In questi giorni i partiti sono al lavoro per trovare la quadra. Le tre liste che hanno sostenuto la rielezione della sindaca Maria Rita Schembari lavorano per esprimere e proporre gli assessori della nuova giunta.
Quattro caselle sono già state riempite. Al momento della candidatura Schembari ha indicato i nomi di Peppino Arezzo (un esponente tecnico della giunta, scelto personalmente dalla sindaca), Dante Di Trapani, Giuseppe Alfano e Roberto Cassibba, tre assessori uscenti espressione ciascuno delle tre liste, Fratelli d’Italia, IdeAzione, Comiso Vera. Della giunta uscente rimangono fuori solo Manuela Pepi, tra i più votati in assoluto) e Biagio Vittoria, l’ex assessore all’Ambiente che ha scelto di chiudere la sua esperienza amministrativa.
A chi saranno assegnate le altre caselle ? Nel tavolo politico della maggioranza che si è riunito in questi giorni sia Fratelli d’Italia che Ideazione avrebbero chiesto di avere tre assessorati, forti del consenso elettorale che ha consentito, ad entrambe le liste, di superare la soglia delle 3700 preferenze, con appena 15 voti ci scarto (3765 voti per Fratelli d’Italia, primo partito e 3750 per IdeAzione, seconda lista cittadina). Comiso Vera si è attestata a 2540 ed è la terza lista della città.
È più probabile che si trovi la quadra sulla scelta di indicare due assessori per ogni lista. Ideazione potrebbe avere la vicesindacatura, mentre la presidenza del consiglio comunale potrebbe spettare a Fratelli d’Italia. A Comiso, infatti, da questa consiliatura, si potranno avere sette assessori (a fronte di 24 consiglieri comunali) avendo superato la soglia di 30.000 abitanti. Questo potrà consentire di suddividere meglio le deleghe assessoriali.
Per la vicesindacatura si fa il nome di Giuseppe Alfano, recordman di preferenze, che sfonda il muro dei mille voti (mai superato da nessuno nella città casmenea) e raggiunge quota 1313. Per la presidenza del consiglio comunale il nome più accreditato è quello di Manuela Pepi, assessore uscente al Bilancio, che ha guidato, per cinque anni, le casse del comune, in una difficile situazione finanziaria dopo l’uscita dal dissesto e si è occupata anche del Personale, una delega che non dà visibilità e che non viene percepita all’esterno, ma che diventa vitale e determinante per il buon funzionamento della macchina amministrativa.
Nella lista di Fratelli di’Italia, dopo i più votati, Dante Di Trapani (già assessore designato) e Manuela Pepi, i più votati sono Giovanni Assenza, Tiziana Arena Mario Presti e Salvo Purromuto).
Nella lista di Ideazione i più votati, dopo Giuseppe Alfano, sono Alessandro Meli, Giusi Cubisino e Maria Stella Modica. Meli però non potrebbe ricoprire alcun incarico in quanto parente del sindaco. La legge attuale non lo consente.
In Comiso Vera, l’assessore designato è Roberto Cassibba (anch’egli tra i più votati con 746 voti). Seguono Salvatore Romano (presidente del consiglio comunale uscente), Giorgio Iapichella e Valentina Damiata.
Proprio Romano veniva accreditato, alla vigilia, come uno dei possibili candidati alla presidenza, ma con il passare delle ore crescono le quotazioni di Manuela Pepi. “Non ho chiesto nulla – commenta Romano – come sempre, in questi anni, sono a disposizione per qualunque ruolo mi si vorrà assegnare, per primo quello del consigliere comunale che i cittadini mi hanno assegnato”.
Nella coalizione, già prima dell’appuntamento elettorale, si è deciso che gli assessori nominati si dimetteranno dalla carica di consigliere, anche se la legge consente di mantenere la carica di consigliere limitatamente a tre assessori. Per una decisione condivisa da tutti, gli assessori nominati a Comiso si dimetteranno dalla carica di consigliere. Questo consentirà ai primi dei non eletti di entrare in consiglio. Per Fratelli d’Italia (che ha sette consiglieri) dovrebbe toccare a Giovanni Belluardo e Agatino Muscarà. Dovrebbe restare fuori dal consiglio, invece, Miriana Vona, 21 anni). Per Ideazione, anch’essa con sette consiglieri, dovrebbe toccare a Alessandro Guastella e Giovanni Incardona, per Comiso Vera (quattro consiglieri) entrerebbero in consiglio Barbara Beniamini e Gina Battaglia).
