizio dei turisti e dei cittadini, data anche la mancanza di bagni pubblici in questa
zona.
PROMOZIONE LOCALE E INCENTIVAZIONE TURISTICA:
Accordi commerciali con Trenitalia: prendere accordi commerciali tra Trenitalia ed esercenti che
operano nella ristorazione, strutture ricettive, musei, e altro potenzialmente utile al turismo:
offrendo uno sconto per chi utilizza tali servizi presentando il biglietto del treno. Ad esempio, grazie
ad un accordo recente, chi afferisce a Fontane Bianche con il treno, presentando il biglietto, riceve
uno sconto del 20% su ristorazione e noleggio strutture balneari, questo è pubblicizzato nelle pagine
nazionali del sito Trenitalia, nell’applicazione, nel sito regionale, e nel sistema di vendita
automatico presso le stazioni.
Chiedere a Trenitalia che l’attuale promozione di Donnafugata (50% di sconto sul biglietto di
ingresso per chi esibisce biglietto di trasporto pubblico) se sia possibile pubblicizzarla tramite i suoi
canali di vendita. Ma ci sono tantissimi altri esempi di questi accordi commerciali tra Trenitalia e
località.
Comunicazione al target di riferimento (potenziali fruitori): Inviare circolare comunale agli
uffici pubblici per invitare all’uso del treno i dipendenti dei vari uffici pubblici che gravitano
potenzialmente attorno alla stazione (es Inail, Tribunale, Comune, ex palazzo provincia, ASP,
Camera di Commercio, Ospedale civile, carabinieri, Scuole ecc. come vede il bacino potenziale
d’utenza non manca) e ricordare a chi volesse che è detraibile il 50% del costo totale degli
abbonamenti dei trasporti pubblici.
Promuovere accordi tra l’Università degli Studi di Catania e Trenitalia: per garantire sconti sui
singoli biglietti o sull’abbonamento per gli studenti universitari che già usano il treno e per i
potenziali studenti che potrebbero usarlo. Promuovere agevolazioni economiche, a Ragusa (ad
esempio presso cinema e teatri) per gli studenti universitari che utilizzano la ferrovia per gli
spostamenti presso la sede universitaria.
DONNAFUGATA:
Orari treni: chiedere ad RFI, se possibile, di apporre bacheca orari treni accanto alla biglietteria del
castello. Mettere orari treni, chiedendo ad RFI, all’inizio della stradina, all’altezza del divieto di
transito.
Indicazioni stazione: mettere adeguata segnaletica dal castello alla stazione, indicando chiaramente
quale sia la stradina da imboccare per giungere alla stazione.
Biglietti treno: apporre adeguato avviso scritto accanto agli orari dei treni esposti accanto la
biglietteria del castello che il biglietto del treno è possibile acquistarlo a bordo (solo chi deve
prendere il treno a Donnafugata). Chiedere altresì a Trenitalia di apporre il medesimo avviso in
stazione. Chiaramente il tutto in diverse lingue.
MODELLO RAGUSA: Fare rete con altri comuni proponendo questo modello di organizzazione
del trasporto pubblico, che mette al centro la ferrovia, ai rappresentanti delle amministrazioni
comunali che ricadono nella ferrovia in questione.
APERTURA DOMENICALE E NEI FESTIVI: Chiedere alla Regione e a Trenitalia, con forza,
anche tramite l’assessore Falcone, che venga ripristinato il servizio ferroviario nei giorni festivi.
Perché la ferrovia dell’UNESCO non può essere non funzionale durante i giorni festivi in un luogo
a forte vocazione turistica.
MIGLIORAMENTI INFRASTRUTTURALI: Ripristino secondi binari: chiedere ad RFI di
ripristinare i secondi binari delle stazioni di Comiso e Genisi per permettere ai treni, che vengono
da direzioni opposte, di avere punti di incrocio più ravvicinati. Ciò consentirà, in caso di ritardo di
un treno, di evitare ritardi a catena.