Nella maggioranza ci sono un partito (Fratelli d’Italia) e due liste civiche. Ciascuna delle due liste civiche, però, ospita al suo interno delle componenti politiche. In Comiso Vera si sono candidati (e sono stati eletti) i due candidati espressione del Movimento Insieme, che si rifà alle posizioni dell’ex presidente del consiglio provinciale Giovanni Occhipinti. Si tratta di Salvatore Romano e Valentina Damiata. In Ideazione erano candidati Maria Giurato ed Alessandro Guastella, indicati dalla Nuova DC di Totò Cuffaro, che ha il suo esponente di punta nel neo deputato regionale Ignazio Abbate. Giurato è stata eletta in consiglio comunale, Guastella è il primo dei non eletti. Dovrebbe subentrare in consiglio – come abbiamo detto – nel momento in cui gli assessori designati dovessero presentare le dimissioni. Maria Giurato, peraltro, fino a cinque anni fa era assessore nella giunta guidata, fino al 2018, dall’ex sindaco Filippo Spataro. Resta da capire come saranno composti i gruppi consiliari e se le rappresentanze politiche dovessero in futuro mirare a costituire dei gruppi consiliari autonomi. La normativa consente la costituzione del gruppo misto, solo se il gruppo è composto da almeno due consiglieri. In altri comuni, invece, è possibile la costituzione di gruppi consiliari di partiti politici sempre con il numero minimo di due consiglieri.
E veniamo alle posizioni della minoranza. In virtù del risultato ottenuto (25 per cento dei suffragi) verranno eletti cinque consiglieri: due del Pd (Gaetano Scollo e Gigi Bellassai), due della lista Spiga (Gaetano Gaglio ed Erica Adamo), una della lista Coraggio Comiso (Cristina Betta, una delle sorprese della recente consultazione elettorale). La Lista Spiga si rifà, in gran parte, ad Articolo 1, in Coraggio Comiso erano candidati gli esponenti di Italia Viva, il partito fondato dall’ex premier Matteo Renzi. Siederà tra i banchi del consiglio comunale anche il candidato sindaco che si è classificato secondo, Salvo Liuzzo, coordinatore provinciale di Italia Viva (insieme alla sciclitana Marianna Buscema. In tutto, la minoranza potrà contare su sei consiglieri.
Tra i banchi consiliari bisognerà studiare nuove soluzioni per far si che tutti possano trovare posto in aula. Difficilmente si potrà rispettare la sistemazione tradizionale che prevede ciascuno dei due lati dell’aula consiliare assegnati uno alla maggioranza e uno all’opposizione.
E ancora: il consiglio vedrà la presenza di numerose new entry. Dieci consiglieri su 24 non hanno mai ricoperto la carica di consigliere. Si tratta di Giovanni Assenza, Tiziana Arena, Mario Presti, Salvo Purromuto, Giusi Cubisino, Leandra Corallo, Emilia Garofalo, Maria Giurato, Cristina Betta, Erica Adamo. Ma altre new entry – come detto – dovrebbero subentrare quando si dimetteranno gli assessori e dil numero dei volti nuovi è destinato ad aumentare. Maria Giurato aveva però ricoperto la carica di assessore per un anno. Tre dei consiglieri eletti non sono uscenti, ma erano stati consiglieri nelle legislature precedenti: si tratta di Gaetano Scollo e del candidato sindaco Salvo Liuzzo. Dovrebbe aggiungersi Alessandro Guastella, primo dei non eletti di Ideazione.
Altro dato: le donne presenti in consiglio sono 11 su 24 eletti. Anche in questo caso abbiamo tenuto conto dell’assetto attuale del consiglio. I numeri potrebbero mutare quando si dovessero dimettere gli assessori dimissionari. Non è escluso che la componente femminile possa essere ancora maggiore.
In consiglio comunale ci saranno due esponenti di Pedalino: Gaetano Scollo, del Pd, che ha ottenuto 495 voti (il secondo votato della sua coalizione, dopo Gaetano Gaglio che ha ottenuto 662 voti) e Giovanni Incardona, di Ideazione, con 217 voti, che attualmente risulta non eletto, ma che dovrebbe subentrare nel momento in cui dovessero dimettersi gli assessori nominati. Nella passata consiliatura Pedalino non aveva alcuna rappresentanza.
Nella frazione, venuti meno i consigli di circoscrizione, cinque anni fa era stata costituita una “Consulta della Frazione”, composta da quattro persone (i primi dei non eletti in varie liste). Ha funzionato poco ed ha svolto il proprio ruolo in versione minimal. Resta da vedere se la nuova giunta sceglierà di continuare questo esperimento e con quali assetti. Anche questo appartiene alla storia futura.